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La separazione - individuazione nel rapporto madre e bambino e la funzione della pelle come contenitore delle emozioni del bambino

La funzione di contenimento della pelle nel bambino

La tecnica dell'osservazione diretta fornisce la possibilità di comprendere il significato del rapporto affettivo nell’interazione della madre e del bambino piccolo: “Uniti in una fusionalità di sensazioni e di affetti che fa della diade una totalità caotica, indefinita, ma del bambino all'inizio oscillano tra fusione e scissione. Unione e scissione avvengono attraverso comportamenti non privi di valenza fortemente aggressive alternati ad atteggiamento di amore, di reciproca gratificazione e di affettuoso contenimento” [GALLO BARBISIO, C., L’aggressività materna]. Il rapporto madre-bambino oscilla continuamente tra unione e separazione, in un continuo modificarsi degli affetti all’interno di un dialogo corporeo trai due poli della relazione.
Nell’Infant observation il ruolo attivo del neonato è messo in rapporto con tutta una serie di stimoli sensoriali interni ed esterni nuovi e terrificanti, in quanto “diversi e inattesi”, che il bambino deve imparare ad affrontare venendo al mondo: “Quanto più la presenza del contenitore madre è carente, tanto più il bambino sviluppa una grande attività motoria”. [GALLO BARBISIO, C., L’aggressività materna]
La Bick descriveva questa iperattività muscolarity, che conferiva loro un aspetto di forza, li rendeva capaci di tenersi insieme da sé, necessità data dal fatto di non aver avuto un contenitore adeguato nella propria madre. È necessario che le componenti della personalità primitiva debbano essere tenute insieme tramite qualcosa che assolva una funzione per esse coesiva; esiste una “[…] funzione primaria di collegamento tra componenti della personalità non ancora differenziate da parte del corpo, funzione svolta dalla pelle del bambino e dai suoi primi oggetti”[BICK, E., L’esperienza della pelle nelle prime relazioni oggettuali, in ISAACS, S.,FREUD, A., WINNICOTT, D.W.W., BICK, E., BOSTON, M., FREUD, W.E., BRAFMAN, A.H., L’osservazione diretta del bambino, a cura di BONAMINIO, V. e IACCARINO]. Nello stato di non integrazione si assiste alla ricerca da parte del bambino di un oggetto contenente, sperimentato come capace di tenere insieme i diversi aspetti della personalità. “L'oggetto ottimale è costituito dal capezzolo in bocca, insieme con la percezione dell'essere tenuto tra le braccia della madre, della sua voce ed il suo odore ormai familiare”: esso è vissuto concretamente come una pelle.
Il “contenitore madre”, prima ancora di essere seno, è funzione pelle, “[…] corpo protettivo avvolgente, che tiene insieme parti non ancora integrate, sensazioni epidermiche, che definisce i limiti”.
Carenze reali da parte dell’oggetto esterno, o anche attacchi fantasmatici alla sua esistenza, possono portare ad uno sviluppo difettoso di questa funzione primaria della pelle, che “[…] può condurre alla formazione di una seconda pelle attraverso la quale la dipendenza dall'oggetto è sostituita da una pseudo indipendenza e dall'uso inappropriato di certe funzioni mentali o di attitudini innate, allo scopo di creare un sostituto della funzione di contenitore della pelle”. Questo fenomeno, che sostituisce la funzione primaria della pelle, può manifestarsi come una forma parziale o totale di armatura muscolare, o come una corrispondente forza verbale. A supporto della sua teoria, Eshter Bick, attraverso l’osservazione diretta di una madre immatura e della sua neonata, rileva che ad un certo punto si scorgeva in essa un “[…] graduale miglioramento della funzione di contenimento della pelle. Con il progressivo aumento di tolleranza da parte della madre al contatto corporeo con la bambina, diminuire il suo bisogno di stimolarla a manifestazioni di vitalità. Parallelamente si poté osservare nella bambina una diminuzione degli stati di non integrazione che si erano manifestati con tremori, starnuti e movimenti scoordinati”.
Un autore che riprese il concetto di prima pelle mentale della Bick, fu Didier Anzieu. Egli, partendo dalle idee di Freud sull’Io-corpo del 1922 e riallacciandosi ai concetti kleiniani di “seno che nutre” (e che attraverso il contatto corporeo produce nel bambino importanti esperienze corporee), propose il concetto di Io-pelle. Con ciò Anzieu descrive la rappresentazione psichica che l’Io del bambino fa di se stesso nelle fasi precoci dello sviluppo, attingendo dall’esperienza sensoriale della superficie del proprio corpo, evidenziando così l’importanza dell’esperienza della percezione della pelle come involucro unificatore e protettivo. Già Bion, descrivendo la relazione madre-bambino nei termini di contenitore-contenuto, sottolineò la costituzione di uno spazio emotivo e di uno “spazio-pensiero”, in cui il bambino potesse arrivare progressivamente a sperimentare in modo sicuro sensazioni, immagini e affetti, senza che questi potessero distruggerlo. [...]

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La separazione - individuazione nel rapporto madre e bambino e la funzione della pelle come contenitore delle emozioni del bambino

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Informazioni tesi

  Autore: Carlo Lovati
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Gabriella Attimonelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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Parole chiave

psicoanalisi
freud
osservazione diretta del bambino
esther bick
winnocott
angoscia di separazione

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