ARTE E PAROLA: La scultura di Federico Severino e la letteratura russa contemporanea

Allo stesso modo, nell'ambito dell'evoluzione letteraria, la narrativa russa degli anni settanta è caratterizzata dal passaggio dagli spazi aperti dell'ambiente naturale, come nella letteratura contadina, agli spazi privati e chiusi, limitati dalle mura di una casa o dei campi di concentramento della lagernaja literatura.

Il momento decisivo nella letteratura legata all'idea del paesaggio ha coinciso con la divisione interna alla "letteratura contadina". Da un lato si impone attore, registra e scrittore "contadino" di notevole successo V. Suksin, con un atteggiamento classico degli anni Ottanta dell'Ottocento, che carica il paesaggio di valori, ma lo priva dell'autenticità fisica. La situazione mistica è raccontata non come un esempio di storia sacra ma come una manifestazione dello spirito nazionale russo.

M. Martini in L'utopia spodestata osserva: "Suksin rivendica una linea tradizionale e forse ancora percorribile, quella della difesa spirituale del paesaggio come luogo di rappresentazione della Russia intera."
Dall'altro lato troviamo V. Rasputin, che nel so capolavoro Il villaggio sommerso, trasforma lo spazio in una dimensione ideologica. Qui troviamo lo spazio positivo del comunitarismo contadino e lo spazio negativo della crisi sovietica.

B. Pasternak, nella conclusione del suo romanzo Dottor Zivago, descrive cosi un villaggio tagliato in due dalla strada, dove da una parte esso è incendiato e ora disabitato, e dall'altro è scosceso al fiume: "Il campo e il bosco offrivano allora due paesaggi completamente opposti. I campi, senza l'uomo, erano diventati orfani, come colpiti in sua assenza da una maledizione. I boschi, invece, scampati all'uomo, si erano ravvivati come prigionieri tornati in libertà."

La dimensione dell'individualismo, invece, è privata e concreta. Il passaggio dagli spazi aperti, necessari alla vita collettiva, verso gli spazi domestici e chiusi, mostra il sentimento di rinuncia ai sogni e alla felicità, una chiusura verso il mondo esterno.

Durante gli anni di esperienza sovietica, una grandissima quantità di scrittori e stata vittima di arresti, fucilazioni, perquisizioni e prigionia nei campi sovietici, i GULag.

L'azione repressiva ha portato ad un rapporto sacrale con la parola letteraria e alla creazione di un nuovo genere letterario, quello della lagernaja literatura, strettamente legato a tali eventi. M. Martini osserva che "l'universo concentrazionario sembra respingere la lettura non lineare della poesia e pretendere invece l'assoluta linearità della prosa." Vi sono i poeti che dedicano all'esperienza del GULag le memorie, descrivendo le condizioni di vita nei campi di concentramento e, gli altri, che attraverso i versi cercano di mostrare la ricerca dell'indipendenza e la sfida della preservazione dell'umanità.