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La diffusione del catarismo e il sorgere dell’ufficio inquisitoriale nella prima metà del Duecento. Un’indagine storico- archeologica.

La nascita dell'Inquisizione

Nel 1229, al termine della ventennale crociata albigese, viene fissato, con il concilio di Tolosa, il programma del nuovo periodo che si apre nella lotta contro le eresie.

Quest'ultime erano considerate delle malattie che minacciavano la stabilità e l'integrità del corpus ecclesiae. Le pene più dure, su tutte quella del rogo, assumevano una duplice finalità: da un lato dovevano incutere timore negli accusati in modo da spingerli alla confessione; dall'altro, nei casi di eretici impenitenti, servire da mezzo per sradicare definitivamente dall'animo dell'eretico quella deviazione che non voleva abbandonare.

L'eretico, in quanto mutava la vita della società cristiana, metteva in discussione l'ordinamento voluto da Dio, e di conseguenza anche l'imperatore era obbligato a combatterlo in quanto garante dell'ordinamento sociale. Nel 1231, papa Gregorio IX crea l'officium inquisitionis.

Questa data segna il termine dell'inquisizione vescovile e l'inizio della seconda fase dell'Inquisizione Medievale, chiamata "inquisizione legatina". Per la prima volta compare il termine di "inquisitori", ma questi non sembrano avere un'identità specifica. È da escludere, infatti, che l'Inquisizione sia stata concepita in maniera organica e meditata; piuttosto ebbe una formazione iniziale decisamente "a tentoni". Nelle intenzioni di Gregorio IX, l'idea di una repressione metodica dell'eresia implicava un rinnovamento delle forme tradizionali di repressione.

Il 22 novembre dello stesso anno, il papa scrive all'indirizzo dei frati Predicatori di Ratisbona, Teodorico e Burcarso, la bolla Ille humani generis. I due domenicani ricevevano dal pontefice l'incarico di compiere missioni inquisitoriali nelle aree impestate dall'eterodossia. I frati Predicatori avevano il potere di scomunica contro gli oppositori e i ribelli, che fino a quel momento era stato proprio dei vescovi e dei legati.

Gli inquisitori iniziano quindi a circolare in Europa dagli anni Trenta del Duecento. Essi, in principio, erano delegati dal papa, con poteri e funzioni specifiche, che a mano a mano andavano definendosi. Si passava dunque da un processo accusatorio (condotto dal vescovo) a un processo inquisitorio. Il frate Predicatore/inquisitore si trova proiettato in una dimensione giudiziaria politico-istituzionale mentre stava piombando sugli eretici una terribile repressione. Infatti, in un clima di generale intolleranza che nel tempo si istituzionalizza, la politica del dialogo con gli eretici si fa difficile, e i frati predicatori dell'ordine domenicano si trovano di fronte a problemi di coscienza e contraddizioni interne dettate dalla creazione della stessa Inquisizione.

Nel 1233 viene installata in Occitania l'Inquisitio heretice pravitatis, e il pontefice Gregorio IX investe gli ordini dei frati predicatori e dei frati minori di quel santo uffizio. I primi inquisitori designati furono Pierre Seilan, di Tolosa, e Guillaume Arnaud, un giurista di Montpellier. Insieme a loro fu associato Rolando da Cremona come collaboratore e Arnaud Cathala come inquisitore della città di Albi. La prima azione inquisitoria dei due domenicani fu la cattura di Vigoros di Baconia, il quale era ritenuto il capo degli eretici di Tolosa. Egli fu giudicato e quasi subito condannato a morte, privando così la chiesa catara di un importante punto di riferimento. Per due anni, i due inquisitori seminarono per Tolosa un clima di vero terrore: molte persone finirono per autoaccusarsi per timore di essere inquisite; nel Quercy, invece, dopo aver riesumato e bruciato diversi cadaveri, gli inquisitori condannarono al rogo duecentodieci persone.

Una riforma dei tribunali ecclesiastici contro l'eretica pravità fu messa in atto a partire dal pontificato di Innocenzo IV. I suoi primi anni come vescovo di Roma, dal 1243 al 1251, si caratterizzano per la consapevolezza teorica di una necessaria organizzazione giuridica in grado di rendere funzionale l'istituto inquisitoriale. Egli affida l'ufficio inquisitoriale, oltre che ai già citati frati Predicatori, anche ai frati Minori dell'ordine francescano. Tra il 1252 e il 1254, avviene il definitivo passaggio da "inquisitori dell'eretica pravità deputati dalla sede apostolica" all'Inquisizione in quanto istituzione identificata e stabile, la quale veniva a comporsi, dopo una prima fase di "sperimentazione", in un tribunale speciale e permanente con diffusione a base territoriale sistematica. L'Ordine dei frati Minori ottiene lo stesso livello di equiparazione all'Ordine dei frati Predicatori in merito alla repressione degli eretici. Che l'ordine francescano venisse impiegato nell'ufficio inquisitoriale appare del tutto normale a metà del Duecento, così come in precedenza.

L'8 giugno 1254, con la bolla Cum super inquisitione, Innocenzo IV rendeva esecutiva la nuova organizzazione dell'ufficio della fede, che era venuto delineando in una serie di bolle emanate dopo il 21 maggio dello stesso anno. L'Italia era stata suddivisa in otto province inquisitoriali. Due, la Lombardia e il regno delle Due Sicilie, vennero affidate ai domenicani, le altre sei , Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Romagna e Marca Trevisana, ai frati minori. Al contrario che in Francia, dove l'episcopato esercita un vigile controllo sull'attività inquisitoria e le imprime un andamento relativamente mite con i frequenti concili, in Italia l'iniziativa è quasi totalmente nelle mani del papa. Nella riorganizzazione e istituzionalizzazione dell'Inquisizione, un ruolo da protagonista lo gioca una terribile decretale emessa dal pontefice il 15 maggio del 1252, la Ad extirpanda. Essa canonizza esplicitamente le pene previste dalla legislazione di Federico II. La novità più grande che emerge dalla bolla è l'introduzione della tortura all'interro dei processi inquisitori: le autorità civili avevano l'obbligo di ricorrere a quest'ultima per obbligare gli eretici inquisiti ad ammettere le proprie colpe e a fare i nomi di altri loro seguaci. La celebre bolla, la quale radicò l'inquisizione ad una condotta ancora più repressiva, venne emessa dopo l'assassinio di frate Pietro da Verona, conosciuto anche come San Pietro Martire. Egli nacque intorno al 1206, forse da genitori catari.

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La diffusione del catarismo e il sorgere dell’ufficio inquisitoriale nella prima metà del Duecento. Un’indagine storico- archeologica.

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Informazioni tesi

  Autore: Niccolò Bizzarri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze Archeologiche
  Relatore: Antonio Musarra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 98

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