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La diffusione del catarismo e il sorgere dell’ufficio inquisitoriale nella prima metà del Duecento. Un’indagine storico- archeologica.

L'obiettivo che questo lavoro vuole raggiungere è quello di chiarire in che modo il processo che diede vita all'ufficio inquisitoriale ebbe inizio e comprendere come effettivamente si instaurò l'eresia nel territorio cristiano. Per quale motivo le dottrine eterodosse rappresentarono un pericolo tale da mettere in moto la macchina dell'Inquisizione? I catari non lasciarono rilevanti tracce archeologiche nel territorio, tuttavia trovarono nella fortificata Linguadoca la regione perfetta in cui instaurarsi. Quali conseguenze del sorgere dell'ufficio inquisitoriale possiamo riscontrare nel territorio e nell'urbanistica della regione?
Questa tesi rappresenta il tentativo di connettere un tema storico discusso e controverso come quello dell'Inquisizione, andandone a studiare le origini, a un tema archeologico come quello che può rappresentare l'insediamento dell'eresia medievale più famosa, quella catara, andandone ad analizzare quelli che furono i suoi luoghi di vita e, soprattutto, di morte.

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6 INTRODUZIONE Nel Santuario di San Pietro Martire, a Seveso, è conservata un’importante reliquia: il pugnale con il quale il predicatore domenicano fu assassinato, il 6 Aprile 1252. Pietro da Verona fu canonizzato da Papa Innocenzo IV in tempi brevissimi, divenendo il patrono degli inquisitori: un vero e proprio martire che ha dato la vita per difendere l’integrità della Chiesa romana. L’eredità cristiana che è arrivata fino ai nostri giorni è frutto di numerose evoluzioni e scontri dottrinali protratti nel tempo. Ogni religione, infatti, presenta al suo interno diversi punti di vista interpretativi del messaggio che essa vuole lanciare. L’accentramento del potere religioso a Roma, intorno alla Chiesa fondata dall’apostolo Pietro, darà luogo ad un sistema che si arrogherà la supremazia sull’intera cristianità: la Chiesa cattolica si ritiene così l’unica portavoce autorizzata della Parola divina. 1 Dopo lo scisma del 1054 con la chiesa d’Oriente, si crearono i presupposti per il lento sviluppo di un contesto repressivo: per mantenere il controllo sulla società cristiana, i pontefici del basso medioevo si videro costretti ad attuare misure sempre più decise nei confronti di chi predicava un’altra chiave di lettura del verbo cristiano. Quando nel corso dei secoli si ottiene un enorme potere politico e sociale, come nel caso della Chiesa, è perfettamente naturale avere il timore di perdere la propria completa rilevanza. Fu proprio questo, infatti, quello che rappresentò l’eresia e gli eretici per la chiesa cattolica: un grande pericolo capace di sviare il fedele verso altri sentieri, discostandolo da tutto quello che, nel tempo, i successori di Pietro avevano costruito e conquistato. La Fede, nel medioevo, andava di pari passo con l’evoluzione sociale delle comunità: dobbiamo infatti immaginare la vita quotidiana di un uomo medievale, accompagnata costantemente dalla religione cristiana, la quale conferiva uno scopo e un’identità all’individuo. Quando nel XII secolo diverse eresie iniziarono a dilagare in Europa raccogliendo numerosi consensi, si diede inizio a quel lento processo che andrà ad istituire la macchina inquisitoriale. Se già nel 1002 avvennero le prime esecuzioni di catari a Orléans e a 1 Vincenzo Tedesco, Inquisizione, eresia e magia nel tardo medioevo, Monsagrati, La Vela, 2020, pp. 29- 30.

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Informazioni tesi

  Autore: Niccolò Bizzarri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze Archeologiche
  Relatore: Antonio Musarra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 98

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Parole chiave

beni culturali
archeologia
storia medievale
inquisizione
archeologia medievale
lettere
lettere e filosofia
catarismo
scienze archeologiche
scienze dell'antichità

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