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Il sistema pensionistico nell'ordinamento italiano: evoluzione e prospettive

La pensione "Quota 100"

Tra gli strumenti utilizzati per offrire ai lavoratori maggiori opportunità di uscita dal mercato del lavoro ad un'età inferiore rispetto a quella richiesta per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, il primo è quello della nuova fattispecie prevista dall'art. 14, d. l. n. 4/2019, non modificando tuttavia la disciplina del trattamento di vecchiaia, immutata dal 2011.

Si tratta in sostanza dell'erezione di una modalità alternativa di accesso al pensionamento, "in via sperimentale per il triennio 2019-2021" in virtù della quale "gli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall'INPS, nonché alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, possono conseguire il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento di un'età anagrafica di almeno 62 anni e di un'anzianità contributiva minima di 38 anni".
Quest'ultimo traguardo può essere raggiunto anche cumulando periodi assicurativi non coincidenti nelle varie gestioni amministrate dall'INPS.

Seppur balzi immediatamente all'occhio l'esclusione da questo sistema l'esclusione dei liberi professionisti iscritti alle casse di categoria (per cui non vale nemmeno la regola del cumulo), esso sembra unicamente disegnare un sistema di favor basato sulle quote per i soggetti indicati, vedremo, tuttavia, una vera e propria riesumazione di vincoli ormai in larga parte abbandonati dalla legislazione precedente quali finestre e divieti di cumulo, anche con il preciso scopo di evitare un esodo di massa verso la quiescenza.

I vantaggi di cui la novella risulta foriera emergo scorrendo il testo del decreto; infatti, "il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2021 può essere esercitato anche successivamente alla predetta data, ferme restando le disposizioni del presente articolo", mentre il "requisito di età anagrafica […], non è adeguato agli incrementi alla speranza di vita di cui all'articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122".

La nuova disciplina non prevede inoltre penalità di alcun tipo legate alla combinazione dei requisiti con la quale i soggetti accedono alla pensione al contrario di quanto venne stabilito nel 2011 dalla riforma Fornero, ma vengono reintrodotte, come già accennato, le cosiddette finestre (trimestrali per i privati e semestrali per gli statali), oltre al divieto di cumulo con lavoro dipendente ed autonomo, su cui torneremo più diffusamente.

I requisiti ridotti di "Quota 100" si pongono in continuità rispetto al sistema previgente la legge Fornero, rappresentandone una sorta di evoluzione: si configura quindi un temporaneo e vantaggioso (per chi possa beneficiarne) ritorno al passato e perciò volutamente mitigato da vincoli ormai dimenticati ma ora ripristinati.

La disciplina sembra infatti rispolverare la soluzione già proposta dalla l. n. 247/2007, la quale consentiva peraltro una contenuta variabilità, in aumento o in diminuzione dei due addendi componenti la quota, tale da garantire un minimo di flessibilità sul momento di uscita dal lavoro. Una simile situazione non è invece prevista dalla nuova normativa, dove i requisiti per il pensionamento anticipato sono stabiliti direttamente dalla legge in valore assoluto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il sistema pensionistico nell'ordinamento italiano: evoluzione e prospettive

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Franchini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Francesca De Michiel
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 281

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