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Le acque internazionali. Dalla libertà dei mari al mare territoriale

La protezione dell'ambiente marino e del patrimonio culturale sottomarino

Con lo sviluppo dello sfruttamento delle acque, sia come via di comunicazione che come contenitore di risorse da poter utilizzare a favore delle popolazioni, si assistite ad un parallelo sviluppo della normativa posta a tutela dell'ambiente acquatico. A partire dagli anni '50 fino a tempi più recenti si succedono numerosi accordi tra gli Stati che, in stretta cooperazione, si impegnano nello stabilire regole al fine di contrastare l'inquinamento marino ed una situazione di degrado dei mari e degli oceani che diviene sempre più drammatica e che fa temere che l'equilibrio ecologico sia messo a rischio dai danni irreversibili causati negli anni, tanto da giungere ad un punto di non ritorno.

A dare peso agli accordi internazionali è la stessa Convenzione di Montego Bay che fornendo, comunque, una normativa-quadro (la Convenzione dedica all'inquinamento più di quaranta articoli), lascia i dettagli a specifici accordi in materia. La normativa di carattere generale è affiancata dalle convenzioni via via stipulate e aventi carattere universale, regionale o bilaterale e relative a vari aspetti della protezione dell'ambiente marino.

Fra gli articoli spiccano quelli che impegnano gli Stati a collaborare tra loro e con le organizzazioni internazionali competenti al fine di formare regole per la salvaguardia dell'ambiente marino e che li obbligano a tenersi reciprocamente informati sui dati scientifici relativi all'inquinamento, a predisporre programmi comuni di lotta e ad assistere i Paesi in via di sviluppo sul piano scientifico e tecnico.

L'inquinamento dell'ambiente marino viene definito come «l'introduzione diretta o indiretta, di sostanze o energia nell'ambiente marino…che provochi o possa presumibilmente provocare effetti deleteri quali il danneggiamento delle risorse biologiche e della vita marina, rischi per la salute umana, impedimenti alle attività marine, ivi compresi la pesca e altri usi legittimi del mare, alterazioni della qualità dell'acqua di mare che ne compromettano l'utilizzazione, oppure il degrado delle attrattive ambientali».

La Convenzione Internazionale pone l'accento su un generale obbligo di tutti gli Stati, singolarmente o congiuntamente, di proteggere e preservare l'ambiente marino, tenendo comportamenti atti a ridurre, a tenere sotto controllo e ad evitare l'inquinamento, proteggendo l'ambiente marino e preservandolo, con particolare riguardo ai territori appartenenti ad altri Stati e agli spazi comuni ricompresi all'interno di quell'ampio precetto del "divieto di inquinamento transfrontaliero".

Nel caso in cui dovessero realizzarsi incidenti, i Paesi dovranno adottare tutte le misure per impedire che l'inquinamento si propaghi in zone non sottoposte alla propria giurisdizione. Nell'enucleare questi principi si sofferma anche ad indicare alcune delle principali fonti di inquinamento che devono essere tenute in particolare considerazione:
• Il versamento di sostanze tossiche, dannose o nocive e in particolare quelle non degradabili provenienti da fonti terrestri o dall'atmosfera o da immissione;
• L'inquinamento da parte di navi, con particolare riferimento ai provvedimenti intesi a prevenire incidenti ed a fronteggiare le emergenze, garantendo la sicurezza delle operazioni in mare, prevenendo scarichi intenzionali o accidentali, e regolamentando la progettazione, la costruzione, l'armamento, le operazioni e la condotta delle navi;
• L'inquinamento prodotto da installazioni e macchinari utilizzati per l'esplorazione o lo sfruttamento delle risorse naturali del fondo marino e del sottosuolo, con particolare riferimento ai provvedimenti intesi a prevenire incidenti ed a fronteggiare le emergenze, garantendo la sicurezza delle operazioni in mare, e regolamentando la progettazione, la costruzione, l'armamento, le operazioni e la conduzione di tali installazioni e macchinari;
• L'inquinamento prodotto da altre installazioni o apparecchiature che operano nell'ambiente marino, con particolare riferimento ai provvedimenti intesi a prevenire incidenti e a fronteggiare emergenze, garantendo la sicurezza delle operazioni in mare, e regolamentando la progettazione, la costruzione, l'armamento, le operazioni e la conduzione di tali installazioni e macchinari. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le acque internazionali. Dalla libertà dei mari al mare territoriale

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Vaccai
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Alessandro  Ferrari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 117

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Parole chiave

libertà
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