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Dalla Casa del popolo all'aperitivo. L'evoluzione organizzativa ed identitaria delle organizzazioni giovanili di Sinistra in Emilia Romagna

La Sinistra giovanile: tra il comunismo e il Duemila

Chiusa l'esperienza della FGCI, nasce subito il Comitato promotore che deve prendere il compito di avviare la fase costituente di una nuova organizzazione giovanile di sinistra, che prende il nome di Sinistra giovanile (SG).

La Sinistra giovanile si configura come organizzazione autonoma e formalmente slegata da ogni partito ripartendo, idealmente, da quelli che erano stati i temi più importanti dell'ultima FGCI, a partire dalla difesa dei diritti civili, della pace e dell'ambiente: lo fa sviluppandosi infatti come una confederazione di quattro associazioni radicate nella scuola, nell'università, nella città e nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, però, SG vuole porsi come interlocutore non solo privilegiato ma anche paritario del nuovo partito della sinistra (che dal 3 febbraio 1991 sarà ufficialmente chiamato Partito Democratico della Sinistra, PDS), con l'obiettivo di esercitare una influenza su di esso e sulle sue decisioni.

Fin dalla prima assemblea del Comitato promotore, tenutasi nel dicembre 1991, emergono nella mozione i limiti di questa struttura, resisi evidenti nel primo anno al Congresso di Pesaro: «le associazioni […] hanno finito con l'essere identificate sempre più con l'identità e l'immagine della Sinistra giovanile» (Assemblea Nazionale 1991). La stessa mozione riconosce i limiti di una posizione ambigua legata al patto politico-programmatico tra l'organizzazione e il PDS: da un lato, infatti, essa viene ancora riconosciuta dal pubblico dei giovani come la sezione giovanile del partito (non la è e non vuole esserla, in questa fase); dall'altro, il partito stesso non la interpreta come un soggetto in grado di incidere realmente sulle scelte che esso opera.

Una delle prime sfide politiche che l'organizzazione raccoglie è quella dell'esperienza pacifista in opposizione alla prima Guerra del Golfo, che raggiunge il suo punto critico, con l'intervento delle forze militari occidentali, proprio nei giorni della transizione formale da PCI a PDS. In questo clima, quindi, la Sinistra giovanile (che in questo periodo agisce ancora tramite il proprio Comitato promotore) da un lato si impegna nell'organizzazione di o nella partecipazione a sit-in, proteste e giornate di mobilitazione pacifista, riaffermando in questo modo il proprio carattere di promotrice delle iniziative politiche giovanili; dall'altro lato, è parte attiva della transizione verso la socialdemocrazia del Partito Comunista Italiano, essendo presente al XX Congresso che ne sancisce lo scioglimento ufficiale.

Sempre nel 1991 la nuova organizzazione entra a far parte della IUSY (l'Unione Internazionale della Gioventù Socialista), portando a termine il processo avviato dalla FGCI nella seconda metà degli anni Ottanta ed anticipando l'ingresso del PDS nell'Inter nazionale Socialista, che avviene nel settembre 1992 e rappresenta il compimento della Svolta del 1989 (Mascarin 2013).

L'esperienza della SG come confederazione autonoma, la cui indipendenza organizzativa ed ideologica nasce sulla base della FGCI «rifondata» post-1985, non è sufficiente a fermare una continua emorragia di iscritti che mette in difficoltà l'organizzazione, specialmente in alcune realtà territoriali che non sono più rappresentate ( ibidem). Durante l'Assemblea Nazionale del Comitato promotore per la Sinistra giovanile del dicembre 1991, si fa strada l'idea che l'organizzazione debba essere riportata all'interno del Partito Democratico della Sinistra: ciò accade poche settimane dopo, nel corso della I Assemblea, in cui l'organizzazione entra ufficialmente a far parte del PDS come sua sezione giovanile, assumendo il nome di Sinistra giovanile nel PDS (che in questo lavoro, per semplicità, verrà comunque chiamata Sinistra giovanile o SG).

È rilevante, come segnala Mascarin, il fatto che questo nuovo corso della SG ricerchi la sua legittimazione «non tanto nella storia della vecchia FGCI, quanto piuttosto nelle esperienze delle organizzazioni giovanili socialiste e socialdemocratiche europee»: il cambio di rotta segue - ancora una volta - quello operato dal PDS che assume stabilmente una connotazione socialdemocratica. La fine dell'esperienza confederale significa anche il distacco da tutte quelle associazioni tematiche che, inizialmente, formavano la SG: il loro percorso rimane parallelo, ma distinto da quello dell'organizzazione. La Sinistra giovanile si fa quindi soggetto coinvolto nella costruzione del nuovo grande partito di sinistra, ma lo fa in un clima difficile: nel solo 1992 (anno in cui il PDS si presenta alle sue prime elezioni politiche) l'Italia è scossa dallo scandalo dell'inchiesta Mani pulite e dalle stragi di mafia.

La SG è particolarmente interessata a questi temi, soprattutto quello della legalità e della lotta alle mafie: fin dallo stesso 1992, si può registrare il suo impegno attivo, non solo partecipando come organizzazione alle dimostrazioni sorte spontaneamente dai cittadini palermitani e siciliani ma anche organizzando e coordinando le proprie iniziative; il tema della lotta alla criminalità organizzata diventerà sempre più importante per l'organizzazione, che ne farà un tratto distintivo della propria identità politica e d'azione e contribuirà a «nazionalizzarlo» portandolo all'attenzione della platea giovanile e studentesca come problema italiano e non solo siciliano, partecipando tra l'altro alla fondazione dell'associazione Libera nel 1995. [...]

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Dalla Casa del popolo all'aperitivo. L'evoluzione organizzativa ed identitaria delle organizzazioni giovanili di Sinistra in Emilia Romagna

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Ricciardi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Filippo Tronconi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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