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Il caso Gomorra. Al centro del dibattito l'accusa di un intrattenimento immorale

La tv a prova di ecosistema

Le serie televisive rappresentano il vertice delle nuove tecnologie e la modernizzazione di movimenti economico-produttivi dei prodotti mediali.
Negli stati uniti le serie tv sono gli ecosistemi narrativi per eccellenza poiché sono in grado di aderire perfettamente alle logiche delle produzioni e riuscendo comunque a soddisfare la folla di spettatori. Le produzioni pur mantenendo attinenza ai principi ecosistemici, trovano una loro differenziazione, ognuna di queste infatti utilizza linguaggi, stili e temi propri.
I formati narrativi vengono ridefiniti e si mostrano in costante ricerca verso la creazione di prodotti innovativi che siano capaci di rafforzare sempre di più la comunicazione con il pubblico.
Questi nuovi universi smettono di seguire la scaletta principale su cui venivano strutturate inizialmente le serie tv e vengono meno le variazioni sul tema e le ripetizioni all’interno di uno stesso testo proprio perché la televisione sceglie di concentrarsi sulla complessità dell’oggetto narrativo nel suo insieme. Quindi, come possiamo capire l’attenzione non è più rivolta solo alla costruzione del singolo segmento bensì ad un insieme più ampio.

La broadcast television
La broadcast television viene trasmessa attraverso frequenze pubbliche e la distribuzione dei programmi avviene attraverso il sistema di network ovvero gruppi di stazioni locali.
La giurisdizione sulle frequenze viene tenuta federal communications commission ed impone limiti e restrizioni sui contenuti, di conseguenza le narrazioni sono molto più soft risetto a quelle delle OTT ed emittenti cable.
Il tipo di narrazione delle della broadcast television viene interrotto dai frammenti pubblicitari per via del fatto che il pubblico non è l’unico cliente a fruire del prodotto televisivo. Infatti la vendita è destinata anche e soprattutto agli inserzionisti pubblicitari. Lo storytelling è caratterizzato da archi narrativi ricorrenti e attraverso gli strumenti del climax e il cliffhanger poco prima delle interruzioni pubblicitarie per accaparrarsi la costante attenzione del pubblico dopo la pubblicità.
I programmi inseriti all’interno del palinsesto seguono le fasce d’orario previste per ogni target a cui è indirizzato il programma. I prodotti rivolti ad un pubblico adulto vengono mandati in onda a partire dalle 22.00.
L’innovazione tecnologica ha fatto si che crescessero nuovi players con la quale la televisione broadcast doveva iniziare a competere. Thompson nel 1996 identifica la cosiddetta seconda golden age della televisione; il prolungamento di un’era di cambiamenti introdotti a partire dagli anni Ottanta. In questo periodo le narrazioni smettono di seguire un andamento lineare e si mescolano su linee verticali ed orizzontali. Infatti i network iniziano a mettere sul mercato dei prodotti con narrazioni sempre più complesse agendo con una interessante politica di ibridazione dei generi ed enfasi sulle figure creative. Nei decenni successivi le serie di genere sci-fi scardinano i confini del genere per realizzare mondi sempre più articolati e complessi che siano in grado di coinvolgere lo spettatore, rispettando però sempre le regole imposte dalla FCC e dalle tempistiche dei breaks pubblicitari.
La televisione generalista italiana si basa su un tipo di programmazione quotidiana i cui contenuti sono rivolti ad ogni genere di fascia d’età e classe sociale, da quello semplice ad uno più complesso che si presume sia davanti al televisore in un preciso orario della giornata.
Menduni identifica alcuni strategie essenziali per far vincere un determinato prodotto televisivo: giocare sul sicuro con l’utilizzo degli stereotipi poiché consentono una più semplice identificazione con il pubblico; fare spettacolo, anche i programmi d’informazione sono venate da coloriture intrattenitive; riflettere i valori medi della società poiché se il pubblico non condivide la programmazione viene meno la complicità tra l’offerta e il fruitore; riconoscibilità di immagini, suoni, volti, sorrisi e parole familiari al pubblico; tutela del prime time ed in fine la controprogrammazione che sfrutta i punti deboli delle emittenti concorrenti con programmi attrattivi. La fiction della televisione italiana inizialmente aveva come scopo principale quello di trasmettere valori e principi etici e ancora prima quelli politici. A partire dalla fine del duopolio tra Mediaset e Rai, la funzione didattica della neotelevisione affievolisce per prediligere i valori della sfera privata della società occidentale quali (amore, amicizia e famiglia), i più consoni alla dimensione generalista. Dagli Stati Uniti e dall’America Latina si cominciano a prelevare fiction televisive soprattutto per il costo ridotto di questi prodotti e la grande quantità di materiale disponibile (episodi). Questi prodotti erano costituiti da una narrazione articolata sulle avventure di uno o più personaggi con situazioni ricorrenti ad eccezione però dell’aggiunta di una guest star per ogni episodio, il quale si conclude con un senso compiuto. Dopo l’introduzione in Italia del serial americano il pubblico comincia a mutare le sue aspettative nei confronti della fiction.
La precarietà della vita quotidiana tipica della società contemporanea e la rottura delle ideologie unificanti, aprono la strada ad una narrazione frammentata priva di legami causa-effetto.
A risentire di questi cambiamenti è soprattutto l’happy ending spesso assente o magari offuscato. La produzione italiana di serie televisive ha fatto grandi sforzi per cercare di crescere improntando narrazioni basate sulla realtà odierna (famiglie allargate, coppie multietniche), le quali offrono un’interpretazione della realtà innestando nel pubblico degli atteggiamenti più tolleranti nei confronti delle realtà ritenute “diverse” ad esempio Briciole (tema dell’anoressia), Mio Figlio (sull’omosessualità e la discriminazione della diversità). L’altro filone preso in considerazione da Menduni riguarda argomenti di tipo storico-biografico (Paolo Borsellino, Maria Montessori, Padre Pio, Papa Giovanni), i quali sono diretti ad un pubblico adulto. Lo scopo di queste narrazioni è quello di rafforzare il legame nazionale con delle storie condivise dal pubblico italiano.

La premium cable
La premium cable (pay tv), fornisce prodotti che siano in grado di differire da quelli proposti dalla tv generalista e che quindi possano giustificare il pagamento degli utenti.
Per via dell’assenza di restrizioni la pay tv può mostrare tutti quei contenuti scottanti e vietati dalla broadcast television. Il cambiamento è partito dalle cable americane, le quali hanno progressivamente rivoluzionato le caratteristiche della serialità con temi alternativi di impatto immediato, magari sfruttando il successo di lungometraggi o libri che nel caso italiano si tramutano in titoli come Gomorra. Inoltre “l’eliminazione” delle interruzioni pubblicitarie ha fatto in modo che le narrazioni avessero una conformazione diversa.
Sky Italia si ispira ai modelli industriali americani (pur se in scala minore in termini d’investimento) i quali puntano soprattutto sulla realizzazione di serie televisive. La decisione di Sky di iniziare a produrre serie televisive originali si è dimostrata vincente ed ha consolidato un nuovo modello: quello della lunga serialità. La fiction pay come sostengono Barra e Scaglioni nasce per soddisfare un pubblico esigente, di conseguenza i costi di produzione sono alti ma allo stesso tempo si aprono le porte alla distribuzione internazionale.
HBO è la prima a lanciare un tipo di produzione definita quality television in tutti gli aspetti: una buona componente attoriale, produzione e scrittura ben strutturate. Questo tipo di produzioni si avvicinano molto di più alle tempistiche del cinema rispetto a quelle della televisione tradizionale per via della mancanza di interruzioni pubblicitarie, con stagioni che hanno circa tredici episodi per ognuna e coprono un tempo di circa tre mesi. Secondo Attilio Palmieri questa diversità di formato dipende soprattutto dal tipo di pubblico a cui è indirizzato il contenuto audiovisivo. Infatti, a differenza dei grandi target utilizzati dalla tv generalista, il pubblico a cui è interessata la pay tv è quello di nicchia, il quale si fidelizza al prodotto e crea delle comunità fandom.
I contenuti sono innovativi ed i tabù vengono distrutti per favorire una maggiore componente spettacolare, basata però su un altro modo di intendere lo spettacolare, proponendo temi incandescenti che si pongono al limite della violenza e del pornografico che fino ad ora erano concepiti come improponibili in televisione. Per questo l’analisi del modello Sky si presenta vitale per la comprensione del successo di Gomorra-la serie. Il delinquente avvia la narrazione ed è lui ad essere il protagonista indiscusso. Il gangster nel corso della sua “vita” mediale ha mutato completamente la sua permanenza schermica; in precedenza poteva comunque dare inizio alla storia ma alla fine a prevalere era la forza del bene con l’unhappy end del cattivo. Ad essere cambiata è proprio la prospettiva del reale. In Gomorra (nonostante la “triste” dipartita dei personaggi preferiti dagli spettatori) a contare non è il destino individuale a muovere l’intero arco narrativo, ciò che conta davvero è la rappresentazione della camorra ovvero la summa dei criminali. Per questo motivo si parla di un mutamento della prospettiva del reale. Nonostante Ortoleva faccia riferimento in particolar modo a Romanzo Criminale- la serie, la sua comparazione tra l’universo post-industriale (quello attuale) non più mirato a definire i ruoli e la rappresentazione del mondo criminale può ritenersi un confronto opportuno anche per il caso di Gomorra.
Per questo la città reale di Napoli e quella fittizia di Gomorra non possono essere più pensate separate l’una dall’altra.
Come preannunciato nel precedente capitolo Sky Italia ha raggiunto una grande rilevanza per quanto riguarda il numero di abbonati (4,766 milioni- marzo 2018), un introito tale da poter consentire l’investimento diretto nella produzione di serie tv. Il modello di business di Sky si fonda soprattutto sulle sottoscrizioni degli abbonati, sulla loro fedeltà e sulla valorizzazione della brand identity. Le serie originali trattandosi di un territorio inedito e poco esplorato è guidato da forti esigenze di branding orientate a rafforzare il marchio dell’offerta complessiva della piattaforma.
Data la condizione di ente privato Sky può investire e “deve” investire in contenuti per così dire particolari, scomodi che possano attrarre una grande quantità di pubblico.
Il conseguente aderimento al formato seriale odierno si identifica come una sorta di responsabilità nei confronti del pubblico abituato alle serie tv americane. Questo nuovo approccio si traduce in Gomorra-la serie in uno stile di racconto visivamente molto crudo e violento che sposta in avanti, per la prima volta, i limiti della rappresentabilità delle serie tv italiane. Gli autori dispiegano le linee narrative orizzontalmente e verticalmente basandosi su storie complesse ed articolate emotivamente trascinanti. Il dispiegamento delle linee narrative si articola aggiungendo altre linee a partire da quella principale che riguarda la scalata nel clan di Ciro di Marzio e su quelle di altri personaggi, tutte organizzate secondo la dinamica del controllo/perdita di controllo.
Il pubblico di Sky, per la maggior parte con un livello di istruzione e classe socio-economica medio-alti, si dimostra dinamico che desidera un’esperienza di fruizione personalizzabile; anything, anytime, anywhere. L’ente privato oltre al servizio di accesso ai palinsesti offre una selezione della propria library attraverso un decoder satellitare.
Per le logiche aziendali è indispensabile la definizione delle caratteristiche visive come il logo, le musiche, lettering e key visual, cast, scrittura, tono di voce complessivo e gli strumenti di comunicazione e marketing, necessarie al rafforzamento del brand per la promozione del prodotto Sky. Sotto questo punto di vista Gomorra-la serie è stata sviluppata per riuscire ad estendersi anche dalle culture dal basso grassroots. L’adesione del modello Sky alla quality television in linea con quello della HBO, implica l’assenso a narrazioni di respiro internazionale, effetti visivi fascinosi e tecniche di scrittura e regia ereditate dal cinema. Per questo la fase di scrittura del modello Sky si distingue per la sua qualità, la quale fa riferimento all’universo cinematografico. Inoltre, come nota Paola Brembilla le serie tv quality non mirano alla vendita di inserzioni pubblicitarie ma si impegnano a fornire un prodotto dal forte valore artistico e culturale, consentiti ovviamente dalla politica pay. Ad incrementare la posizione della Brembilla è la scelta di queste produzioni di introdurre le identità professionali di showrunner e creatori di cui viene potenziata la dimensione di auteurs di un campo culturale più elevato. Oltre all’”effetto di autenticità culturale” il nome dell’autore su un prodotto svolge la funzione di branding capace di consolidarne la dimensione altamente culturale. Dopo il successo di Romanzo Criminale- la serie, buona parte del pubblico ha riposto la propria fiducia nei confronti dello showrunner della serie suddetta. Così, la produzione di Gomorra-la serie ha ingaggiato il medesimo showrunner della serie roman- crime anche nella camorra-crime riponendo speranze e buoni propositi nella figura di Stefano Sollima che già si era guadagnato “l’occhio” del pubblico con il precedente successo di Romanzo Criminale. Come spiega Brembilla, anche la figura dell’autore è in grado di costruirsi il suo self- brand proprio sul tratto stilistico del film o meglio l’insieme delle sue opere. Il nome si trasforma quindi in un marchio di garanzia dal quale lo spettatore sa cosa aspettarsi. Questa dinamica non si verifica solo per il regista ma anche per gli attori, in quanto svolgono anch’essi la funzione di supplemento valoriale che certifica appunto la qualità del prodotto alla quale ha contribuito. Inoltre negli ultimi anni si verificano scambi transazionali: prime tra tutte sono le produzioni americane, le quali cominciano ad attingere dai contenuti britannici per il loro interessante bacino di prodotti culturali. Ma non è solo il contenuto ad interessare alle pay tv americane, infatti queste adottano anche formati narrativi più brevi ed autonomi che siano in grado di far concentrare il pubblico.

La quality television
I registi indipendenti del cinema americano, già a partire da David Lynch, si avvicinano sempre di più alla serialità televisiva per via del fatto che i contenuti proposti dalle case indipendenti trovano con difficoltà un grande pubblico nelle sale cinematografiche. Il pubblico delle serie tv come si è già detto è perlopiù di nicchia, quindi disposto a pagare per la “particolarità” del prodotto indipendente. Questa compenetrazione di maestranze creative di Hollywood con quelle della televisione ed il passaggio da pubblici di massa a quelli più elitari, costituiscono alcuni dei nodi centrali dell’ecosistema narrativo.
Prendendo in riferimento Twin Peaks (David Linch, 1990-1992; 2017) il capostipite delle innovazioni più importanti nel campo della serialità contemporanea, si può delineare come siano nettamente mutati gli schemi del racconto. Lo spettatore che per la prima volta guardava l’opera di Lynch si ritrovava letteralmente ingabbiato nel flusso narrativo per poter ricostruire le indagini sulla morte di Laura Palmer. Per la prima volta colpi di scena e intreccio di linee narrative di diversi episodi andavano spesso collocandosi in una non-linearità cronologica.
Per questo tutt’oggi, Twin Peaks viene condotto all’origine di quella che è la rinnovata modalità del tempo narrativo libero, una delle principali caratteristiche della serialità odierna.
L’affermarsi di questa libertà temporale ha creato un nuovo modo di raccontare in cui più dimensioni temporali si intrecciano.
La HBO come abbiamo visto ha ricoperto il ruolo fondamentale nella quality television; ad ogni nuova produzione c’è stato sempre l’obbiettivo di alzare i livelli qualitativi con prodotti unici nel loro genere. Le maestranze ingaggiate da HBO, grazie alle importanti somme messe a disposizione, hanno potuto muoversi con facilità all’interno di contenuti violenti mai visti prima in televisione. Il primo caso di esibizione della violenza è stato in I Soprano (The Sopranos, David Chase 1999-2007), ove per la prima volta veniva contemplato un tema tanto violento.
L’unicità dei temi di HBO vengono sottratti dall’entrata in scena delle OTT, le quali grazie a produzioni originali ripropongono contenuti violenti con il medesimo concetto delle pay tv in cui non sono previste inserzioni pubblicitarie. Il primo caso è quello di House of Cards (Beau Willimon, 2013).
Il colosso Netflix comprende l’importanza delle proposte dai contenuti originali come dimostrano molti dei successi tra cui Orange Is The New Black (Jenji Kohan, 2013-) e Stranger Things (Marr & Ross Duffer, 2016-).
Oltre ai nuovi contenuti inseriti nel contesto di questa nuova produttività, di essenziale e forse suprema importanza (a mio parere) per il successo di Netflix è la fruizione. A sfruttare appieno le capacità di internet infatti sono le OTT, le cui piattaforme favoriscono l’esperienza personalizzata dei contenuti audiovisivi. Le serie vengono messe a disposizione dell’utente in qualsiasi momento ed in ogni luogo, ciò rappresenterebbe l’abbattimento dei limiti dei prodotti seriali.
Il binge-watching rappresenta uno dei nuovi aspetti della fruizione strettamente legato all’innovazione tecnologica. Infatti, data questa nuova possibilità di fornire un’esperienza di fruizione altamente personalizzata, alcune serie sembrano essere prodotte proprio per un fruitore di tipo binge watcher. I prodotti vengono posizionati su una moltitudine di piattaforme e lo spettatore può fruire del contenuto che desidera dal supporto che più preferisce, si tratta dunque di un’sistema che avvolge lo spettatore nella sua quotidianità. Wolff nel suo saggio identifica una vera e propria invasione dell’intrattenimento, oggi se si vuole seguire una serie si può fare come e quando si vuole fuori dai palinsesti televisivi.
Le trame possono liberarsi della struttura verticale della trama per consentire la compenetrazione tra serialità narrativa e letteratura, volta alla creazione di una trama sempre più romanzesca. Queste nuove produzioni aprono così la strada a nuove sperimentazioni narrative, con durata, ritmi e modalità che si distanziano definitivamente dalle obsolete modalità dei tradizionali network.
Le nuove produzioni OTT mettono a dura prova l’esclusività delle pay tv. La HBO è la prima a rispondere alla sfida lanciata da Netflix e propone, dopo il successo di American Horror Story (Ryan Murphy, Brad Falchuk, 2011- ) un’altra serie antologica True Detective (Nic Pizzolatto 2014- ). La continuità narrativa si configura come il maggior generatore di attesa per la puntata successiva. Ovviamente, uno dei maggiori vantaggi per la vendibilità del prodotto consiste nella compresenza di figure attoriali di spicco ed in questo caso quelle di Matthew McConaughey e Woody Harrelson.
Le serie antologiche sono emblematiche per quanto riguarda la contrazione dei formati narrativi, per via della loro struttura questo tipo di serie, avendo un racconto finito, permettono di essere viste tutte insieme. Una delle peculiarità delle antology series risiede nella possibilità di poter far ripartire da zero il contenuto, magari dopo una stagione dagli esiti negativi.
Come abbiamo potuto vedere il sistema televisivo muta spesso la sua forma a seconda degli impatti tecnologici e di mercato, per la sua necessità di riadattamento alle nuove forme mediali e con esso muta anche il concetto di serialità. Conseguentemente le serie tv sono sottoposte anch’esse a continue riconsiderazioni e rimodellamenti per via della forte competizione a cui vengono sottoposte.
Per garantire una maggiore durata di “vita” delle serie, queste vengono vendute ad altre emittenti per poter favorire il loro sfruttamento capillare. Il problema di questa abbondanza di finestre distributive risiede nella possibilità che il prodotto possa essere deviato rispetto al suo testo originale. Come ho già spiegato in precedenza, i contenuti della tv broadcast sono sorvegliati dalla Federal Communications Commission (FCC) che per via delle sue facoltà può asserire a tagli e censure sul prodotto originale arrivando a comprometterne il valore artistico.
Queste trasformazioni sono dovute soprattutto all’esigenza di adattamento delle logiche seriali ai nuovi media presenti sullo scenario dei consumi culturali. La serialità si è evoluta, ed ora si dimostra capace di attraversare la costellazione di media che dominano l’era moderna.
La configurazione secondo prospettive cross-mediali trova linfa vitale soprattutto con la grande diffusione della convergenza digitale. La televisione contemporanea pur mantenendo la sua specificità è ormai effettivamente entrata nella post-network era; estremamente personalizzata e versatile a seconda delle richieste del fruitore. Lo stesso accade per lo schermo cinematografico che soprattutto nell’ultimo decennio si dimostra capace di mettersi in gioco espandendo i propri contenuti anche su altre piattaforme. Votati al successo sono tutti quei contenuti che interagiscono tra di loro e si rivelano mobili ed elastici.

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Il caso Gomorra. Al centro del dibattito l'accusa di un intrattenimento immorale

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Corsi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Ilaria. A De Pascalis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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