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La redistribuzione del lavoro a parità di salario: l'ultima àncora di salvezza

Lavorare meno, ma lavorare tutti negli anni 80: storia dei contratti di solidarietà

Una delle prime declinazioni dello slogan «lavorare meno per lavorare tutti1», fu la messa in atto, sostenuta dai sindacati prima e, successivamente, anche dal governo dell’epoca tramite appositi provvedimenti normativi, dei contratti di solidarietà, che nascono, negli anni Settanta/Ottanta con una funzione difensiva, ovvero di mantenimento del posto di lavoro, redistribuendo gli svantaggi su tutti i lavoratori. Gli anni Settanta vedono un importante intervento da parte dei sindacati nella risoluzione delle crisi aziendali, ma anche dello Stato, grazie all’avanzata di partiti legati ai lavoratori.
In Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni Settanta ci fu un’importante crescita economica che pareva quasi inarrestabile. Sembrava che si fosse trovata la ricetta perfetta per il miracolo economico2.
Tre i fenomeni che avevano permesso questa crescita esponenziale:
1. La ricostruzione post – bellica;
2. Il sistema di produzioni fordista che aveva, inoltre, permesso un aumento dei salari;
3. L’intervento dello Stato nell’economia.

A rompere l’idillio fu l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), che non gradì il supporto dei Paesi occidentali in favore di Israele contro la coalizione araba composta, in particolare, da Egitto e Siria, nella guerra dello Yom Kippur.
Come ritorsione all’appoggio dato, i Paesi esportatori di petrolio (a maggioranza araba), sospesero la fornitura di petrolio ai Paesi occidentali, facendo crescere in maniera esponenziale il prezzo del greggio e nello stesso tempo creando penuria di energia, problemi di disoccupazione, perdita di produttività da parte delle imprese. Approdata anche in Europa, dopo lunghi anni di sviluppo industriale, «la crisi del ’73 – 75 costituì un trauma fortissimo sul piano psicologico prima ancora che economico, rivelò un’insospettata fragilità delle economie capitalistiche avanzate e fece sorgere […] una serie di interrogativi sui fondamenti stessi della civiltà nata con la rivoluzione industriale»3.
Inizialmente proliferarono gli interventi a carico dello Stato come la Cassa integrazione guadagni e la Cassa integrazione guadagni straordinaria4 o gli incentivi per il prepensionamento, ma ben presto si rese necessario trovare un nuovo equilibrio che garantisse l’occupazione, oltre che il reddito per tutti.

Infatti, con le innovazioni tecnologiche, nonostante i periodi di Cassa Integrazione Guadagni, per molti non era possibile, scaduto il termine, rientrare nei propri posti di lavoro, in quanto il personale era considerato definitivamente in esubero5.
La nuova necessità era quella di incentivare, tramite finanziamenti pubblici, le riduzioni dell’orario di lavoro, come alternativa a infiniti sussidi di disoccupazione. Dal 1982 grazie all’intervento dei sindacati, molte crisi aziendali furono gestite tramite accordi interni che prevedevano la riduzione dell’orario di lavoro di tutti i lavoratori per salvare, durante la fase di crisi, l’occupazione di quelli considerati in esubero.
Una prima elaborazione dei contratti di solidarietà trova esplicazione nel «Protocollo Scotti», Accordo interconfederale del 22 gennaio 1983, nel quale il governo, le associazioni datoriali e quelle sindacali, si pongono l’obiettivo di affrontare il grave problema dell’occupazione, mediante una serie di misure legislative ed amministrative.
[…]




1 Contrattazione - Rivista bimestrale della CISL, luglio-ottobre 1978, ma vedi anche M.COLOMBO, R. MORESE (A CURA DI), Pensiero, azione, autonomia. Saggi e testimonianze per Pierre Carniti, Edizioni Lavoro, 2017 che riassume il pensiero politico di Pierre Carniti.
2 M. LEPRATTI, La crisi che ruppe il Novecento (1973 – 1979). Il racconto e i modelli, in www.historialudens.it, 1 ottobre 2019
3 G. SABBATUCCI, V. VIDOTTO, Storia Contemporanea, Il Novecento, Edizioni Laterza, 2003: p. 303.
4 L'istituto della Cassa Integrazione Guadagni fu introdotto nell'ordinamento con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869, che conteneva disposizioni sulle integrazioni salariali, poi ratificato con modificazioni dalla legge 21 maggio 1951, n. 498.
L'art. 1 della legge 20 maggio 1975, n. 164, aggiorna i presupposti applicativi della CIG alla precaria situazione socio-economica degli anni settanta, prevedendo interventi di integrazione salariale in favore degli operai dipendenti da imprese industriali che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni di lavoro a orario ridotto. La normativa ha subito successive modificazioni fino ai giorni nostri. La più importante risulta essere quella prevista dal D. lgs n. 148 del 2015, ma anche dalle successive circolari INPS e del Ministero del Lavoro. Generalmente di applica per eventi temporanei non imputabili al datore di lavoro, come crisi di mercato, eventi meteo, mancanza di materie prime ed altre cause.
La Cassa integrazione guadagni straordinaria, come troviamo sul portale di cliclavoro.gov.it, «è un ammortizzatore sociale che viene utilizzato per far fronte a eventi aziendali strutturali che comunque non compromettano la continuazione dell’attività aziendale».
5 A. STASI, Ammortizzatori sociali e solidarietà post industriale, Giappichelli, 2014: pp. 13 – 15.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La redistribuzione del lavoro a parità di salario: l'ultima àncora di salvezza

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Franzè
  Tipo: Tesi di Master
Master in Esperto in relazioni industriali e di lavoro
Anno: 2019
Docente/Relatore: Silvia Spattini
Istituito da: Università degli Studi Roma Tre
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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Parole chiave

sociologia del lavoro
diritto del lavoro
economia del lavoro
redistribuire il lavoro
lavorare meno, lavorare tutti!

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