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Omofobia: verso una pedagogia dell'inclusione - Analisi de fenomeni discriminatori e proposte d'intervento

Le conseguenze dell'omonegatività

Le persone che subiscono discriminazioni vengono percepite come diverse a causa di una caratteristica, solitamente centrale e immutabile, della loro identità. Questo può portarle a una percezione di maggiore vulnerabilità essendo discriminate per qualcosa che non possono cambiare. Il bersaglio può reagire in diversi modi: identificandosi maggiormente col gruppo a cui appartiene, tentando di dissociarsi da esso o ancora negando aspetti importanti della propria identità.
Chi viene emarginato prova generalmente un sentimento di vergogna che si manifesta in occasione di un'azione considerata socialmente inaccettabile. A ciò si aggiungono altre emozioni quali: la colpa, scaturita dal ritenersi responsabile delle valutazioni o reazioni negative degli altri; la paura e l'ansia rispetto alle potenziali discriminazioni; la rabbia per le ingiustizie subite e l'impotenza per l'impossibilità di cambiare la situazione.
Il danno primario è quindi la ferita inferta da questo tipo di attacco, quello secondario è la sensazione che ha la vittima, di un rifiuto e di una mancanza di supporto da parte della società in generale.

Esaminiamo più in dettaglio gli effetti dello stigma sulle persone LGBT:
• Intrusione di significati precostituiti: gli stereotipi sull'identità e sui comportamenti non eterosessuali forniscono delle descrizioni su come si presuppone siano le persone LGBT. Queste rappresentazioni, veicolate dal linguaggio e dai media, sono molto potenti in quanto vengono assimilate dagli individui inconsapevolmente;
• Invalidazioni e ostacoli all'autostima: essa è il risultato del confronto tra sé effettivo e sé ideale e indica il grado di positività o di negatività della propria autovalutazione. È evidente quanto sia innanzitutto l'autostima che viene intaccata quando si è soggetti a discriminazioni. Spesso le vittime possono sentirsi inferiori rispetto a chi li discrimina come suggeriscono Kurt Lewin e Kenneth Clark nelle loro ricerche. Un effetto dell'omonegatività che incide profondamente sull'autostima è l'isolamento. Pensiamo agli adolescenti non eterosessuali che avrebbero bisogno di confrontarsi con i pari e con gli adulti sul loro orientamento sessuale. Spesso non sapendo a chi esprimere le loro emozioni e pensieri si sentono "gli unici al mondo";
• Minaccia del senso di sicurezza: la percezione di essere diversi, di non corrispondere ai parametri sociali di "normalità", nonché le barzellette, i modi di dire, i termini dispregiativi creano un contesto quotidiano che minaccia il senso di sicurezza delle persone LGBT. Tutto ciò suscita emozioni di ansia, incertezza e crea la percezione di un mondo minaccioso e imprevedibile determinando così effetti psicologici che possono essere altrettanto seri rispetto a quelli derivanti dall'abuso fisico. È proprio la pervasività di termini e battute dispregiativi che ricorda costantemente ai gay e alle lesbiche di non appartenere al gruppo di maggioranza, di essere degli outsiders;
• Anticipazione del rifiuto: un aspetto comune a molti racconti di vita di persone LGBT è il timore di non essere benvoluti. In molti casi questa sensazione viene sperimentata mettendosi nei panni dell'altro e supponendo che sia esattamente quello il modo in cui si venga visti. Questa supposizione è generata e nutrita principalmente dall'assunzione di eterosessualità, dalle rappresentazioni negative dell'omosessualità e dal silenzio sociale;
• Occultamento del proprio orientamento sessuale: la stigmatizzazione da un lato e la prescrizione del silenzio dall'altro inducono le persone LGBT a omettere dalle interazioni quotidiane le informazioni sulla propria affettività e sessualità;
• Monitoraggio del comportamento: per evitare di incorrere nel rifiuto da parte degli altri e per sottrarsi alla discriminazione, le persone LGBT tendono a controllare le espressioni di tutto ciò che potrebbe essere un segnale rivelatore, ad esempio evitando di indossare un abbigliamento che si distanzi dal proprio ruolo di genere. La vigilanza richiede l'impiego di risorse cognitive ed emotive sottratte ad altre sfere e che di fatto esacerbano la sensazione di essere sotto assedio;
• Stress dello svelamento: la maggior parte delle persone LGBT non è dichiarata in ogni ambito della propria vita. Lo svelamento è quindi un processo che attraversa l'intero arco dell'esistenza. Essendo un evento potenzialmente critico le persone LGBT trascorrono molto tempo a chiedersi se fare o meno coming out, con chi farlo, quando farlo e come farlo: questo costante impegno genera tensione e preoccupazione per l'individuo.

Il sistema che assegna significati negativi all'orientamento omosessuale e che opera attraverso la differenziazione di trattamento edifica delle barriere che, non solo danneggiano le persone LGBT, ma limitano anche gli individui eterosessuali. Infatti, la rigida dicotomia maschile/femminile marchia il discostamento dai ruoli predefiniti come segnale di orientamento non eterosessuale. Il timore di essere considerati tali induce, soprattutto gli uomini, a modellare il proprio comportamento evitando atteggiamenti ritenuti inappropriati per la propria mascolinità piuttosto che assecondare le preferenze e le attitudini personali. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Omofobia: verso una pedagogia dell'inclusione - Analisi de fenomeni discriminatori e proposte d'intervento

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Informazioni tesi

  Autore: Diana Beli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua
  Relatore: Silvana Calaprice
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 196

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Parole chiave

bullismo
omosessualità
discriminazione
omofobia
storia dell'omosessualità
bullismo omofobico
fenomeni discriminatori
proposte d'intervento
proposte educative

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