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Criminal profiling - La figura del serial killer e il criminal profiling applicato allo studio di un caso italiano: il Mostro di Firenze

Le donne serial killer

Nell'immaginario collettivo la figura del serial killer è quasi sempre associata ad a un uomo solitario che va a caccia della sua preda. Questa visione è spesso rinforzata da una cultura patriarcale della società che vede la donna come "il sesso debole", quindi non in grado di compiere omicidi efferati. Ancora oggi l'opinione pubblica, anche incentivata dai mass media, ha difficoltà ad associare la figura dell'assassino seriale alla donna. La storia, però, insegna come le donne serial killer siano sempre esistite, anche se dal punto di vista psicologico, operano in modo diverso da come farebbe un uomo.

Ad esempio, alcuni studi riportano come le donne riescano a sfuggire alla giustizia e, di conseguenza, a portare avanti il processo omicidiario, in un periodo di tempo due volte superiore rispetto all'uomo, a causa anche della diversa tipologia di armi impiegate negli omicidi. Procedendo a un'attenta analisi, si può evincere come, nei casi di omicidi seriali per mano di una donna, siano rarissimi i casi di strangolamento, percosse o uso di armi bianche. L'arma prediletta è il veleno, in quanto se usato bene, non lascia traccia, è silenzioso e permette, alle volte, di catalogare il decesso della vittima come morte naturale.43

Una dimostrazione viene data dalla storia di Giulia Tofana, nata a Palermo intorno al 1600. Si ritiene che Giulia fosse la nipote di Thofania D'Adamo, giustiziata nel 1633 per aver avvelenato il marito, ed è proprio da lei che probabilmente ha ereditato la passione per i veleni. Giulia Tofana era una ragazza molto bella e intelligente, ma proveniva da un quartiere molto povero; per un periodo della sua vita si era dedicata alla prostituzione, per poi perfezionare il veleno scoperto dalla zia. Tale veleno era conosciuto con il nome di "acqua tofana" o "Manna di San Nicola". Si trattava di una mistura a base di acqua, anidride arseniosa, limatura di piombo, antimonio e succo di bacche di belladonna, in grado di portare alla morte, senza destare sospetti, in quindici giorni. Questo intruglio, estremamente tossico, veniva venduto in boccette, con le relative istruzioni. Giulia aveva creato un vero e proprio mercato con la vendita di questo veleno, acquistato per lo più da donne intrappolate in matrimoni infelici, dove l'unica soluzione era la morte del coniuge. Nel 1659 Giulia fu giustiziata dalla Santa Inquisizione a Campo de Fiori, dopo aver ammesso di aver venduto una quantità di veleno in grado di uccidere oltre seicento uomini.44

John Douglas spiega come un serial killer, nel momento in cui deve scegliere la vittima, è equiparabile a un leone a caccia nella savana. Il leone sa benissimo che tra il branco di antilopi che ha avvistato, dovrà sceglierne solo una: la più debole. Per ben comprendere la mente di un assassino seriale, occorre mettersi nei suoi panni; Douglas afferma che "per comprendere l'artista, occorre studiarne l'opera".45
La maggior parte degli omicidi seriali compiuti da un uomo sono a sfondo sessuale, in quanto non vi è nessun tipo di relazione tra il carnefice e la vittima. Per le donne è totalmente diverso. Solitamente, quest'ultime uccidono solo persone con cui hanno un rapporto o una conoscenza, siano essi mariti, amanti o parenti, ad eccezione delle "Vedove Nere", che uccidono solo uomini.46
Le donne killer sono, a differenza dell'uomo, molto più sedentarie, ossia uccidono sempre nello stesso luogo attirando la vittima con un metodo conosciuto in criminologia come "tecnica del ragno".47
Nelle serial killer non si riscontra un metodo predatorio nei confronti delle vittime, ad eccezione di quelle che uccidono in coppia o in gruppo. In genere le donne che uccidono in coppia sono sottomesse ad un uomo e attirano la vittima, scelta dal partner, in trappola.48

È lapalissiano il caso di Michel Fourniret e Monique Olivier, una coppia di coniugi responsabile di una serie di omicidi avvenuti tra Belgio e Francia tra gli anni 80' fino ai primi anni 2000. Fourniret, noto anche come "il mostro delle Ardenne", fu ritenuto colpevole dalle autorità francesi di nove omicidi di giovani ragazze, scelte sulla base di un solo criterio: la verginità. Le vittime venivano rapite, violentate, uccise e sepolte in terreni di proprietà di Fourniret, tra cui un castello nelle Ardenne; alcuni corpi non sono mai stati ritrovati. Le autorità, però, ritengono che la vera mente criminale sia la moglie Monique Olivier, la quale appare una donna sottomessa e spaventata dal marito, costretta a partecipare agli omicidi. In realtà Monique Olivier ricopriva un ruolo decisivo, ossia fungeva da esca per attirare le vittime senza destare sospetti. Per di più in alcuni omicidi attirava le vittime portando con sé il figlio di pochi mesi avuto con Fourniret. Monique Olivier, così come il marito, è stata condannata all'ergastolo per aver partecipato agli omicidi e per non aver fatto nulla per impedirli.49

Una delle più importanti classificazioni riguardo la donna serial killer è stata fatta da Michael Kelleher, il quale ha individuato sette categorie:
1. La vedova nera: si tratta di una donna che uccide ripetutamente mariti, amanti e altri parenti. Spesso dietro gli omicidi vi è un interesse economico; è molto intelligente, manipolatrice e difficilmente viene sospettata.
2. L'angelo della morte: è una donna che uccide persone che sono affidate alle sue cure o di cui si deve occupare (ad esempio le infermiere). Solitamente sono spinte da un delirio di onnipotenza e di dominio.
3. La predatrice sessuale: è estremamente raro questo genere di assassina seriale, in quanto agisce da sola e sceglie le sue vittime in base al sesso. Questo tipo di assassina agisce con modalità molto simili a quelle di un uomo.
4. La vendicatrice: questo tipo di donna uccide le sue vittime per vendetta o gelosia. Generalmente uccide i membri della sua famiglia e è spinta da un senso di abbandono e rifiuto. Anch'essa è assai rara in quanto di solito la vendetta viene consumata in un unico episodio.
5. L'assassina per profitto: è una donna che uccide le sue vittime per un guadagno economico e solitamente si concentra su persone estranee alla sua famiglia. È molto organizzata e è assai difficile da catturare.
6. L'assassina in gruppo: uccide in gruppo, sia con uomini che con donne. Il più delle volte questi omicidi sono a sfondo sessuale e molto violenti; non sempre è l'esecutrice materiale dei delitti.
7. L'assassina psicotica: uccide a causa di una forte psicosi, accompagnata da delirio e allucinazioni. Non vi è nessun tipo di movente e gli omicidi sono casuali.50


43 V. M. Mastronardi, R. de Luca, I serial Killer: il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile? Cit., p. 878.
44 https://www.poliziapenitenziaria.it/giulia-tofana-lavvelenatrice-che-uccise-piu-di-600-uomini/
45 J. Douglas, M. Olshaker, Mindhunter: la storia vera del primo cacciatore di serial killer americano, cit., p. 21-28.
46 V. M. Mastronardi, R. de Luca, I serial Killer: il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile? Cit., p. 879.
47 P. Laurenti, Donne killer: storie vere di True Crime al femminile, Independently Published, 2023, p. 121.
48 V. M. Mastronardi, R. de Luca, I serial Killer: il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile? Cit., p. 894.
49 V. M. Mastronardi, R. de Luca, I serial Killer: il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile? Cit., p. 695-696.
50 V. M. Mastronardi, R. de Luca, I serial Killer: il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile? Cit., p. 913-914-920-924-927-930-935-946.

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Informazioni tesi

  Autore: Sabrina Profeta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2023-24
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Paolo Curatolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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