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Quando le vittime sono i bambini. Analisi approfondita dell’infanticidio in relazione a condizioni psicopatologiche

Madre soffocatrice

Questo primo caso ha come protagonista Licia, una quarantunenne sposata che uccide suo figlio Marco di soli sei anni.
È figlia di un padre alcoolista e di una madre rigida, autoritaria e violenta, e ha una sorella più grande con la quale ha un bel rapporto. Da piccola si mostra allegra e brillante ma spesso preoccupata e in ansia. Temeva di essere malata di tumore e perciò condannata a morte. I suoi interessi si focalizzano sull’ambiente domestico e sulla famiglia, si mostra anche particolarmente fissata con le pulizie della casa e l’igiene personale. Già da giovane aveva un grande timore di perdere le persone a lei care.
Ha dovuto passare un prolungato periodo di tempo senza il marito per motivi lavorativi e questo ha mosso in lei una fortissima ansia.
Nella sua cartella clinica è specificato che Licia non vuole avere figli ma si rassegna ad averne uno per soddisfare il marito. Partorito Marco, allatta per poco tempo per poi passare al latte artificiale. Si mostra premurosa in modo esagerato e soffocante verso il piccolo. Lo vuole aiutare in tutto e anche mentre cresce continua a trattarlo come fosse un poppante. Non ha mai bisogno di sgridarlo perché è particolarmente accondiscendente verso di lei.

Prova una forte preoccupazione al pensiero di doversi staccare dal bimbo, che a breve avrebbe iniziato le scuole elementari. Il giorno prima dell’omicidio ha una crisi isterica perché il bambino avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita medica prescolastica e lei se ne sarebbe dovuta separare anche se per un breve momento.
Il giorno dell’omicidio soffoca il piccolo con un cuscino. Poi ne posiziona il cadavere sul lettino in modo amoroso e minuzioso, sistemando le mani a croce sul petto. Dopo il delitto tenta di togliersi la vita ferendosi al ventre con un coltello da cucina e tagliandosi le vene.
Dopo un mese di ricovero si mostra più curata e distaccata, come se niente fosse successo. Probabilmente per paura di accettare il dolore che le avrebbe dato ricordare. Nel ricovero quando inizia a parlare del fatto, sembra inizialmente cercare di convincersi che il figlio possa essere stato salvato all’ultimo momento, ma successivamente si lamenta dei medici che hanno salvato lei e non lui. Perciò è consapevole di qual è la realtà. Dice ai medici che proverà di nuovo ad uccidersi perché non può più vivere. “Si meraviglia che il marito non abbia orrore di lei e possa desiderare di rivederla. Invoca più volte il figlio e rievoca i giorni precedenti la sua morte, quando ella non si nutriva e non dormiva più per l’angoscia di doversi separare da lui, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico”.
Dopo quaranta giorni, viene dimessa con diagnosi di psicosi depressiva in soggetto fobico – ossessivo e trasferita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario dove tenta ancora di suicidarsi.
Scontata la pena torna a vivere con il marito che le è comunque rimasto accanto lungo tutto il periodo. Però dopo qualche anno, a causa del ricovero del compagno per un intervento, riemergono i sintomi di ansia, agitazione e depressione dell’umore che la portano ad un altro ricovero.

In conclusione, la storia di Marco sembrava essere già stata scritta prematuramente. Fin da quando è venuto al mondo quel bambino è soffocato dalle cure materne. La madre Licia è sempre troppo presente, come se non volesse lasciarlo crescere. “Soffocato da premure, attenzioni e preoccupazioni come un bambino privo di qualsiasi autonomia fin dall’inizio della vita, aveva coerentemente finito con l’essere concretamente e definitivamente soffocato a morte.”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Quando le vittime sono i bambini. Analisi approfondita dell’infanticidio in relazione a condizioni psicopatologiche

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Informazioni tesi

  Autore: Kirby Marcolongo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: IUSVE - Istituto Universitario Salesiano Venezia
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Marco Monzani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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Parole chiave

infanticidio
figlicidio
depressione post - partum
sindrome di munchausen per procura

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