Skip to content

La Comunicazione Politica in Rete - Campagne elettorali al tempo dei Social Network

Mobilitation or video malaise?

“La campagna elettorale per le elezioni europee non è mai stata così lontana e così vicina, così televisiva: incredibilmente nei grandi talk di approfondimento si è parlato soprattutto di Noemi, di veline, di amanti, di ballerine di flamenco mentre nelle tribune elettorali lo share è sceso ai livelli minimi, da monoscopio…è stata la prima campagna modellata sui rituali classici dei reality”. Così Aldo Grasso commentava dalle colonne del Corriere della Sera di lunedì otto Giugno, la campagna elettorale appena conclusasi. Ho scelto di citare queste righe perché, parlare di come il dibattito politico all’interno del nostro paese, sia arrivato a modellarsi sulle forme di un format televisivo, rende l’idea di quanto i due ambienti, politica e informazione, siano arrivati a compenetrarsi. Parole e concetti come personalizzazione del dibattito politico, infotainment, selezione delle candidature in relazione all’appeal mediatico del personaggio, spettacolarizzazione ed estremizzazione del conflitto, sono ormai da tempo entrati sia nei libri di chi studia la politica, sia nelle orecchie di chi quotidianamente ne segue il dibattito, sui canali televisivi e all’interno delle pagine dei quotidiani. Fenomeni diventati ormai familiari quasi quanto la disaffezione politica, che in tassi sempre più elevati, accompagna oggigiorno la pratica democratica. Rimanendo nell’ambito delle elezioni europee, si può tranquillamente sostenere come, quelle appena trascorse, siano state le elezioni con il più basso tasso di partecipazione di sempre. Stando ai dati riportati da Euronews solo il 42.94 % degli aventi diritto si è recato alle urne, con punte sotto al 30% in paesi come Polonia, Estonia, Romania Repubblica Ceca, persino nel Regno Unito il tasso di partecipazione è del 34,27%.
Anche tralasciando la specificità delle cause le quali hanno portato ad un afflusso così basso, affermare che fra i due fenomeni appena citati (informazione politica e disaffezione) sia possibile individuare un legame causa – effetto, equivarrebbe ad operare un’analisi sommaria e quantomeno superficiale. Indagare però sul rapporto che lega l’informazione politica alla disaffezione, rappresenta una sfida d’indubbio interesse, difficilmente trascurabile per chi segue la materia.
Come accade per molti degli ambiti inerenti alle cause della disaffezione politica nei cittadini, anche il dibattito attorno al ruolo dell’informazione, si sviluppa a partire da aspetti duali. Agli estremi della discussione è possibile individuare due distinte posizioni. Da una parte teorie e studiosi che individuano nell’informazione mediale, una delle principali cause dell’atteggiamento di malessere, che affligge il rapporto fra cittadini e politica. Studiosi quali Bennett, Robinson e Putnam, sostengono come il negativismo dei mass media abbia seriamente minato il consolidarsi delle nuove democrazie: “erodendone il capitale sociale”.
D’altro canto invece chi, come Norris e Newton, fa notare come lo sviluppo globale delle comunicazione di massa, abbia democratizzato la diffusione dell’informazione, abbattendone le barriere all’accesso, rintracciando quindi in questo percorso, l’avvio di un circolo virtuoso. Più si è informati più si è portati all’impegno, più l’impegno cresce più si necessita d’informazione, in un processo che finisce inevitabilmente per autoalimentarsi.
Le radici del dibattito attorno al ruolo dei mass media, e sulla loro possibile influenza sul cittadino, ha origine negli anni quaranta. È il 1944 quando Paul Lazarsfeld, considerato il padre fondatore della moderna ricerca sociale, pubblica il volume “The People Choice”. Il testo riporta uno studio effettuato su di un campione di 600 individui nel corso della campagna presidenziale americana del 1940. I risultati ottenuti da Lazarsfeld, si contrapponevano ai precedenti paradigmi Stimolo – Risposta, nonché alle teorie riconducibili al pensiero della Scuola di Francoforte, ipotizzando un processo a due stadi, Two step flow comunication, in cui a giocare un ruolo determinante nell’ambito del consenso sono più che i media, gli Opinion leader.
A metà degli anni settanta, il dibattito attorno alla Guerra del Vietnam, nonché episodi come quelli legati allo scandalo Watergate, mutano lo scenario, portando a considerare la relazione fra media e politica in una differente prospettiva: imponendo il giornalismo tv come il nuovo problema. Michael Robinson è il primo a coniare l’espressione “videomalessere”, per descrivere il legame fra sfiducia nel giornalismo televisivo americano e i sentimenti di cinismo politico, sfiducia sociale e assenza di efficacy politica. Secondo Robinson chi s’interessa di politica attraverso la fruizione d’informazioni mediali si percepisce come meno efficace. Il negativismo dei media, il continuo ricorso al conflitto per generare interesse, sono il motivo del germogliare di sentimenti riconducibili alla disaffezione politica. Per l’autore il culmine di questo processo, avviene nel corso delle campagne elettorali, sempre più paragonabili a delle “Horse Race”, in cui l’informazione distruttiva attorno ai due candidati finisce per prevalere sulle policy issues.
Simile l’idea di Patterson (The Mass media elections, 1980; Out of order, 1993), secondo il quale in questo modo si finisce per depoliticizzare la politica, relegandone le questioni in posizioni marginali nell’ambito del dibattito. Ciò che in televisione viene definito come infotainment, e che sulla carta stampata prende il nome di tabloidizzazione, pare quindi un processo tale da condurre i media a caratterizzare la loro offerta con tematiche conflittuali e sensazionalistiche, all’interno una corsa sfrenata allo spettatore o al lettore, che finirebbe per allontanare il cittadino dal dibattito politico. Alimentando in lui un crescente sentimento di frustrazione e disaffezione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Comunicazione Politica in Rete - Campagne elettorali al tempo dei Social Network

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Matteo Defendi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Comunicazione Politica e Sociale
  Relatore: Gianpietro Mazzoleni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 213

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi