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Gloria in Excelsis Deo

Novità e prospettive del canto sacro nella SC (Sacrosanctum Concilium)

In particolare il paragrafo 112, che fa da introduzione al capitolo sesto della SC, riconosce innanzitutto la tradizione musicale della Chiesa come tesoro d’inestimabile valore, affermazione questa che permette di incorniciare tutto il discorso del capitolo nell’alveo di una secolare e precipua attenzione all’ambito musicale da parte della Chiesa, è da sempre «una Chiesa che prega con il canto»11. Significativa è la specificazione del canto sacro, unito alle parole, come parte necessaria e integrale della liturgia solenne. Non c’è più un rapporto di giustapposizione tra liturgia e musica, ma vi si stabilisce una relazione profondamente radicale; la musica non più come un elemento decorativo del rito, ma necessariamente parte integrante di esso: bisogna «cantare la liturgia e non durante la liturgia»12.

«Occorre tener presente non soltanto il significato ultimo di ciò che si sta celebrando, ma le modalità concrete dell'azione rituale che viene celebrata: se si tratta di un rito di accoglienza oppure di una celebrazione penitenziale, di una processione offertoriale oppure ancora di una "risposta" meditativa alla omelia, o anche di una antifona alla comunione, questo specifico programma rituale costituisce il contesto della espressione musicale, che non è "musica a programma", ma che si inserisce con tutta la sua irriducibile specificità in quell'ambito»13.

La musica sacra sarà tale allora innanzitutto se capace di cogliere il legame profondo con la liturgia, con i suoi testi eucologici propri o tratti dalla sacra scrittura, con l’azione rituale di cui è parte.
Il paragrafo pone anche diversi elementi di in certo senso di continuità e contemporaneamente di profondo miglioramento, rispetto al magistero precedente. È infatti il caso del riferimento ai pronunciamenti dei pontefici soprattutto quelli successivi a Pio X, dopo i quali una progressiva riflessione circa il rapporto tra la musica e la liturgia porterà ad una innovativa definizione della musica sacra nel servizio divino come un vero e proprio compito “ministeriale”. «La musica, nel contesto celebrativo, non costituisce un valore a sé stante, ma qualifica la parola rituale, la quale conserva la sua preminenza nei confronti dei vari linguaggi musicali. Infatti l’elemento musicale è strettamente legato alla parola e svolge una funzione ministeriale; nella dinamica propria della parola avviene il processo della rivelazione cultuale»14. Sta qui una delle più grandi novità operate dal Concilio: esplicitare attraverso la funzione ministeriale il carattere necessario e integrale della musica rispetto alla liturgia. «In un culto che è servizio o ministero, come indica il vocabolario greco da cui è nata la parola “liturgia”, tutto ciò che si fa, si dice, si mostra o si sente è “rito”; un elemento all’interno di una globalità simbolica. Ogni volta che c’è canto, la radice del senso non viene primariamente dalla musica ma dall’azione rituale in atto»15. Il criterio della ministerialità del canto sacro, si pone come uno dei primi fondamenti atti ad orientare le scelte circa l’animazione delle celebrazioni eucaristiche16. Per estensione anche il musicista svolge una vera e propria “ministerialità”, difatti «l’arte musicale per la liturgia non pretende di insegnare all’artista soltanto a svolgere il proprio compito, ma intende proporgli il mistero che è chiamato a comporre musicalmente. In questo modo, essa si attende, attraverso l’opera del musicista già esperto nella propria arte, nuove vibrazioni di armonie per la stessa teologia»17.
Una ulteriore novità della SC consiste nell’aver esplicitato che la “santità” della musica è il risultato di uno stretto e unito rapporto tra la musica sacra e l’azione liturgica. Tale criterio non era assolutamente presente nei testi che fissavano i parametri della musica sacra, prima del Concilio Vaticano II18. «La musica liturgica può definirsi santa non in opposizione alla musica profana, ma perché strettamente unita all’azione liturgica»19. Un notevole sviluppo terminologico, se si pensa a tutto il cammino storico della musica sacra normalmente contrapposta e ben distinta dalla musica profana. Il principio che la identifica non sorge semplicemente dal confronto con altri generi, ma piuttosto dal proprio legame costitutivo con la liturgia. «Si tratta di compiere quello che è stato chiamato un salto di qualità e che va dal sacro al santo. Rispetto alla vecchia concezione, generica e fuorviante, di musica sacra, è bene distinguere una musica di contenuto genericamente religioso da una musica di destinazione strettamente liturgica. Ecco, allora, l’importanza decisiva di ricorrere a un’espressione più corretta e rispondente, ovvero canto e musica per la liturgia»20. Tanto più la musica sarà santa, tanto più essa favorirà la preghiera, arricchirà di solennità i riti sacri e favorirà l’unanimità dei fedeli:
«bisogna evitare, pertanto, la concezione di un vago culto “sacrale-religioso” per entrare nella dimensione teologico-liturgica»21. Infatti «la musica e il canto sacro sono via per favorire la partecipazione attiva dei fedeli alla celebrazione liturgica, fine precipuo della riforma liturgica»22. Il Concilio ha così sancito una necessaria e imprescindibile formazione per i musici che si occupano della liturgia, essi dovranno certamente essere esperti dell’arte musicale, ma contemporaneamente dovranno dedicarsi allo studio della teologia, soprattutto nella sua componente liturgico-celebrativa.

«È impossibile “animare” un’assemblea o compiere in pienezza il “celebrare” senza una conoscenza approfondita di tutte le dimensioni e implicazioni dell’atto celebrativo. Una formazione organica esige la comprensione dei fini e dello spirito della riforma liturgica, il familiarizzare con i testi, i riti, il linguaggio liturgico, l’apertura all’apporto delle altre discipline teologiche, antropologiche e culturali»23.

La liturgia non richiede musicisti di qualunque tipo, al contrario ha bisogno di musicisti molto competenti, perché essi sono chiamati ad interpretare specifici repertori in contesti specifici quali quelli della liturgia. «Non si diventa veramente un buon attore della liturgia e un buon servitore della comunità, se non vivendo in verità le celebrazioni, affinché ogni elemento musicale e ogni altro atto rituale nascano dalla personale vita di preghiera di colui che li compie»24. Non si dimentichi poi che durante la liturgia «vi è anzitutto un “animatore interiore”, senza dubbio il più importante e decisivo: lo Spirito di Dio, che opera in ciascuno dei membri dell’assemblea»25.




11 J. RATZINGER, Introduzione allo spirito della liturgia, Cinisello Balsamo 2001, 135.
12 R. FRATTALLONE, Musica e liturgia. Analisi della espressione musicale nella celebrazione liturgica, Roma 1991, 23.
13 A. GRILLO, Musica sacra, musica liturgica e musica per la liturgia. Una breve rilettura storica a partire da "Sacrosanctum Concilium", in https://www.notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6992:musica-sacra- musica-liturgica-e-musica-per-la-liturgia. (accesso: 25 novembre 2023)
14 A. DONGHI, Sacrosanctum Concilium. Costituzione Conciliare sulla Sacra liturgia, Casale Monferrato 1986, 106.
15 J. GELINEAU, I canti della messa nel loro radicamento rituale [Ascoltare Celebrare Vivere], Padova 2004, 11.
16 Cf. R FHILIPPE, Cantare la liturgia, Torino 2003, 13.
17 G. LIBERTO, Musica santa per la liturgia, in l’Osservatore Romano, Gennaio 2004.
18 Cf. R FHILIPPE, Cantare la liturgia, 13.
19 E. MASSIMI, Cantare la Messa. Guida pratica per la scelta dei canti [Sussidi Liturgico-Pastorali, 27], Roma 2019, 15.
20 G. LIBERTO, Musica santa per la liturgia.
21 G. LIBERTO, Suggestioni in contrappunto, Città del Vaticano 2014, 187.
22 S. ESPOSITO, A te la lode e la Gloria nei secoli, 496.
23 F. P. TAMBURRINO, Liturgia fonte di salvezza. Contributi per la ricezione della Riforma Liturgica Conciliare, Foggia 2015, 88.
24 M. VEUTHEY, Il coro cuore dell’assemblea [Percorsi pastorali], Milano 1998,138.
25 L. MOSSUCCA, Cantare insieme con Arte. Manuale per gli operatori liturgico-musicali, Cinisello Balsamo 2019, 86.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gloria in Excelsis Deo

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Gentile
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Licenza in Direzione di Coro
Anno: 2024
Docente/Relatore: Walter Marzilli
Istituito da: Pontificio Istituto di Musica Sacra - Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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