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Gloria in Excelsis Deo

Il sommo poeta Dante Alighieri in una delle sue visioni sul purgatorio, precisamente nella quinta cornice ove espiano le anime degli avari, ha incastonato il maestoso inno del Gloria in excelsis cantato dalle anime purganti durante la loro solenne liberazione. Tanto è forte questo canto delle anime, da scuotere letteralmente tutto il monte come fosse un terremoto.
L’utilizzo letterario di un inno liturgico, se ce ne fosse bisogno, afferma ancor di più il suo alto valore spirituale per i cristiani. Tale profonda valenza, va oggi ridestata e riacquisita a fronte di una prassi liturgico/musicale sempre più improvvisata e poco curata.
Lo scopo di questo lavoro è simulare un momento formativo sul Gloria in excelsis che un direttore di coro liturgico dovrebbe riuscire a tenere ai suoi cantori.
Egli infatti dovrebbe preoccuparsi di acquisire non solo le conoscenze tecnico-musicali adeguate per istruire i suoi cantori, ma anche di curare particolarmente la sua formazione liturgico-teologica, così da collocare e giustificare in modo adeguato gli interventi musicali nella liturgia.
La tesi si sviluppa in tre capitoli.
Il primo capitolo intende approfondire il contesto liturgico nel quale il Gloria è collocato, per esplicitare la natura della Liturgia e del canto liturgico a partire dalla Costituzione Conciliare Sacrosanctum Concilium.
Il secondo capitolo rappresenta il cuore di questo lavoro, perché approfondisce in modo sistematico il percorso storico, testuale/teologico e normativo del Gloria.
Il terzo capitolo invece, propone l’analisi di alcuni movimenti del Gloria in re maggiore di Vivaldi, per esplicitare l’utilità e la necessità per un coro di studiare quasi 'esegeticamente' una composizione, in modo da eseguirla con sempre maggior consapevolezza.

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10 CAPITOLO II Elementi storici, teologico/testuali e normanti del Gloria in excelsis «Il Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro. Viene iniziato dal sacerdote o, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente con la schola, oppure dalla stessa schola. Se non lo si canta, viene recitato da tutti, o insieme o da due cori che si alternano. Lo si canta o si recita nelle domeniche fuori del tempo di Avvento e Quaresima; e inoltre nelle solennità e feste, e in celebrazioni di particolare solennità» 35 . L’ordinamento Generale del Messale Romano, sottolineando il carattere particolarmente antico di questo inno, fa comprendere immediatamente come sia comprensibilmente più complesso ricostruirne per intero le vere origini e i passaggi cruciali che hanno portato al suo attuale uso liturgico. Di seguito si proverà a ricostruirne i passaggi principali attraverso le fonti documentali che ne hanno attestato l’uso nel corso dei secoli, se ne metterà in luce la profondità liturgica e si farà riferimento alle norme liturgiche che ne regolano l’uso. Il Gloria in excelsis o Hymnus angelicus 36 è sicuramente uno dei cantici innici più ispirati che abbia la liturgia romana. La sua composizione, di creazione cristiana, per lo stile è assimilabile ai cosiddetti psalmi idiotici (come il Te Deum 37 e il Te decet laus) i quali si differenziano dai salmi ispirati per il carattere personale della composizione 38 . Esso rispecchia le caratteristiche antiche dell’inno: una lode cantata e rivolta alla divinità. 1. Elementi storici 1.1 Un inno mattinale La prima attestazione in greco del Gloria, è riconducibile a quella contenuta nelle Constitututiones Apostolorum 39 (380), ove nel libro VII è riportato il primo testo dell’inno. Esso non è primariamente utilizzato nella liturgia eucaristica, bensì è inserito nella liturgia 35 ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO (OGMR), 53. 36 Sull’origine di questo appellativo se ne darà spazio più avanti. 37 Cf. J. SILVESTRE VALOR, La santa messa. Il rito della Celebrazione Eucaristica [Per la vita del Mondo], Città del Vaticano 2022, 102. 38 Cf. C. SOLANGE, Messa, in A. BASSO, Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, Torino 1984, 102. 39 «Questo VII libro, che sviluppa la lettera della Didachè, ci dà pure un testo del Sanctus e una lode che contiene il Nunc dimittis». (R. BÉRAUDY, La Chiesa in Preghiera. Introduzione alla Liturgia [Nuovo corso di teologia sistematica 8], Grottaferrata 1966, 375).

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Gentile
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Licenza in Direzione di Coro
Anno: 2024
Docente/Relatore: Walter Marzilli
Istituito da: Pontificio Istituto di Musica Sacra - Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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Parole chiave

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canto sacro
sacrosanctum concilium
gloria in excelsis deo
storia liturgia
analsi musicale gloria vivaldi
storia gloria in excelsis deo
direzione di coro
teologia del gloria in excelsis deo
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