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Il Gold Standard: aspetti teorici e critici

Parallelismi e divergenze tra Gold Standard e Unione Monetaria Europea

Le priorità e gli obiettivi del sistema aureo così come gli effetti economicosociali che si riversavano sui Paesi dell'epoca presentano una comunanza quasi sconvolgente con lo scenario economico-finanziario dell'Unione Monetaria Europea (UME).
Invero, “l'unione monetaria cartacea rappresenta un caso di estremizzazione del regime dei tassi di cambio a parità aggiustabili (denominato, di norma, regime dei cambi fissi ma aggiustabili o semplicemente regime dei cambi fissi). Infatti, con l'istituzione di una unione monetaria cartacea non solo vengono azzerati i margini bilaterali di oscillazione dei cambi di mercato (...) tra le valute aderenti ad un regime di tassi di cambio a parità aggiustabili, ma le stesse parità, una volta definite, diventano irrevocabili (anziché aggiustabili) per ogni Stato partecipante all'unione”.
Difatti, nel 1999 Belgio, Germania, Olanda, Lussemburgo, Italia, Francia, Irlanda, Finlandia, Spagna, Portogallo e Austria poterono adottare l'euro come moneta scritturale61 solo dopo aver fissato irrevocabilmente il tasso di cambio tra la loro valuta, destinata a scomparire, e la valuta unica, destinata a divenire la sola moneta legale.
Ma analizziamo questa comunanza di effetti tra la moneta unica dell'Unione Europea ed il rapporto fisso delle valute con il metallo aureo vigente all'epoca del Gold Standard.
Sia nell'UME che nel Gold Standard, due agenti economici appartententi a due Stati partecipanti diversi conoscono perfettamente il prezzo della merce (o del capitale) nell'altro Stato e dunque vengono incoraggiati, in entrambi i casi, gli scambi tra i due Paesi. Viene anche evitato un fenomeno pericoloso noto con il nome di churning industriale, ossia “l'inutile e inefficiente spostamento di risorse dentro e fuori dai settori di beni scambiabili”.
Inoltre sia i Paesi del Gold Standard che quelli dell'Eurozona non godono di piena discrezionalità nelle scelte concernenti la politica monetaria. Addirittura, gli Stati che adottano l'euro rinunciano totalmente alla gestione delle decisioni in ambito monetario (non solo quelle del tasso di cambio ma anche quelle del tasso d'interesse!) affidando tale potere ad un'istituzione sovranazionale quale è la Banca Centrale Europea.
I Paesi del Gold Specie Standard, dal canto loro, erano vincolati a mantenere una equivalenza tra il circolante e le riserve auree al fine di garantire costantemente la piena convertibilità di banconote in oro e viceversa. Ciò comportava, come abbiamo visto, un aumento dei prezzi per i Paesi in surplus ed una riduzione dei prezzi per quelli in deficit che permetteva, attraverso le conseguenze scaturenti da una differente competitività internazionale, di ripristinare un equilibrio.
Ma l'UME sembra più assomigliare al Sistema a cambio aureo che al Gold Specie Standard.
Quando il sistema aureo fu reintrodotto negli anni '20, come abbiamo visto, l'obiettivo preminente per i Paesi aderenti era ripristinare la stabilità dei prezzi. Le Banche Centrali dei Paesi in surplus come la Francia (che aveva reintrodotto il sistema aureo ad un tasso di cambio sottovalutato) sterilizzarono gli effetti dell'afflusso di oro in modo da non far aumentare i prezzi. Questo scaricava tutta la pressione dell'aggiustamento su Paesi come la Gran Bretagna (che aveva reintrodotto il Gold Standard, nella versione Bullion, ad un tasso di cambio sopravvalutato) che furono costretti ad alzare i tassi d'interesse. Tali asimmetrie, assieme al diffondersi della Grande Depressione, in breve tempo, crearono in tutta Europa, una grande deflazione. [...]

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Il Gold Standard: aspetti teorici e critici

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Informazioni tesi

  Autore: Aldo Elia Ponziano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Foggia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Umberto A.  de Girolamo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

FAQ

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