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Il panorama postumano: origini, limiti e prospettive

Postumanesimo e spiritualità: il regno della spiritualità come una delle genealogie del postumano

In questo paragrafo si cercherà di mostrare che il regno della spiritualità può essere considerato come una delle genealogie del postumanesimo e si cercherà di riconoscere l'importante contributo delle diverse tradizioni e pratiche spirituali nello sviluppo dell'approccio post-antropocentrico e post-dualistico del postumanesimo.

Il postumano, come sostiene Francesca Ferrando, può essere rintracciato genealogicamente in diversi tipi di conoscenze e pratiche spirituali risalenti all'inizio della civiltà documentata e, sebbene il significato della spiritualità come fonte genealogica del postumano non sia stato pienamente riconosciuto nel campo contemporaneo degli studi postumani, la necessità di un tale riconoscimento diventa chiara nel momento in cui si cerca di comprendere cosa significhi essere postumani nella nostra esistenza e come possiamo attuare approcci postumani, post-dualistici e non gerarchici nella nostra vita quotidiana183.
La spiritualità ci consente quindi di analizzare non solo le tecnologie tecniche, quali la robotica, le biotecnologie, le nanotecnologie, la cibernetica, ma anche le tecnologie dell'esistenza.

Francesca Ferrando evidenzia che la spiritualità «si riferisce alla tendenza umana di concepire l'esistenza in modi più ampi rispetto all'ordinaria comprensione. La spiritualità contempla la non-separazione tra il mondo interiore e il mondo esteriore, e può culminare in esperienze mistiche, che offrono percezioni non-mediate della trascendenza»184.

L'esistenza, in senso spirituale, è caratterizzata perciò da una profonda unione ed interconnessione tra il mondo interiore e quello esteriore, tra il fisico e il non fisico, tra il sé e gli altri, dal momento che, nel regno spirituale, non c'è alcuna divisione basata su genere, nazionalità, credo, colore della pelle, età o specie. Ciò si evince anche prendendo in considerazione l'etimologia stessa del termine. Il termine spiritualità deriva infatti dal termine latino "spiritus" che significa "soffio", "forza vitale", "anima" e si riferisce quindi alla forza vitale che è comune sia alle entità umane sia a quelle non umane.

Nei paragrafi precedenti, si è visto che il postumanesimo può essere definito come un post-antropocentrismo, un post- umanesimo e un post-dualismo in quanto decostruisce ogni fissità e ogni forma di dicotomia rigida e assoluta proponendo una visione post-antropocentrica, trasversale, non unitaria e relazionale della soggettività. Una delle caratteristiche principali del postumanesimo è, quindi, la sua enfasi su una comprensione post-dualistica dell'esistenza. Un tale approccio ontologico, come sottolinea Francesca Ferrando, può essere individuato nelle antiche tradizioni asiatiche, come il buddismo, il giainismo e l'Advaita Vedanta185.

L'Advaita Vedanta, ad esempio, è una delle principali scuole Vedanta della filosofia indiana e il termine Advaita significa letteralmente "non-due", "non duale". Secondo questa tradizione l'unica realtà possibile è quella non duale e l'essenza interiore di un individuo (Ātman) corrisponde all'esistenza trascendente (Brahman) per cui non è possibile stabilire alcun dualismo frontale tra immanenza e trascendenza186. Per queste ragioni, dunque, l'Advaita Vedanta potrebbe essere considerata come una delle fonti genealogiche del post- dualismo. Tuttavia, il rifiuto della dualità conduce alcune scuole di Advaita a considerare la diversità e la pluralità come mere illusioni, differenziandosi così dalla prospettiva postumanista secondo la quale, al contrario, è proprio la diversità a rappresentare la cifra distintiva di questo mondo e il pluralismo rappresenta il necessario completamento del monismo: «in this sense, Posthumanism is both a monistic pluralism as well as a pluralistic monism»187.

Il postumanesimo, inoltre, sembra porsi in stretta continuità con l'antica tradizione spirituale del giainismo soprattutto per quanto riguarda i principi del pluralismo e della molteplicità dei punti di vista188. La spiritualità giainista si fonda sulla regola fondamentale dell'Ahimsā che letteralmente significa "non nuocere" ed implica quindi il rispetto nei confronti di ogni singola vita, animale e vegetale. Alcuni giainisti, nella loro dieta vegana, non mangiano neanche tutti quei vegetali la cui raccolta va a compromettere la vita o lo sviluppo della pianta (come, ad esempio, i bulbi e le radici) proprio perché la capacità del tubero di germogliare è considerata come un principio vitale e una caratteristica di un essere vivente. Il giainismo adotta così un approccio inclusivo e antispecista che sembra porsi in sintonia con la prospettiva postumanista.

Oltre all'Ahimsā, un altro principio fondamentale del giainismo è la dottrina del "Non- assolutismo" e della molteplicità dei punti di vista (Anēkāntavāda) che invita ad allargare il proprio punto di vista individualistico e a riconoscere in ogni pensiero, credo e affermazione, una parte di verità, dato che la realtà è percepita in modo diverso da diversi punti di vista e nessun singolo punto di vista può essere considerato come assoluto e completo. Anche per questi aspetti la spiritualità giainista sembra porsi in stretta continuità con la prospettiva postumanista dal momento che, come sostiene Francesca Ferrando, il postumanesimo può essere inteso come un prospettivismo: «Posthumanism is a perspectivism, according to which every perspective is valuable and should be acknowledged and respected»189.

Infine, anche all'interno della tradizione buddista, nata nella stessa epoca (VI secolo a. C.) e nella stessa regione dell'India settentrionale del giainismo, è possibile riscontrare delle analogie con la prospettiva post-dualista postumanista soprattutto per quanto riguarda il principio buddista della non dualità in base al quale nulla ha un'esistenza assoluta e indipendente, non c'è fissità bensì correlazione universale. Prendendo quindi in esame alcune antiche tradizioni spirituali asiatiche, come l'Advaita Vedanta, il giainismo e il buddismo, è stato possibile notare che esse si pongono in stretta continuità con l'approccio post-dualistico del postumanesimo e, in tal senso, il regno della spiritualità può essere considerato come una delle genealogie del postumano.

Tuttavia, nessuna tra queste specifiche tradizioni spirituali può essere considerata come pienamente rappresentativa del postumanesimo dal momento che molti sistemi non dualistici sono ancora legati a paradigmi antropocentrici. Ad esempio, la maggior parte degli insegnamenti indù e buddisti considera l'umano come la più alta reincarnazione prima di raggiungere l'illuminazione, in un sistema gerarchico che non è conforme all'approccio prospettico, non-gerarchico e post- centralizzato del postumano. Questo è il motivo per cui, sebbene il postumanesimo sia profondamente debitore al regno spirituale, le sue teorie sono uniche e originali. [...]

183 F. Ferrando, "Humans Have Always Been Posthuman. A Spiritual Genealogy of Posthumanism", in Critical Posthumanism and Planetary Futures, a cura di D. Banerji, M. R. Paranjape, Springer, October 2016 ((1) HUMANS HAVE ALWAYS BEEN POSTHUMAN: A SPIRITUAL GENEALOGY OF POSTHUMANISM | Francesca Ferrando - Academia.edu).
184 F. Ferrando, Il Postumanesimo filosofico e le sue alterità, cit., p. 73.
185 F. Ferrando, "Are We Becoming God(s)? Transhumanism, Posthumanism, Antihumanism and the Divine", cit., p. 16.
186 F. Ferrando, "Humans Have Always Been Posthuman. A Spiritual Genealogy of Posthumanism", cit., p. 5.
187 Ibidem. Francesca Ferrando evidenzia quindi che «nella cornice ontica postumana del monismo pluralista, o del pluralismo monista, qualsiasi manifestazione dell'esistenza è collegata all'alterità (carattere monista), ma non può essere assimilata o ridotta ad essa (carattere pluralista). In questo tipo di scenario, ogni sorta di presunzione eccezionalista o di pregiudizio centrico rappresenta un ostacolo insormontabile alla fluidità materiale e alle possibilità bio-semiotiche di tali reti» (F. Ferrando, Il Postumanesimo filosofico e le sue alterità, cit., p. 142).
188 F. Ferrando, "Humans Have Always Been Posthuman. A Spiritual Genealogy of Posthumanism", cit., p. 9.
189 Ibidem.

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Il panorama postumano: origini, limiti e prospettive

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Informazioni tesi

  Autore: Piera De Girardis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Bioetica
  Relatore: Luca  Lo Sapio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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