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Quando le parafilie incontrano i Disturbi Alimentari: l'ossessione di Marco Mariolini ​

Prevenire o curare: si sarebbe potuto impedire il delitto?

"Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l'evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo." (Art. 40 c.p. – Rapporto di Causalità)

Perché si configuri una qualche fattispecie di reato, c'è bisogno che un evento sia necessariamente collegato ad un'azione o omissione di un individuo tramite rapporto di causalità. Quindi, secondo il nostro diritto penale, perché un evento lesivo possa essere imputato ad un soggetto, si richiede, come minimo, che questi abbia materialmente causato il danno. Non avendo però una precisa descrizione del rapporto di causalità, si ricorre alle varie formule usate in dottrina ed in giurisprudenza, tra cui la più nota ed importante la conditio sine qua non ("condizione senza la quale non"). Secondo questa tesi infatti, ogni singola condizione dell'evento va intesa come causa determinante, cioè, ogni antecedente in assenza di cui l'evento non avrebbe potuto verificare. In tale concezione, tutte le condizioni legate all'evento si equivalgono e chiunque sia legato ad una di quelle condizioni risponderà dell'evento penalmente rilevante.

L'articolo in questione disciplina altresì l'equivalenza causale tra azione e omissione: non impedire un evento che si aveva l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo. L'obbligo giuridico può derivare sia da una norma specifica che da assunzione volontaria dell'obbligo da parte del soggetto (Brocardi.it).
Attenendosi strettamente all'articolo sopra citato, per quanto riguarda il caso in oggetto, la fattispecie di reato non sembra essersi configurata, in quanto Mariolini si autodenunciò sì nel suo libro, pubblicato nel 1997, definendosi "un potenziale mostro da fermare prima di uccidere involontariamente qualcuna", ma il fatto compiuto non avvenne fino all'estate del 1998. Ecco che ciò non è sufficiente, in quanto si configura in questo modo solo una visione semplicistica e superficiale della vicenda.

In questo modo inoltre, viene a delinearsi quella che è la definizione di 'funzione della pena'. Anzitutto, la pena è la sanzione che viene irrogata, in seguito alla violazione di una norma penale, dall'autorità giudiziaria di uno Stato. Quando si parla di funzione della pena quindi, si tratta della sua efficacia, l'insieme degli effetti in vista di cui è stata adottata e degli effetti che a sua volta essa produce.

La pena può svolgere varie funzioni. La prima è una funzione meramente retributiva o assoluta, per cui la pena serve a punire il colpevole per il male provocato attivamente dalla sua azione illecita. La seconda è una funzione di prevenzione generale, secondo cui la sanzione ha il compito di mitigare, se non eliminare, i possibili fattori originanti la criminalità, utilizzando repressioni di tipo socio-culturale, legislativo o amministrativo rivolte alla comunità in toto, rendendo i cittadini partecipi dei valori su cui si fonda la propria collettività. La terza ed ultima è una funzione di prevenzione speciale, per cui la pena ha un ruolo intimidatorio e repressivo verso il singolo, volta quindi a dissuadere il condannato dal reiterare nuovamente il proprio comportamento illecito e, allo stesso tempo, attuare delle misure di correzione e rieducazione dei reo confessi.

La prevenzione speciale però, si divide a sua volta in:
• Prevenzione speciale post delictum: ha lo scopo di evitare che chi abbia già commesso un reato ne reiteri degli altri;
• Prevenzione speciale ante delictum: cerca di eludere il fatto che un soggetto possa cadere nella commissione di un illecito in ragione della sua concreta pericolosità sociale;
• Prevenzione speciale sociale: consiste in un insieme di attività di assistenza e controllo volte a favorire il reinserimento sociale dell'ex detenuto.

Secondo quanto detto fino ad ora, nel nostro caso in esame, la soluzione migliore sarebbe stata proprio adottare un tipo di prevenzione speciale ante delictum, per cui i crimini annunciati da Mariolini sarebbero potuti essere sventati. Eppure, parlare dopo l'avvenimento dei fatti risulta sì piuttosto semplicistico da un punto di vista, ma allo stesso tempo doveroso da un altro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Quando le parafilie incontrano i Disturbi Alimentari: l'ossessione di Marco Mariolini ​

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Ferrera
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2023-24
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Valentina Marsella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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