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Primi passi di Yoga: progetti Yoga negli asili nido per l'accrescimento delle capacità motorie dei bambini 0-3 anni

Progetti yoga nei nidi: lattanti, semidivezzi, divezzi

Con la legge 1044 del 1971, la visione fin ad allora adottata nei confronti dell’asilo nido è cambiata. Se in principio era visto come un servizio avente lo scopo di “provvedere alla temporanea custodia del bambino per facilitare l’ingresso della donna al lavoro”, e quindi concentrato sulle esigenze della madre, ora si considera il nido come un’opportunità per i bambini e un centro educativo e socializzante che fornisce stimoli per il loro sviluppo. Grazie a questa legge il bambino diventa soggetto portatore di diritti e non semplicemente un soggetto passivo che necessita di assistenza. Questa nuova visione ha portato maggior consapevolezza nelle famiglie che sono sempre più attente ai bisogni dei propri figli e dell’importanza dei vissuti nei primi anni di vita. Il periodo del nido è l’età più fragile e i vissuti emotivi ed affettivi hanno un profondo impatto sul futuro dei bambini. Per questo si è sentita l’esigenza di nuove proposte che rispondessero sia ad esigenze fisiche e psichiche come lo Yoga. Non è da molto tempo che si è proposto di allargare il privilegio dello Yoga ai più piccoli, questo perché si è dovuto aspettare un lavoro di adattamento di questa disciplina per le fasce di età che vanno dai primi mesi di vita ai 3 anni. Introdurre lo Yoga dai primi mesi, permette al bambino di conoscere sé stesso e il proprio corpo sin dai primi momenti di vita. I progetti di Yoga al nido hanno come finalità lo sviluppo dei bambini attraverso attività ludiche, creative e rilassanti rispettando le potenzialità fisiche e psicologiche di ciascuna fascia di età. Con lo Yoga i bambini già dal nido, possono esprimere le proprie capacità motorie. Imparano a muoversi, ad esplorare il proprio corpo, a concentrarsi e rilassarsi.
I progetti di Yoga al nido solitamente si suddividono in fascia lattanti, semidivezzi, e divezzi per potersi adattare alle esigenze che caratterizzano queste diverse fasce di età.

Per il neonato si predilige il massaggio, considerato utile per garantire un ambiente emotivo favorevole e armonico. Nel libro “Baby Yoga”, Françoise Barbira Freedman sostiene che l’essere toccati e aiutati nei primi movimenti costituisce per i bambini un enorme stimolo multisensoriale e migliora le funzioni del loro intero sistema corporeo. Il massaggio è un’esperienza di conoscenza reciproca per il bambino e la mamma. Nei corsi di Yoga per lattanti è fondamentale la presenza della mamma che diventa strumento stimolatore e di supporto per il corpo del bambino. Nei primi mesi di vita si possono fare esercizi come aprire le mani del neonato massaggiandole e fare lo stesso coi piedi, oppure massaggiare la testa coi polpastrelli. Un altro esercizio che può essere fatto per aiutare il bambino nell’apprendimento della rotazione di testa, collo e schiena da entrambe le parti è metterlo in posizione supina, allungare un braccio e la gamba opposta contemporaneamente e se portare la colonna vertebrale in torsione portando un braccio da una parte e la gamba opposta dall’altra. Altro gioco di Yoga noto è la trottola. Bisogna afferrare i piedi e le mani del bambino facendolo rotolare a destra e sinistra. Questo tipo di pratica lo aiuterà pian piano a girarsi da solo. Si può inoltre stimolare il bambino a sollevare testa, spalle e dorso con l’aiuto delle braccia, massaggiando la schiena e seguendo con le dita la sua colonna vertebrale. Lo Yoga per neonati è quindi costituito da piccoli esercizi motori e sensoriali che lo aiutano a conoscere il proprio corpo e le sue potenzialità di movimento. A volte può essere proposto il progetto Yoga anche senza la presenza del genitore. In questo caso l’educatore lavora con un bambino alla volta mentre il resto del gruppo viene gestito da un altro educatore.
Anche per la fascia semidivezzi si preferisce accompagnare il bambino nelle posizioni, anche se qualcuna può essere eseguita in autonomia.
Quando i bambini raggiungo la fascia divezzi sono in grado di eseguire da soli le posizioni. Come detto nel precedente capitolo, le posizioni imitano animali ed elementi della natura proponendo così lo Yoga come un gioco. Gli Asana sono ovviamente di grado di difficoltà differente in base all’età e alla capacità del bambino.
Ogni incontro di Yoga per bambini è preceduto da giochi di respirazione come soffiare su delle candeline o fare le bolle di sapone. Vengono inseriti anche i Mantra, sostituiti da tiritere e filastrocche, che per il loro carattere ripetitivo e potere calmante ed evocativo possono essere a loro paragonate. Quest’ultimi stimolano un modo sano di respirare e ne vengono scelti di semplici e musicali per accompagnarli a danze e girotondi. Nell’insegnamento dello Yoga ai bambini, il suono è uno strumento molto utile per promuovere esperienze di concentrazione e rilassamento. La maggior parte degli esercizi di rilassamento vengono eseguiti in posizione supina, ma molto spesso l’idea di rimanere sdraiati agita il bambino. In questi momenti è quindi importante rimane accanto a lui, tenergli la mano e accarezzargli fronte, gambe e braccia.
Non dimentichiamo che per poter avviare un progetto di Yoga nei nidi si necessita di uno spazio ampio dove non ci sono pericoli per i bambini, un abbigliamento comodo, calze antiscivolo, tappetini Yoga con cuscini e copertine. Solitamente i responsabili dei progetti Yoga si occupano delle musiche per il rilassamento ed altri eventuali strumenti come le campane tibetane, tipiche e quasi sempre presenti nelle sessioni di questa disciplina.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Primi passi di Yoga: progetti Yoga negli asili nido per l'accrescimento delle capacità motorie dei bambini 0-3 anni

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Tomba
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Generosa Manzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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