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Il precariato in Italia: quali disuguaglianze e quale Welfare?

Quale sistema di welfare per l’Italia?

Secondo Ferrera (1996) l’Italia ha adottato un sistema di welfare occupazionale misto simile a quello di Spagna Portogallo e Grecia che si contraddistingue per diverse caratteristiche rispetto a quello degli altri paesi d’Europa. Viene definito misto perché associa prestazioni universalistiche come quelle relative al sistema sanitario con la presenza invece di una forte Chiesa cattolica e con la robustezza delle tradizioni corporative, segmentazione del mercato del lavoro e centralità della famiglia che hanno alimentato gli squilibri da garanzia del reddito.

Inoltre l’Italia si caratterizza per tre aspetti quali la debolezza delle istituzioni statali (scarsa professionalizzazione e autonomia degli apparati amministrativi) preminenza dei partiti come principali agenti di articolazione e aggregazione degli interessi e una polarizzazione ideologica. Quindi per quanto riguarda i primi due fattori possiamo dire che spieghino l’emergere dei mercati clientelari, mentre la polarizzazione spiega l’architettura istituzionale del modello di welfare che Ferrera definisce come sud-europeo con garanzia dei redditi (di stampo occupazionale) marcatamente squilibrata al proprio interno e con un sistema sanitario universalistico. In particolare possiamo dire che il welfare italiano è caratterizzato da segmentazione del mercato del lavoro e dalla centralità della famiglia nel tessuto sociale che hanno alimentato gli squilibri della garanzia del reddito. Inoltre è caratterizzato da un massimo grado di frammentazione istituzionale, da una prestazione generosa ai lavoratori attivi nei settori centrali dell’economia e sussidi ai lavoratori attivi nei settori periferici dell’economia (mercati del lavoro irregolari e bassamente istituzionalizzati) che non dispongono di uno schema nazionale di reddito minimo garantito per individui e famiglie sprovvisti di risorse, creando una situazione in cui la garanzia del reddito è frammentata secondo linee occupazionali.

Per quanto riguarda il sistema sanitario, questo è garantito come diritto del cittadino. Lo schema assicurativo è aperto a tutti e basato su una struttura organizzativa uniforme per tutto il territorio nazionale. L’istituzione di sistemi sanitari nazionali ha promosso forme peculiari di collusione tra pubblico e privato con grandi vantaggi, quasi sempre, per il secondo. In ultimo il welfare italiano ha un doppio deficit di statualità (grado di autonomia decisionale delle burocrazie pubbliche rispetto ai gruppi politici e sociali esterni nonché la loro capacità di attuare le proprie decisioni) ovvero: esiste un basso grado di penetrazione statale di quella particolare sfera istituzionale che è la protezione sociale e basso grado di potere statuale in senso proprio (gamma di azioni che le élite statuali sono autorizzate ad interpretare senza dover ricorrere a negoziati di routine e istituzionalizzati con i gruppi di società civile. Infatti l’apparato amministrativo è infatti fortemente vulnerabile alle pressioni esterne provenienti da gruppi politici o sociali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il precariato in Italia: quali disuguaglianze e quale Welfare?

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Fadini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze sociologiche
  Relatore: Silvia Gherardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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