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Le politiche monetarie non convenzionali

Quantitative easing e tasso di interesse reale atteso

Il successo di una manovra di QE quindi, è condizionato dal fatto che la banca centrale riesca effettivamente a spingere a rialzo le aspettative di inflazione. Oltre a questo, è necessario considerare anche quali sarebbero le aspettative degli agenti economici nel caso di una ripresa economica e quindi di un'inflazione più alta. Il rischio è che le aspettative degli agenti economici prevedano che la banca centrale voglia contrastare una crescita eccessiva dell'inflazione e che quindi una volta finita la crisi, l'istituto di emissione aumenti nuovamente il tasso d'interesse di policy. Se così fosse, il tasso d'interesse reale atteso a lungo termine sarebbe maggiore di quello attuale e questo comporterebbe un possibile annullamento o almeno una riduzione dell'impatto del QE sul livello della domanda aggregata.

Come ha affermato Krugman (2000), affinché questo non accada, è importante che la banca centrale convinca gli agenti economici della sua volontà di mantenere a lungo termine una politica caratterizzata da tassi d'interesse nominali poco elevati, anche in caso di ripresa economica. Paradossalmente, infatti, per sfuggire da una situazione di trappola della liquidità le banche centrali devono credibilmente promettere di comportarsi in maniera irresponsabile, vale a dire di impegnarsi a mantenere tassi di inflazione più elevati. Krugman nel 2011 vinse il premio Nobel per l'economia, proprio per la teoria che sostiene che l'efficacia delle politiche monetarie dipenda soprattutto da quanto esse riescano ad avere impatto sulle aspettative degli operatori economici. Inverosimilmente, più una banca centrale è stata virtuosa in passato, maggiore sarà la difficoltà di indurre le aspettative desiderate. A evidenziarlo sono stati Ito e Mishkin (2004) prendendo come riferimento il caso del Giappone, dove la banca centrale ha riscontrato molte difficoltà nell'ottenere credibilità relativamente al suo intento di mantenere i tassi a zero proprio per la sua reputazione antiinflazionistica.

Tornando a concentrarsi sull'effettivo successo del QE, è lecito domandarsi se la promessa della banca centrale di mantenere tassi di inflazione elevati sia effettivamente credibile. Essa infatti va incontro a un problema di incoerenza. Questo concetto racchiude in sé il fatto che spesso scelte e obiettivi dichiarati delle autorità che sono ottimali in un primo momento, non lo sono più successivamente e i privati che percepiscono che un certo obiettivo non sarà effettivamente conseguito, inseriscono questa informazione nel loro set informativo, formulando delle aspettative.
Come evidenzia Meier (2009), questo significa che dopo che il settore privato modifica il proprio comportamento sulla base di un'aspettativa di inflazione più elevata, la banca centrale sarebbe incentivata ad alzare il tasso di interesse di policy per ridurre il tasso di inflazione. Non rispettando però l'annuncio di voler tenere bassi i tassi d'interesse per un lungo periodo, la banca centrale potrebbe andare incontro a una perdita: una sorta di “punizione” connessa alle perdite in conto capitale sullo stock di titoli a lunga detenuti dalla banca centrale, quindi perdite legate a un aumento del tasso d'interesse. Si ricordi quindi che quanto maggiore è lo stock di titoli a lungo termine che la banca accumula durante l'intervento di QE, tanto maggiore sarà la credibilità del suo impegno perché allo stesso tempo sarà anche più alta la perdita in conto capitale a cui sarebbe esposta in caso di aumento del tasso di interesse.

Alla credibilità dell'impegno contribuisce la forward guidance. Annunciare pubblicamente l'indirizzo futuro della politica monetaria nel medio termine contribuisce a orientare la formazione delle aspettative di inflazione del settore privato. Come affermano Eggertsson e Woodford (2003), la gestione delle aspettative è la soluzione ottimale per la politica monetaria anche in condizioni normali.

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Le politiche monetarie non convenzionali

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Bellati
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Istituzioni Finanziarie
  Relatore: Marco Guerrazzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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Parole chiave

crisi
trappola della liquidità
politiche monetarie
quantitative easing
credit easing
qualitative easing
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