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Le grandi firme della critica televisiva in Italia 1954-2000

Questioni di stile: Achille Campanile

La caratteristica che rende Campanile unico nel suo genere è intrinseca nella sua natura di scrittore-giornalista. Il lavoro redazionale, seppur protratto per lungo tempo, non lo “stanca” e non lo allontana da quella che è la sua primaria vocazione letteraria e, in un senso creativo e leggero, lirica. E' quanto si legge anche nella lettera, dedicata a Ermanno Amicucci, in esergo a Battista al giro d’Italia, in cui Campanile, analizzando una delle differenze principali tra il giornalismo e la letteratura (l'opposizione tra fuggevole e imperituro), si dice consapevole che solo la qualità artistica saprà preservare un'opera dalla caducità dello scritto. Per questo motivo, lo stile è il suo connotato più presente e rappresentativo.

Umberto Eco, analizzando gli effetti stilistici sorti dall'incontro tra Campanile e il Luogo Televisivo, parla di alcune “regole di montaggio” che, mescolando gli effetti di enfasi, con la “presa alla lettera” e l'effetto comico derivante dall'abbassamento parodico di tematiche note, danno vita a vere e proprie “visioni”. Campanile entra ed esce da questa trance creativa, finendo per regalare rasoi di ultima generazione per le barbe dei suoi cari telespettatori (“si può innestare direttamente all'apparecchio televisivo, in modo che si regola da sé a seconda della trasmissione in corso”) o immaginando le gemelle Bluebell come cavalle da circo, con tanto di pennacchi in testa e frusta in marsina.
Uno dei “sogni” più famosi e fantasiosi di questa categoria, quella messa in moto dall'equivoco linguistico, riguarda l'affermazione del già celebrato attore teatrale Giancarlo Sbragia nel corso della puntata di “Almanacco”, dedicata ad Arturo Toscanini. Sul direttore d'orchestra, di cui si ricostruisce la vita, il viaggio americano e le fatiche con i musicisti, si sviscera la più dettagliata, e ben fatta, biografia, fino ad un'affermazione decisamente curiosa: “il suo cuore di parmigiano”.
Campanile non si lascia sfuggire la boutade, derivante dallo scambio dell'aggettivo “parmigiano” (come il noto formaggio stagionato) con “parmense” (Toscanini era, appunto, di Parma), ma non si limita a scherzarci su; ci costruisce sopra un siparietto esilarante, ricostruendo i dialoghi immaginari tra i telespettatori che, non ricordando le origini del musicista, pensano ad una malformazione cardiaca e a chi, di diversa regione, riporterà la notizia in famiglia, con lo stupore di chi ci crede “perché l'ha detto la tv”, riformulata in base ai loro usi alimentari: “cuore di stracchino” o “di gorgonzola”. Tutta ironia, lo scherzo è evidente e pregnante. Campanile non crede nell'equivoco, ma se ne serve per liberare il suo umorismo coinvolgente.

Così come quando, sul finale, chiama in gioco il tragico, per rendere l'immedesimazione ancora più gustosa: una famigliola povera, con tanti piccini, si dispera per non aver nulla da aggiungere agli spaghetti che, senza formaggio, si sa “sono immangiabili”. Il padre, tornato sfinito dal lavoro, si commuove di fronte all'infelicità del suo focolare e “come per un'improvvisa decisione, afferra sulla tavola apparecchiata un coltello” con cui si strappa il cuore di parmigiano, che i bambini possono, finalmente, grattare sulla pastasciutta. Satira dei tempi, in prima istanza, mescolata all'uso che del quotidiano fa la televisione e i suoi, non sempre abili, addetti ai lavori.

È ugualmente suggestivo l'apologo intitolato Meglio il video oggi che il registratore domani, in cui lo zio Filippo, il parente ricco scomparso e tornato all'improvviso, regala a una classica famiglia patriarcale, con prole e nonni, l'ultimo ritrovato della Fiera di Milano: “L'apparecchio per registrare le trasmissioni televisive”. Le reazioni della famiglia sono tutto tranne che entusiaste. La domestica, in particolare, sembra quella più recalcitrante di fronte all'innovazione, forse perché studiata in antagonismo con un'altra domestica famosa: la fantesca Giò di Giovannino Guareschi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le grandi firme della critica televisiva in Italia 1954-2000

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Astengo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Interfacoltà Informazione e Editoria
  Corso: Giornalismo e comunicazione d'azienda
  Relatore: Marina Milan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 240

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