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Il CCNL per i dipendenti negli studi professionali

Telelavoro e lavoro a distanza

Telelavoro significa lavoro a distanza, svolto in un luogo diverso da quello in cui l'azienda ha sede, mediante l'utilizzo di strumenti informatici e telematici. Questa tipologia contrattuale consente una maggiore libertà organizzativa e consente di limitare i costi per il trasferimento alla sede dell'impresa.

L'istituto è disciplinato dal CCNL e dalla legge in riferimento però al rapporto di lavoro pubblico. L'accordo di Bruxelles, del 16 luglio 2002, tra UNICE/UEAPME, CEEP è stato attuato mediante l'accordo interconfederale del 2004. Già dal 1999 il DPR 70, definiva il telelavoro come una prestazione eseguita in luogo idoneo diverso dalla sede di lavoro, mediante una tecnologia informatica che consente di collegamento diretto con la sede aziendale.

Il telelavoro è frutto di un accordo tra il datore di lavoro e il dipendente e il lavoratore può successivamente rifiutarsi di eseguire la prestazione e chiedere di essere reintegrato presso la struttura aziendale. Questa richiesta non darà luogo ad alcun intervento disciplinare né alla risoluzione del contratto.

La modalità prevista da questo tipo di contratto, nell'esecuzione della prestazione non deve infatti, recare alcun svantaggio al lavoratore. Il prestatore riceve il medesimo trattamento economico dei dipendenti che lavorano presso la struttura aziendale con mansioni corrispondenti.

Il lavoratore riceve una tutela specifica in ambito di sicurezza e salute e gode di tutti i diritti sindacali. Il telelavoro può coesistere con le altre forme contrattuali di lavoro subordinato ai sensi dell'articolo 2094 del c.c. in quanto non risulta mutata la natura giuridica del contratto, ma solamente la modalità organizzativa di esecuzione della prestazione lavorativa.

Se il contratto è un contratto di lavoro subordinato, il lavoratore verrà retribuito a tempo, se invece il telelavoro è qualificato come lavoro a domicilio, allora verrà retribuito a cottimo e il dipendente non sarà tenuto a rispettare un orario di lavoro specifico e vincolante.

Attraverso un collegamento on line il datore di lavoro può svolgere un controllo sulla quantità di ore lavorate e sulla esecuzione della specifica prestazione, che è la mansione dedotta in oggetto nel contratto. Questi controlli sono legittimi, in quanto riconducibili all'articolo 4 dello statuto del lavoratore del 1975. Diventerebbero illegittime se fossero occulte o palesemente non utili e non necessarie ai fini organizzativi dell'attività aziendale.

Il telelavoro è un rapporto di lavoro dipendente speciale, se è riferito all'istituto del lavoro a domicilio. Sia nel caso di telelavoro subordinato che nel caso di telelavoro subordinato a domicilio mediante i collegamenti informatici si potrà attuare il controllo sulla prestazione eseguita, per questo motivo si dice che, il controllo è intrinseco all'esecuzione della prestazione.

Il CCNL specifica la caratteristica della delocalizzazione e dell'uso di strumenti tecnologici di comunicazione. L'unione europea lo definisce strumento di modernizzazione nella visione di rapporti di lavoro flessibili che vanno promossi e tutelati.

L'accordo quadro stipulato nel 2004 costituisce fonte del telelavoro che riceve una definizione anche in ambito privatistico. Il CCNL degli studi professionale specifica la caratteristica del legame di subordinazione gerarchica al datore di lavoro. Questa precisazione non è di poco conto visto che la delocalizzazione e il telelavoro possono in genere fare riferimento sia a rapporti di lavoro subordinati che parasubordinati che autonomi, ma in riferimento agli studi professionali l'istituto del telelavoro si sviluppa solo in forma subordinata.

Il CCNL elenca due modalità precise di esecuzione della prestazione:
• Il telelavoro mobile;
• L'hoteling.

Nel primo caso, non esiste un solo luogo in cui si esegue la prestazione delocalizzata. Vengono infatti utilizzati non solo personal computer, ma anche cellulari e altri supporti informatici connessi on line. L'hoteling è invece una prestazione lavorativa subordinata che si esegue presso una struttura organizzativa aziendale terza. Questa forma può diventare telelavoro remotizzato.

Un'altra modalità è il telelavoro office to office, consiste in una collaborazione tra lavoratori dipendenti che si trovano a lavorare in luoghi distanti tra loro ma presso uffici aziendali tradizionali. Infine esiste il teleimpresa che agisce totalmente su internet.

È possibile anche che non ci sia un collegamento telematico diretti tra dipendente e datore di lavoro, in questo caso i dati non saranno visualizzabili in tempo reale, ma dovranno essere inviati via mail.

Enzo Biagi ha definito il telelavoro nel suo scritto, il “Libro Bianco” come “un ambito di regolazione leggera che prende in esame alcuni presupposti cardine. Il primo è la volontarietà delle parti, questa è condizione necessaria affinché possa attuarsi il modello contrattuale in esame.”

L'accordo con riguardo al telelavoro può essere presente fin dall'origine del rapporto oppure essere instaurato successivamente. Esiste inoltre il diritto alla reversibilità della scelta. Tutte le informazioni relative al telelavoro dovranno essere comunicate al lavoratore per iscritto in applicazione del CCNL.

Il secondo principio che caratterizza l'istituto è quello delle pari opportunità e divieto di discriminazione tra i lavoratori in sede e i telelavoratori, d'altro canto il telelavoratore deve garantire la medesima professionalità e qualità negli standard della sua esecuzione, dei lavoratori tradizionali. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il CCNL per i dipendenti negli studi professionali

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Informazioni tesi

  Autore: Angelo Bruscino
  Tipo: Tesi di Master
Master in IL TRIBUTARISTA: nuove competenze, opportunità, responsabilità
Anno: 2019
Docente/Relatore: Valerio Maio
Istituito da: Università Telematica Unitelma La Sapienza di Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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