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La presupposizione e i contratti di lunga durata

Tipi contrattuali in cui viene applicata la presupposizione

La totalità della dottrina utilizza, al fine di esemplificare la fattispecie della presupposizione, il caso (coronation case) in cui una locazione di un balcone per un solo giorno divenga inutile per il conduttore a seguito della cancellazione dell'evento a cui il conduttore stesso avrebbe potuto assistere grazie al godimento del balcone. Il caso in questione evidenzia al meglio come un presupposto (l'evento a cui il conduttore vuole assistere) possa essere definito come base oggettiva del contratto, in quanto è lo stesso evento che, da un lato, genera l'interesse del conduttore al contratto, e dall'altro permette al locatore di trarre profitto dall'affare: infatti, quest'ultimo non può non tenere conto dell'esistenza dell'evento e della sua decisività per la conclusione del contratto di locazione. Sarebbe paradossale immaginare che una locazione con durata di un giorno non sia strumentale alla soddisfazione di un interesse del conduttore, coincidente con quello specifico giorno. A tale risultato di oggettività del presupposto si giunge tramite un'interpretazione delle regole contratto (in tal caso, la durata del contratto) e del relativo assetto di interessi.

È chiaro che nel suddetto esempio sia facile stabilire che l'evento sia un presupposto oggettivo del contratto. Lo stesso non si può dire in altri casi concreti, in cui la ricostruzione dell'assetto di interessi del contratto non è altrettanto agevole.

I casi in cui l'applicazione dell'istituto è frequente possono essere diversi: in primo luogo, riguardano la compravendita di un terreno seguita da un provvedimento amministrativo che rende inedificabile il terreno.

In tema di contratti di durata, non manca l'applicazione della presupposizione anche a un contratto di somministrazione, stipulato nel corso della vigenza di una determinata legislazione, ma poi reso inutile dal mutamento della stessa. È il caso della fornitura promessa al titolare di una stazione di servizio realizzabile tramite un determinato progetto, poi divenuto irrealizzabile dallo ius superveniens di una legge regionale181. Il contraente danneggiato dalla sopravvenienza, dopo che la controparte ha rifiutato la revisione dell'accordo, non poteva invocare la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, a causa della mancanza dei requisiti di imprevedibilità e straordinarietà della circo-stanza sopravvenuta. La Corte rintraccia, però, nel venir meno della presupposizione il rimedio della risoluzione del contratto: infatti, viene ravvisata la totalità dei caratteri identificativi della fattispecie (comunanza del presupposto, percezione delle parti dello stesso come certo, oggettività del presupposto).

Altre circostanze in cui si può applicare la presupposizione riguardano la locazione di un'immobile stipulata sul presupposto, poi venuto meno, dell'ottenimento della licenza di commercio, la compravendita di azioni sul presupposto che siano acquistate per ottenere la disponibilità di un bene dell'azienda, poi divenuto indisponibile. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La presupposizione e i contratti di lunga durata

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Informazioni tesi

  Autore: Mario Castoldi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Umberto Stefini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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Parole chiave

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errore
exceptio doli generalis
presupposizione
condizione
risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta
impossibilità sopravvenuta
contratti di lunga durata
obbligo legale di rinegoziazione
contratto di appalto

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