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''La chiave dell'esistenza'' Analisi critica degli oggetti ne La nausée di Sartre

"Una piccola felicità di Nausea": il disco

Fortunatamente, non tutti gli oggetti essenziali nel corso della narrazione de La Nausée possiedono una funzione opponente. La funzione di alcuni di essi sembra essere quella di essere travalicati per dare accesso a qualcosa di superiore che rappresenta un sollievo, una via di fuga, un antidoto alla nausea. Nella classificazione proposta nel suo saggio Feticci, Massimo Fusillo prevede la categoria degli oggetti “catartici”. Quelli che ritroviamo nella Nausée non possono essere definiti tali a tutti gli effetti, nel senso che non è l’oggetto in sé a permettere la catarsi, non, almeno, in quanto oggetto. Potremmo allora proporre una nuova categoria di oggetti che potremmo chiamare medium.
Il primo di tali oggetti è un disco musicale: Some of these days, nella versione di Ethel Waters. Roquentin aveva sentito dei soldati fischiettare questa canzone per le strade di La Rochelle nel 1917, ma il disco è stato inciso in un secondo momento. La prima volta che il disco compare ne La Nausée coincide con il giorno in cui la nausea pervade il Rendez-vous des Cheminots e Antoine si sente infastidito dalle caparbie bretelle color malva di Adolfo. Non tollerando più quella sensazione, chiede alla cameriera Maddalena di suonargli Some of these days sul fonografo. Le note della canzone iniziano a librarsi nell’aria, prendono vita, sembrano personificate, si muovono, si susseguono... Roquentin vorrebbe afferrarle, ma deve accettare la loro fine:

Pour l’instant, c’est le jazz qui joue ; il n’y a pas de mélodie, juste des notes, une myriade de petites secousses. Elles ne connaissent pas de repos, un ordre inflexible les fait naître et les détruit, sans leur laisser jamais le loisir de se reprendre, d’exister pour soi. Elles courent, elles se pressent, elles me frappent au passage d’un coup sec et anéantissent. J’aimerais bien les retenir, mais je sais que, si j’arrivais à en arrêter une, il ne resterait plus entre mes doigts qu’un son canaille et languissant. Il faut que j’accepte leur mort ; cette mort, je dois même la vouloir : je connais peu d’impressions plus âpres ni plus fortes. (N, p. 40)

Antoine deve “volere la morte delle note” per lasciare spazio alla voce della cantante e alla parte che predilige: il ritornello. Già solo ascoltando le prime note lui prova “una piccola felicità di Nausea”, un piccolo momento di sollievo che irrompe nella monotonia del bistrot. La musica rappresenta una forma di felicità che pur essendo effimera riesce ad attraversare il tempo e a placare la nausea. Mentre il disco suona, tutto il resto, tutto ciò che avviene nel Rendez-vous des Cheminots passa in secondo piano poiché la musica ha il potere di andare oltre le esistenze e le apparenze, e di renderle “vaghe”. Roquentin attende con ansia il suono della voce, lo adora perché si presenta come un avvenimento preparato e caricato in anticipo da un crescendo di note. Da un lato pensa che niente potrà interrompere la musica, dall’altro teme che l’azione dell’uomo o un improvviso malfunzionamento del fonografo possano fermare il disco. Questi dubbi vengono spazzati via nel preciso istante in cui la voce canta il ritornello: Some of these days you’ll miss me honey. Oltre ai dubbi, anche la nausea scompare; la melodia invade completamente la stanza e Antoine si irrigidisce, ma allo stesso tempo sente di formare un tutt’uno con la musica. Persino il suo rapporto con gli oggetti cambia. Nella giornata di Martedì 26 gennaio aveva evitato di guardare il bicchiere di birra perché quella visione lo rendeva inquieto; ora che il disco gira, il bicchiere che ha davanti sembra “rimpicciolirsi”. Forse il significato ostile che gli era stato attribuito precedentemente svanisce, e il bicchiere viene preso in considerazione solo tenendo conto del suo valore d’uso. A questo punto Roquentin è in grado di sollevare il braccio e con un movimento fluido, come se danzasse, preme le sue dita sul bicchiere. Riesce a toccarlo e si sente felice :

Ce qui vient d’arriver, c’est que la Nausée a disparu. Quand la voix s’est élevée, dans le silence, j’ai senti mon corps se durcir et la Nausée s’est évanouie. D’un coup : c’était presque pénible de devenir ainsi tout dur, tout rutilant. En même temps la durée de la musique se dilatait, s’enflait comme une trombe. Elle emplissait la salle de sa transparence métallique, en écrasant contre les murs notre temps misérable. Je suis dans la musique. […] Mon verre de bière s’est rapetissé, il se tasse sur la table : il a l’air dense, indispensable. Je veux le prendre et le soupeser, j’étends ma main… Mon Dieu ! C’est ça surtout qui a changé, ce sont mes gestes. Ce mouvement de mon bras s’est développé comme un thème majestueux, il a glissé le long du chant de la Négresse ; il m’a semblé que je dansais. […] Je presse mes doigts contre le verre, je regarde Adolphe : je suis heureux. (N, p. 41-42)

Il disco può essere considerato un medium perché l’incisione sul vinile dà vita alla musica. Quest’ultima diventa una sorta di palliativo contro la nausea, infatti il protagonista sente più volte il bisogno di ascoltarla. Sartre sulla quarta di copertina della prima edizione de La Nausée evidenzia giustappunto la ripetitività di questa azione: “Le soir, Roquentin va s’asseoir à une table du «Rendez-vous des Cheminots» pour entendre un disque – toujours le même: Some of these days.” L’avverbio “sempre” sottolinea l’azione iterativa del protagonista e di conseguenza anche la frequenza con cui il disco e la musica vengono inseriti nella narrazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

''La chiave dell'esistenza'' Analisi critica degli oggetti ne La nausée di Sartre

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Informazioni tesi

  Autore: Daniela Manzoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Maria Chiara Gnocchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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