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Trionfo delle masse ed eclissi del singolo. Tra il XIX e XX secolo.

Uomo gregario e Uomo superiore

Dopo aver constato cosa ci sia all’origine delle dinamiche di convivenza «massificata» del suo tempo, Nietzsche si sofferma su una differenza antropologica fondamentale: dettata dalla diversità tra due tipi di volontà, mediante cui gli uomini decidono di uniformarsi o no al senso comune. Ciò che anzitutto differenzia le due volontà è l’inclinazione al comando piuttosto che all’obbedienza. Entrambe le tipologie umane sono animate da una certa «volontà di potenza», con la differenza che quella tendente all’obbedienza tende ad unirsi ad un gruppo per sentirsi più sicura e per questo struttura, assieme ad altre volontà a lei affini, una morale conveniente che è fondamentalmente animata su un unico ma deciso monito: «per la collettività ci sia poco pericolo». Una «morale del gregge» appunto che si costituisce come una forma repressa e implicita di volontà incapaci di affermarsi liberamente perché soggiogate da molteplici ideali e dai loro derivati che hanno come più evidente effetto, il sopracitato diffondersi di uno spirito debole che è appunto lo spirito gregario. La volontà dell’«uomo gregario» è «reattiva», in quanto egli la nasconde, non se ne assume il peso perché in lui la paura di fallire è maggiore rispetto al coraggio di mostrare il suo «genio» e dunque non sarebbe effettivamente in grado di conseguire alcun potere se non unendosi in gruppo e obbedendo a quest’ultimo. È dunque negli uomini in cui la paura ha più forza della volontà, che cresce e si impone il predominio della morale e della religione che, per come sono organizzate nei loro ordini gerarchici valoriali, ingannano l’umanità sulla reale forma del reale. Nell’«uomo superiore» avviene l’opposto: infatti egli afferma esplicitamente la sua «volontà di potenza», e si sente in grado effettivamente di conseguirla. Si differenzia dal modello antropologico precedente, perché in lui è più forte la volontà di affermarsi rispetto alla paura da cui è dominato l’uomo gregario, e per questo la volontà dell’uomo superiore può essere definita attiva. Incline per natura al comando e non ad un’obbedienza da «gregge», si libera da qualsiasi «giogo» di mondi ideali e sovra-terreni per vivere la realtà così com’è, cioè quell’ «unione di sublime e orribile» che è tanto negata e nascosta dalla morale degli «uomini gregari».
[…]
Non basta rigettare ogni fondamento sovrasensibile, bisogna anche saper ascoltare le proprie forze attive e non reattive per rendere costante il proprio sì alla vita, accettandola in ogni suo aspetto, anche se drammatico o pericoloso per la propria esistenza. Per cui, molla fondamentale del suo agire non potranno essere assolutamente impulsi auto- conservativi ma sarà una forza espansiva che vuole sperimentare qualunque cosa gli capiti, esprimendola con un libero atteggiamento creativo che sappia mettere in scena sia la commedia che la tragedia della vita. È un uomo che non si sottomette in toto ad una molteplicità di convinzioni comuni e univoche pur di preservarsi dal rischio di «perdere la propria vita», ma è disposto a far del «pericolo» il suo «mestiere» per cercare di conoscere sempre più sé stesso al di là di qualsiasi piano o ruolo prestabilito. Per tendere a qualcosa di superiore e sempre nuovo è disposto anche a sacrificare la propria vita proprio come il funambolo, che è il primo esempio all’interno del Cosi parlò Zarathustra di umanità migliore e diversa rispetto agli uomini dal «naso all’insù» del mercato, che sono ancora assopiti nel costante perpetuarsi di un conformistico modus vivendi.
«Uomo superiore» o «uomo gregario», due tipologie antropologiche che hanno esigenze diverse, modi di esprimersi diversi e contenuti da rivendicare incompatibili. Il problema di cui Nietzsche, tuttavia, vuole che si prenda coscienza riguarda il mancato riconoscimento del tipo «superiore» da parte di quello «gregario», conducendo quest’ultimo a trattare il suo diverso come un pari. Avendo il «gregario» la forza della maggioranza e la volontà di istituire una società con le sue leggi, le sue pene e la sua moralità, abbandona l’«uomo superiore» a sé stesso, senza averlo riconosciuto come tale o avergli concesso alcun «spazio esistenziale» per esprimere ciò che di più alto l’umanità può conseguire. Proprio per questo Nietzsche nutre un profondo astio nei confronti della morale di origine cristiana, che ancora domina in Occidente ogni forma di società: dietro il presunto concetto d’uguaglianza degli uomini rispetto ai diritti e di fronte alla giustizia, si nasconde la volontà di potenza dei «peggiori» contro i «migliori», volta reprimere ogni desiderio di rendersi diversi e superiori rispetto alla comunità di cui si fa parte.
[…]
Per salvare quest’uomo di una «specie così alta e diversa» dall’orizzonte totalitario della società moderna, non resta che guardare il futuro e prosperare nell’avvento di una nuova società non più sottomessa a logiche gregarie fatte di universali e ripetitive abitudini, ma comandata da «uomini superiori» o «oltreuomini». Spiriti autentici, autonomi che, non condizionati da alcun sentire comune, sono in grado di creare nuovi modi di intendere e di pensare, mettendo in atto la cosiddetta «trasvalutazione dei valori»: il rovesciamento dei trascendenti valori tradizionali che passa per la creazione di un nuovo ordine di principi, diverso perché centrato su quella che Nietzsche stesso chiama «la fedeltà alla terra». Quest’ultima sarà cifra di una morale non per il gregge ma per un ristretto gruppo di uomini superiori che, «sovrabbondanti» di volontà e sapienza, si serviranno della moderna «Europa democratica» per prendere in «mano le sorti del mondo» e diventare i «nuovi signori della terra», liberando l’umanità da tutto ciò che era «degenere e parassitario».

Questo brano è tratto dalla tesi:

Trionfo delle masse ed eclissi del singolo. Tra il XIX e XX secolo.

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Informazioni tesi

  Autore: Edoardo Coppi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Antropologia filosofica
  Relatore: Paolo Scolari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 107

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Parole chiave

antropologia
opinione pubblica
violenza psicologica
società di massa
filosofia contemporanea
sfruttamento uomo
gregge nietzsche
psicologia di massa e psicologia del singolo
società moderna e contemporanea
libertà del singolo

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