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Utilità della valutazione neuropsicologica all'interno di una residenza sanitaria per anziani: aspetti teorici e metodologici

Valutazione neuropsicologica in RSA

Come già detto, da qualche decennio in Europa la percentuale di anziani che necessitano e ricevono assistenza sanitaria attraverso l'attivazione delle cure domiciliari, nei centri diurni o in case di cura, è aumentata. Un gruppo di ricerca spagnolo ha effettuato recentemente, all'interno di una struttura che ospitava pazienti anziani in regime sia di semiresidenzialità (centro diurno) che di lungodegenza (RSA), uno studio longitudinale descrittivo, con follow-up a 1 anno di distanza. La ricerca ha messo in evidenza come il declino cognitivo e la depressione siano due disturbi che necessitano di assistenza a lungo termine tra la popolazione anziana. Lo scopo della ricerca è stato quello di confrontare l'evoluzione del declino cognitivo e affettivo tra pazienti anziani seguiti nel centro diurno e pazienti anziani istituzionalizzati; tale declino è stato messo in relazione alle condizioni ambientali e assistenziali della RSA, al fine di verificare l'incidenza del contesto sull'evoluzione della malattia (Maseda et al. 2014).
Attraverso la valutazione neuropsicologica sono state misurate alcune prestazioni cognitive, tra cui lo stato cognitivo generale, le abilità visuospaziali, le abilità linguistiche, e lo stato affettivo, nello specifico i sintomi depressivi.
Dai risultati della ricerca è emerso che la maggior parte dei partecipanti, ospiti anziani che ricevevano assistenza diurna e pazienti istituzionalizzati, presentava al baseline un deficit cognitivo lieve-moderato, che era aumentato significativamente in entrambi i gruppi al follow-up ad un anno dall'osservazione iniziale. I risultati hanno messo in evidenza l'alta frequenza di compromissione cognitiva e sintomi depressivi a prescindere dall'impostazione dell'assistenza; inoltre il tasso di cambiamento nelle funzioni cognitive globali non differiva significativamente tra i due gruppi nel tempo. Per quanto riguarda le abilità linguistiche, la funzione di denominazione è stata mantenuta tra i pazienti dell'assistenza diurna rispetto ai pazienti istituzionalizzati, i quali hanno mostrato prestazioni peggiori al follow-up. Per quanto riguarda lo stato affettivo, i risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei sintomi depressivi al follow-up, nei pazienti istituzionalizzati rispetto ai pazienti diurni. In generale questi studi non sono riusciti a dimostrare una diversa evoluzione cognitiva tra i due gruppi; al follow-up è emerso un declino cognitivo globale simile tra i pazienti del centro diurno e i pazienti della RSA, con minime differenze nella funzione di denominazione e nei sintomi depressivi (Maseda et al., 2014).
Questa indagine è utile a comprendere la necessità e l'opportunità di provvedere ad un ricovero di lungodegenza per i pazienti affetti da deterioramento cognitivo medio-grave al fine di garantire all'individuo il mantenimento delle abilità residue, il controllo dello stato affettivo, una qualità di vita migliore e una maggiore garanzia di sopravvivenza grazie alle cure fornite quotidianamente, poiché ogni uomo ha il diritto di vivere dignitosamente e usufruire di tutte le cure disponibili.

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Utilità della valutazione neuropsicologica all'interno di una residenza sanitaria per anziani: aspetti teorici e metodologici

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Informazioni tesi

  Autore: Giacoma Mantova
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Marco Cavallo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 92

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Parole chiave

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neuropsicologia
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m.m.s.e
esordio di demenza
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