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L’economia della felicità: analisi del rapporto tra benessere economico e individuale

Il presente lavoro ha come oggetto di studio il rapporto esistente tra benessere economico e benessere individuale. Grazie alla disponibilità di informazioni raccolte da sociologi e psicologi, alcuni economisti hanno tentato di studiare e comparare il benessere e la felicità degli individui sconvolgendo radicalmente il tradizionale assunto secondo il quale all'aumento della ricchezza corrisponde un proporzionale aumento della felicità. Si vuole infatti dimostrare che non è il denaro a rendere l’uomo felice e totalmente soddisfatto della propria condizione. Nella determinazione del benessere individuale, come vedremo lungo la trattazione, entrano in gioco altre importanti variabili quali ad esempio la salute, le relazioni interpersonali, il reddito, il livello di istruzione, il godimento dei diritti politici fondamentali, la stabilità nelle relazioni affettive, il credo e la pratica religiosa.
Il lavoro è suddiviso essenzialmente in tre parti. La prima parte, di carattere introduttivo, pone l’accento sulla difficoltà di definire in maniera univoca il concetto di felicità. Diversi studiosi, a partire dai filosofi, psicologi, sociologi ed infine anche economisti hanno tentato di dare una definizione a quello che sembra essere il fine ultimo dell’esistenza umana. Infatti il desiderio più intimo dell’uomo è proprio quello di essere felice. La seconda parte, che rappresenta il cuore della trattazione, ha come obiettivo quello di analizzare i legami tra le varie determinati della felicità e i risultati ottenuti dalle indagini a livello internazionale, con particolare riferimento ai Paesi dell’Unione europea. Il contributo fondamentale di queste indagini è infatti rappresentato dall’identificazione di fattori costanti e condivisi che determinano la felicità individuale in gran parte dei Paesi. In questa seconda sezione l’analisi si concentra sui principali indicatori del benessere economico e individuale, cogliendone sia l’importanza che i relativi limiti. Infine la terza ed ultima parte è dedicata alla valutazione delle misure che tentano di rivelare il grado di soddisfazione per la propria vita e dunque i livelli di felicità dichiarata. Tale valutazione risulta difficile da eseguire a causa dell’esistenza di limiti fondamentali dovuti alla difficile comparabilità delle valutazioni numeriche degli indici soggettivi di felicità dichiarata, alla differenza tra i valori ufficiali e quelli percepiti dagli individui relativi alle variabili economiche e all’interferenza di componenti psicologiche che influenzano profondamente i risultati. Si conclude il presente lavoro esaminando brevemente le principali critiche ai sistemi di misurazione della felicità.
La scelta di tale tematica e l'interesse per l’economia della felicità nascono dalla personale volontà di dimostrare, attraverso l’analisi e l’utilizzo di dati empirici, che non è la ricchezza materiale a rendere felici gli uomini. Molti potranno obiettare affermando che se non è il denaro a rendere felici di sicuro non lo sarà la miseria. I risultati ottenuti dall’analisi in questione sorprenderanno anche i lettori più scettici e offriranno spunti di riflessione su ciò che realmente significa felicità e benessere dell’individuo.

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13 1.4 Le principali determinanti della felicità Studiare la felicità e misurare empiricamente la sua distribuzione tra persone e Paesi è importante per svariate ragioni, prima fra tutti per capire quanto si è felici. Per esempio ci domandiamo quanto siano felici le persone che percepiscono un reddito basso rispetto ai ricchi, i giovani rispetto ai vecchi, le donne in confronto agli uomini, i cittadini rispetto agli stranieri. Ancora più importante è capire quali siano le determinanti della felicità. A tal fine possiamo distinguere cinque tipi di determinanti: a) Fattori della personalità, quali autostima, autocontrollo, ottimismo, estroversione e nevroticismo; b) Fattori socio-demografici, come l’età, il genere, lo stato civile e l’istruzione; c) Fattori economici, come il reddito individuale ed aggregato, la disoccupazione e l’inflazione; d) Fattori contestuali e situazionali, come un particolare impiego e le condizioni di lavoro, le relazioni interpersonali con i colleghi, i parenti, gli amici, il coniuge, oltre che le condizioni di vita e la salute; e) Fattori istituzionali, come il grado di decentramento politico e i diritti alla partecipazione politica diretta dei cittadini. (FREY B. S., STUTZER A., 2006, Economia e felicità. Come l’economia e le istituzioni influenzano il benessere, pp. 9-21) Quando si tratta di studiare il motivo per cui le persone sono felici o meno, gli psicologi e i sociologi si concentrano principalmente sui fattori della personalità e sui fattori socio-demografici, ma dal punto di vista economico questi fattori non ricoprono un’importanza primaria. In economia invece, tre sono i principali fenomeni che influiscono sulla felicità: reddito, disoccupazione e inflazione. Iniziamo la nostra analisi partendo dalla relazione tra reddito e felicità. Diversi studi forniscono prove incontrovertibili che in media le persone che vivono in paesi ricchi sono più felici di quelle che vivono nei paesi poveri. Questa correlazione positiva tra reddito e felicità dipende da altre circostanze quali la stabilità democratica, la tutela dei diritti umani, l’equità distributiva, etc. Tuttavia l’aumento di felicità dovuto alle cose materiali svanisce. La soddisfazione dipende

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Informazioni tesi

  Autore: Annamaria Fascetta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Economia
  Corso: L-33
  Relatore: Benedetto Torrisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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Parole chiave

happiness
diritto alla felicità
income and happiness
20 marzo: giornata internazionale delle felicita'
hse- survey- eurostat
world happiness report
una condizione difficile da definire
il denaro da la felicita'?
benessere individuale ed economico a confronto
sfide future per il benessere mondiale

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