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Il riconoscimento del volto tra tecnica e narrazione: un'analisi interdisciplinare

Nel corso degli anni due strumenti si sono distinti per la loro rilevanza investigativa: l'identikit tradizionale e il riconoscimento facciale automatizzato.
Questi strumenti, sebbene differenti sotto il punto di vista metodologico, condividono l'obiettivo comune di identificare possibili autori di reati.
L'identikit, nato in un periodo antecedente alla digitalizzazione, si basa sulla capacità umana di ricordare e descrivere le caratteristiche facciali di un individuo. Questo metodo ha svolto un ruolo cruciale nell'aiutare le forze dell'ordine a identificare sospetti in numerosi casi. Le testimonianze oculari venivano trasformate in compositi facciali, spesso diventando il punto di partenza delle indagini.
D'altra parte, il riconoscimento facciale è una tecnologia emergente che utilizza algoritmi avanzati per analizzare e confrontare volti in base a immagini fotografiche o fotogrammi estratti da videocamere di sorveglianza. Questa tecnologia offre vantaggi in termini di velocità ed efficienza, ma solleva al contempo importanti questioni etiche e legali in particolare legate alla privacy, soprattutto in un'epoca in cui la tutela dei dati personali è al centro del dibattito pubblico.
Questo testo si propone di gettare luce sulle sfide e le opportunità legate all'uso dell'identikit e del riconoscimento facciale nel contesto investigativo, con particolare attenzione anche al riconoscimento dal punto di vista codicistico con i due istituti di ricognizione di persona e individuazione di persona.
In particolare, nel Capitolo I viene trattato l'argomento sotto il punto di vista giuridico, con particolare riferimento ai principali istituti di riconoscimento presenti nel nostro ordinamento: la ricognizione di persona e l'individuazione di persona, valutando le relative applicazioni nella pratica investigativa soffermandosi, inoltre, sul rapporto tra i due istituti e sull'utilizzabilità delle relative forme atipiche.
Il Capitolo II si concentra sulle diverse forme di riconoscimento del volto utilizzate in campo investigativo: l'identikit e i software di riconoscimento facciale con le relative implicazioni giuridiche.
Infine, il Capitolo III mette in luce un aspetto cruciale del processo investigativo, ovvero il contributo dei testimoni e delle vittime, in particolare è stata svolta un'analisi della memoria, dei bias e dell'interazione tra l'operatore di polizia e il testimone/vittima.
Un contributo di merito è dato, all'interno del presente lavoro, dalla collaborazione speciale di Giovanni Battista Rossi, ispettore capo della polizia scientifica per trent'anni, disegnatore dell'identikit della nota banda della Uno Bianca su cui ci si sofferma nel Capitolo III, anche per analizzare il rapporto di empatia e fiducia che si crea tra disegnatore e testimone/vittima.
In conclusione, ci si chiede se l'evoluzione tecnologica sia davvero in grado di sostituire il lavoro del disegnatore.

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3 INTRODUZIONE Quanto è importante il riconoscimento del volto umano nel corso delle indagini? Quanto può essere affidabile la memoria di un testimone oculare? Che strumenti offre la tecnologia per dare certezza nell’individuazione di un possibile autore di reato? A questi ed altri fondamentali quesiti si tenterà di dare una risposta con questo elaborato, il cui oggetto comprende le diverse modalità attraverso cui il riconoscimento del volto influenza la fase investigativa e procedimentale all’interno del nostro ordinamento. Nel contesto di una continua evoluzione due strumenti si sono distinti per la loro rilevanza investigativa: l'identikit tradizionale e il riconoscimento facciale automatizzato. Questi strumenti, sebbene differenti sotto il punto di vista metodologico, condividono l'obiettivo comune di identificare possibili autori di reati. L'identikit, nato in un periodo antecedente alla digitalizzazione, si basa sulla capacità umana di ricordare e descrivere le caratteristiche facciali di un individuo. Questo metodo ha svolto un ruolo cruciale nell'aiutare le forze dell'ordine a identificare sospetti in numerosi casi. Le testimonianze oculari venivano trasformate in compositi facciali, spesso diventando il punto di partenza delle indagini. D'altra parte, il riconoscimento facciale è una tecnologia emergente che utilizza algoritmi avanzati per analizzare e confrontare volti in base a immagini fotografiche o fotogrammi estratti da videocamere di sorveglianza. Questa tecnologia offre vantaggi in termini di velocità ed efficienza, ma solleva al contempo importanti questioni etiche e legali in particolare legate alla privacy, soprattutto in un’epoca in cui la tutela dei dati personali è al centro del dibattito pubblico. Questo testo si propone di gettare luce sulle sfide e le opportunità legate all'uso dell'identikit e del riconoscimento facciale nel contesto investigativo, con particolare attenzione anche al riconoscimento dal punto di vista codicistico con i due istituti di ricognizione di persona e individuazione di persona. In particolare, nel Capitolo I verrà trattato l’argomento sotto il punto di vista giuridico, con particolare riferimento ai principali istituti di riconoscimento presenti

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Informazioni tesi

  Autore: Lorena Andreea Axinte
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Isabella  Merzagora
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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Parole chiave

criminologia
riconoscimento facciale
identikit
algoritmi
privacy
riconoscimento del volto
tecnologia investigativa
testimonianze oculari
testimoni
videosorveglianza

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