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Patteggiamento e conformidad: esperienze di giustizia penale negoziata nell'ordinamento italiano e spagnolo

La preponderante “irruzione” della logica negoziale nel processo penale è un fenomeno ormai ben noto ai moderni apparati giudiziari – tanto di common law quanto di civil law – oberati da elevatissime quantità di incombenze processuali, cui dover far fronte con risorse spesso insufficienti e inadeguate.
La “schizofrenica” produzione penale e, di conseguenza, la crescita vertiginosa del volume di fattispecie criminali disseminate nell'ordinamento giuridico hanno prodotto effetti nefasti non soltanto con riguardo all'efficienza della giustizia penale, vanificandone le irrinunciabili esigenze di celerità ed efficacia, ma – come naturale conseguenza – hanno altresì inciso sulla stessa credibilità del “pianeta giustizia”.
Garantire il rispetto del principio di obbligatorietà dell'azione penale è allora divenuta un'ardua sfida per un sistema penale gravato dall'oggettiva impossibilità di assorbire
tutti i procedimenti.
Per queste ragioni si è reso indispensabile potenziare quelle procedure di rapido smaltimento degli affari penali che si pongono in un'ottica alternativa rispetto al rito ordinario. Ciò significa l'inevitabile tramonto dell'ideale di processo “monolitico”, per far invece posto ad una pluralità di schemi processuali che, opportunamente dotati di ricche strutture premiali, possano contribuire a quella essenziale deflazione del carico giudiziario senza la quale il dibattimento diventa sostanzialmente impraticabile.
In questa crisi del modello tradizionale di fare giustizia ha trovato un fertile terreno di sviluppo quella propensione ad attribuire agli attori del processo nuovi e più ampi poteri, segnalando una progressiva “privatizzazione” dei conflitti anche nella sfera penale a seguito dell'inserimento di elementi di “contrattazione” in talune procedure differenziate.
L'attenzione è qui rivolta a quelle forme di negoziazione che trovano luogo direttamente nel processo – non sostituendolo bensì aggirandolo – quale rimedio alle croniche inefficienze degli ordinari dispositivi processuali.
In questi moduli, l'oggetto dell'accordo concerne le modalità di svolgimento del procedimento e, talvolta, verte direttamente sul merito del processo, spiegando così effetti sostanziali oltre che processuali, mediante la determinazione “contrattata” del trattamento punitivo dell'autore del reato.
In questo senso, l'istituto processuale che meglio incarna l'anima negoziale è senza dubbio il plea bargaining statunitense, noto non solo per le eccezionali
performance deflattive che lo rendono uno strumento ormai imprescindibile per un'agile amministrazione processuale ordinaria, bensì anche per le vivacissime critiche mosse
dalla dottrina più qualificata intorno alla mortificazione di molteplici principi essenziali che informano la giustizia penale.
A dimostrazione del successo ottenuto dalle procedure consensuali, possono citarsi altri esempi: le informelle absprachen nell'ordinamento tedesco; la comparution sur
reconnaissance préalable de culpabilité recentemente introdotta nel processo penale francese; la conformidad nel sistema processuale spagnolo.
Quest'ultima è stata recentemente potenziata con un'importante riforma del 2002 che ha disegnato un'innovativa forma di procedere – il c.d. juicio rápido – in cui la conformidad acquista una rilevante connotazione premiale, fino ad allora sconosciuta.
Nell'ordinamento italiano, l'esponente più evidente della giustizia penale negoziata è il c.d. patteggiamento, una peculiare procedura speciale disciplinata dagli artt. 444 ss. c.p.p.. Il bilancio complessivo, se non può dirsi pienamente soddisfacente dal punto di vista del suo utilizzo, di certo risulta profondamente negativo per ciò che concerne un'impossibile armonia con i principi costituzionali. La dottrina maggioritaria non ha potuto esimersi dal rilevare le forti tensioni che il patteggiamento genera con il modello ideale di processo penale ricavabile dalla carta fondamentale, anche a seguito della riforma dell'art. 111 Cost. che ha introdotto nel nostro ordinamento i principi del c.d. giusto processo. Ancor più critica si è poi mostrata con riguardo alla prevalente interpretazione giurisprudenziale che nega la presenza di un completo accertamento giurisdizionale in sede di patteggiamento.
Si tratta di un punto in comune con la conformidad. Benché si registrino importanti differenze procedurali con il patteggiamento, le riflessioni della dottrina iberica hanno evidenziato la difficile compatibilità di un istituto che trascura la questione della responsabilità penale di colui che “si conforma” all'imputazione formulata dall'accusa.
L'opportunità di guardare quanto avviene oltre i confini nazionali conferma che i rischi connessi alla giustizia penale negoziata sembrano essere maggiori dei vantaggi dispensati all'ordinamento che la ospita, compresi quei benefici in chiave deflattiva che pure sono ormai da stimarsi irrinunciabili per la sopravvivenza di un sistema processuale in profonda crisi.

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INTRODUZIONE La preponderante “irruzione” della logica negoziale nel processo penale è un fenomeno ormai ben noto ai moderni apparati giudiziari – tanto di common law quanto di civil law – oberati da elevatissime quantità di incombenze processuali, cui dover far fronte con risorse spesso insufficienti e inadeguate. La “schizofrenica” produzione penale e, di conseguenza, la crescita vertiginosa del volume di fattispecie criminali disseminate nell'ordinamento giuridico – una vera e propria “penalizzazione” dell'ordinamento – hanno prodotto effetti nefasti non soltanto con riguardo all'efficienza della giustizia penale, vanificandone le irrinunciabili esigenze di celerità ed efficacia, ma – come naturale conseguenza – hanno altresì inciso (non certo in senso positivo) sulla stessa credibilità del “pianeta giustizia”. Garantire il rispetto del principio di obbligatorietà dell'azione penale – un valore che oggi sembra essere tornato al centro del dibattito politico – è allora divenuta un'ardua sfida per un sistema penale gravato dall'oggettiva impossibilità di assorbire tutti i procedimenti. Per queste ragioni si è reso indispensabile potenziare quelle procedure di rapido smaltimento degli affari penali che si pongono in un'ottica alternativa rispetto al rito ordinario. Ciò significa l'inevitabile tramonto – sancito dal codice di procedura penale del 1988 – dell'ideale di processo “monolitico”, per far invece posto ad una pluralità di schemi processuali che, opportunamente dotati di ricche strutture premiali, possano contribuire a quella essenziale deflazione del carico giudiziario senza la quale il dibattimento diventa sostanzialmente impraticabile. In questa crisi del modello tradizionale di fare giustizia ha trovato un fertile terreno di sviluppo quella propensione ad attribuire agli attori del processo nuovi e più ampi poteri, segnalando una progressiva “privatizzazione” dei conflitti anche nella sfera penale a seguito dell'inserimento di elementi di “contrattazione” in talune procedure differenziate. Tralasciando le diverse formule mediative e conciliative che si sostituiscono al - 2 -

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Caltagirone
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Rosanna  Gambini Musso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 270

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Parole chiave

diritto comparato
patteggiamento
applicazione della pena su richiesta delle parti
plea bargaining
conformidad
processo penale spagnolo
diritto processuale comparato
juicio rápido
giustizia penale negoziata

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