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Pubblica Amministrazione e Lavoro Intelligente tra Benefici e Resistenze: dal Telelavoro allo Smart Working

In un contesto lento al cambiamento come quello della pubblica amministrazione italiana, può lo smart working adattarsi alle logiche e alle strutture burocratiche per generare vera innovazione? Questo lavoro si pone l’obiettivo di spiegare quali potenzialità abbia il lavoro agile e quali siano le condizioni necessarie affinché possa avere successo nelle istituzioni pubbliche italiane. A partire dagli studi più recenti in tema di smart working e dai dati statistici disponibili, è stato delineato un modello logico-qualitativo che spieghi gli effetti – positivi e negativi – del lavoro agile. L’analisi ha distinto un piano individuale, che attiene ai benefici per il singolo lavoratore, e un piano collettivo, che mostra come la somma dei singoli benefici possa avere un impatto positivo sull’intero sistema economico e sociale. Per quanto riguarda il lavoratore, la sua produttività è generalmente messa in grado di migliorare, così come il suo benessere. Si tratta, tuttavia, di un equilibrio difficile da raggiungere e conservare, come dimostrano il workaholism – la dipendenza da lavoro - e il suo opposto, la mancanza di impegno nel lavoro. Per quanto riguarda gli effetti sulla collettività, sono distinti in effetti sul benessere sociale, effetti sulle variabili macroeconomiche e costi-benefici per le istituzioni pubbliche. In linea teorica, il benessere sociale aumenta in seguito all’adozione del telelavoro, avendo essa tra gli effetti la riduzione del traffico e dell'inquinamento. Ma alcuni studi suggeriscono che occorra valutare il mix energetico e il contesto socio-culturale per determinare se gli effetti ambientali siano positivi. Gli effetti sulle variabili macroeconomiche riguardano il tasso di partecipazione al mercato del lavoro – che aumenta grazie alla prosecuzione del lavoro anche nei periodi successivi alla maternità – e la produttività delle imprese private – che aumenta se aumenta quella del settore pubblico. Infine, le istituzioni pubbliche possono fronteggiare minori costi variabili, a fronte di un investimento iniziale in tecnologia. È stata, inoltre, analizzata la compresenza di effetti contrastanti, che Boell, Cecez-Kecmanovic e Campbell definiscono paradossi del telelavoro. Oltre ad evidenziare in quali condizioni l’adozione di politiche di smart working non genera paradossi, sono indicate le principali resistenze al lavoro agile, tra cui il cambio del sistema di valutazione, il livello politico e il management pubblico. Infine, si analizzano le prospettive future per il lavoro agile con Francesco Rutelli e Piero Sandulli, sindaco e assessore della giunta del Comune di Roma che per prima sperimentò un modello di telelavoro. Questo lavoro finale si inserisce nella discussione sull’evoluzione delle istituzioni pubbliche secondo nuovi modelli tecnologici e organizzativi. Non si può, infatti, ritenere il lavoro agile uno strumento attuabile in ogni contesto e in ogni momento. Lo smart working può essere un modo per permettere l’assunzione nelle istituzioni pubbliche di una valutazione basata sugli output e non sugli input, che faccia del risultato l’obiettivo del dipendente pubblico. A questo devono, però, associarsi una serie di innovazioni che rendano coerenti i principi dello smart working, come l’eliminazione del cartellino anche per i non telelavoratori. Questa analisi sullo smart working delinea un presente di opportunità e sfide. L’adozione di progetti di lavoro agile può contribuire ad una rivoluzione culturale generando innumerevoli effetti benefici per i lavoratori pubblici e per l’economia nel suo complesso. La risposta alla domanda di ricerca è positiva: le istituzioni pubbliche italiane possono essere innovate e possono adottare pratiche di lavoro intelligente. Per fare questo è richiesta una comunione d’intenti tra i differenti attori che operano all’interno delle strutture politico-amministrative: politici, dirigenti, dipendenti pubblici, cittadini e gli altri stakeholder.

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7 1 Lo studio di Messenger e Gschwind (2016, p. 202) paragona il telelavoro ai lavori di industria svolti da casa, ipotizzando, quindi, un movimento di ricorso storico casa-ufficio-casa. 1 . Prem essa “Abbia m o fa tto prima a co nquista re la luna che a riso lvere il pro blema del tra ffico . Che co sa po ssia m o fa re per riuscirci?”. È la do m a nda che fu po sta nel 1 9 7 3 a l fisico a m erica no Ja ck Nilles, a ll’ epo ca im pegna to nello sviluppo di tecno lo gie a ero spa zia li in una so cietà co llega ta a lla NASA, che si ingegnò a tro va re una rispo sta (Ra vicchio , Repetto e T rentin 2 0 1 5 , p. 1 1 ; Ca va llini 1 9 9 7 , p. 2 ). Il telela vo ro na cque co sì, co me so luzio ne a lla co ngestio ne del tra ffico . Fu Nilles a fo rm ula re una prima pro po sta per la vo ra re a do m icilio , a llo sco po di ridurre l’ im pa tto degli spo sta m enti da e per l’ ufficio sulla vita degli individui e sull’ a m biente (Nilles 1 9 7 5 ). Co niò , a llo ra , i term ini telewo rk (telela vo ro ) e teleco m m uting (telependo la rism o ), pro ba bilmente senza im m a gina re che gli sviluppi della sua idea sa rebbero a nda ti mo lto o ltre una questio ne eco lo gica , per diventa re quello che o ggi si definisce sm a rt wo rking (la vo ro a gile o intelligente). No n una no vità lessica le, m a un ca mbia m ento o rga nizza tivo e cultura le. Anco r prim a del co ntributo a cca demico ela bo ra to da Nilles, nelle gra ndi im prese si m a nifesta va un fo rte interesse per nuo ve fo rm e di la vo ro , ta nto che nel 1 9 7 0 AT &T , una co m pa gnia di teleco munica zio ni a m erica na , preco nizza va un futuro senza uffici (Ca m po da ll’ Orto e Go ri 2 0 0 0 , p. 3 1 ). In un mo vim ento di rito rno rispetto a lla rivo luzio ne industria le, i la vo ra to ri si sa rebbero do vuti spo sta re in m a ssa da lle im prese a lle ca se. 1 La rea ltà , invece, ha pro ceduto m o lto più lenta m ente, mo stra ndo ta ssi di diffusio ne del telela vo ro ba ssi: in Ita lia il 5 % (nel 2 0 1 3 ) co ntro il 3 2 % della Svezia (nel 2 0 1 2 ), co m unque lo nta ni da l 1 7 % della media euro pea (Euro fo und e ILO 2 0 1 7 , pp. 1 4 - 1 7 ). Questo strumento , na to qua ndo nel m o ndo del la vo ro entra va no i ba by bo o m ers, no n po té sviluppa rsi co m piuta m ente in presenza di una genera zio ne “a na lo gica ”; la co ncezio ne del la vo ro , ino ltre, sepa ra va a nco ra netta m ente i tem pi e i luo ghi

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Buongiorno Sottoriva
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Giovanni Fattore
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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Parole chiave

lavoro
digitale
pubblica amministrazione
mobilità
telelavoro
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pa
lavoro agile
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