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Smart Grids come opportunità di riqualificazione urbana

Il termine “riqualificazione” nasce in contesti molto diversi da quelli dell’urbanistica; se si fa rifermento al “Vocabolario illustrato della lingua italiana di G. Devoto – G.C. Oli, nel definire il termine, viene omesso il significato relativo all’attività pianificatoria, mentre si fa esplicitamente riferimento alla riqualificazione professionale, si può leggere infatti:
“Conferimento di una nuova e migliore qualificazione professionale a un lavoratore, mediante opportuni corsi di preparazione.”
Nello stesso vocabolario, cercando invece il termine “qualificazione” si legge:
“Formazione e miglioramento delle capacità tecniche e produttive dei lavoratori.”
Altri significati, si sono sviluppanti negli anni, man mano che le diverse discipline ne hanno “fatto proprio” il termine; nelle scienze economiche per esempio, così come definito dal “Dizionario di Economia Garzanti”, assume il senso analogo di miglioramento della produttività: per riqualificazione della spesa si intende infatti l’ottimizzazione delle risorse economiche precedentemente impiegate, a parità di cassa, nel conseguimento di determinati obiettivi di bilancio.
Andando ancora alla ricerca di ulteriori definizioni e confrontandole tra di loro, a prescindere da quale sia il contesto di riferimento, in tutte si denota come elemento chiave l’aumento di competitività, il conferimento di nuove funzioni, la correzione di sprechi e squilibri e la dotazione di qualità.
Il prefisso “ri-” ci fa comprendere che tali elementi vengano non conferiti per la prima volta, ma nuovamente, in seguito ad un decadimento o ad un cambiamento delle circostanze esterne.
Oggi la riqualificazione urbana sembra essere uno dei temi centrali dei programmi amministrativi e della pratica urbanistica ed è proprio in seno al dibattito urbanistico degli ultimi anni che si è sviluppata l’autonomia del termine, almeno in Italia.
Il tutto si riconduce al problema del “conferimento di nuove funzioni” – quindi, della “riqualificazione”- di interi parti di città; l’intero organismo urbano ha bisogno di essere aggiornato alle nuove esigenze di una città che non cresce quantitativamente, che ha mutato il proprio modo di produrre di lavorare e di impiegare il tempo libero, che vede nuovi attori socio-economici e nuovi motori di trasformazione.
La riqualificazione urbana, dunque, nel rifunzionalizzare spazi dismessi, nel coinvolgere nuovi attori sociali e nuove dinamiche produttive, nel sostenere la competitività di una comunità locale nel sistema globale, ha anche la necessità di utilizzare al meglio le risorse economiche, finanziarie ed ambientali; e nel far questo non può non coinvolgere tutte le risorse disponibili sul territorio, siano esse pubbliche o private.
Al concetto di “Ri-qualificazione” urbana, complesso di opere ed interventi utili a migliorare la qualità di un luogo, di una parte di città o meglio di un’intera città, si aggiunge anche il tema ancor più complesso di qualità ambientale, la cui crescente domanda, pone nuove questioni alle scienze del territorio.
Il nuovo peso assunto dalle variabili ambientali all’interno delle discipline urbanistiche e territoriali fa si che l’attenzione a questi aspetti risulti parte fondamentale di un progetto urbano, sia esso riferito ad una nuova edificazione o ad un progetto di ri-qualificazione.
In tutto ciò è plausibile inserire le “smart grids” letteralmente “reti intelligenti”; questo termine intende una rete in grado di integrare sapientemente le azioni di tutti gli utenti connessi – produttori, consumatori, prosumers – al fine di distribuire energia in modo efficiente, sostenibile, economicamente vantaggioso e sicuro.

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1 Introduzione Il termine “riqualificazione” nasce in contesti molto diversi da quelli dell’urbanistica; se si fa rifermento al “Vocabolario illustrato della lingua italiana di G. Devoto – G.C. Oli, nel definire il termine, viene omesso il significato relativo all’attività pianificatoria, mentre si fa esplicitamente riferimento alla riqualificazione professionale, si può leggere infatti: “Conferimento di una nuova e migliore qualificazione professionale a un lavoratore, mediante opportuni corsi di preparazione.” Nello stesso vocabolario, cercando invece il termine “qualificazione” si legge: “Formazione e miglioramento delle capacità tecniche e produttive dei lavoratori.” Altri significati, si sono sviluppanti negli anni, man mano che le diverse discipline ne hanno “fatto proprio” il termine; nelle scienze economiche per esempio, così come definito dal “Dizionario di Economia Garzanti”, assume il senso analogo di miglioramento della produttività: per riqualificazione della spesa si intende infatti l’ottimizzazione delle risorse economiche precedentemente impiegate, a parità di cassa, nel conseguimento di determinati obiettivi di bilancio. Andando ancora alla ricerca di ulteriori definizioni e confrontandole tra di loro, a prescindere da quale sia il contesto di riferimento, in tutte si denota come elemento chiave l’aumento di competitività, il conferimento di nuove funzioni, la correzione di sprechi e squilibri e la dotazione di qualità.

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Informazioni tesi

  Autore: Vito Lomuscio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Politecnico di Bari
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Architettura e ingegneria edile
  Relatore: Francesco Rotondo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 236

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