Santa Maria in Vescovio: storia della Cattedrale Sabinensis

5 INTRODUZIONE TOTA SABINA, CIVITAS MARIAE, Queste parole affermava Monsignor Antonio M. Bernasconi, facendo riferimento a ciò che papa Leone X dichiarò in un suo Breve Apostolico della Sabina 1 , per sottolineare la profonda devozione che il popolo di questo territorio ha da sempre espresso nei confronti della Beata Vergine Maria, “quasi che questa illustre provincia sia una città sola, un sol cuore, un’anima sola infiammata a guisa dei Serafini verso l’augusta Madre di Dio” 2 . Già dai tempi di Numa Pompilio, la Sabina era considerata terra di grande religiosità; il saggio re, originario del luogo, insegnò al popolo Romano ad adorare una sola divinità e ad innalzare un tempio in onore della Dea Vacuna, dov’era presente il fuoco perpetuo simbolo dell’Universo e emblema di unità 3 . Probabilmente fu proprio questa devozione verso un'unica divinità a favorire e facilitare la conversione al Cristianesimo e una particolare venerazione verso la santa Vergine Maria. Ciò è testimoniato dai numerosi santuari alei dedicati, che costituivano una sorta di itinerario sacro, “dispensatore” di grazie e di protezione contro il maligno 4 . Sant’Agostino testimonia infatti che non stupisce che i Sabini furono i primi ad abbracciare la fede cristiana e a renderne testimonianza con il sangue di numerosi martiri, le cui reliquie furono oggetto di venerazione per molti secoli 5 . A caratterizzare la storia della Sabina non furono solamente le vicende dei martiri e la profonda devozione mariana ma anche eventi riguardanti i rapporti tra il potere temporale e quello spirituale, in particolare, negli anni tra il 668 e il 772, sotto il regno di Desiderio. Lo studio di un’epigrafe, ritrovata presso la cattedrale di Vescovio, sottovalutata per molto tempo dagli studiosi, svela la storia di un illustre personaggio, Uvaldiperto, presbitero longobardo, che si trovò implicato nelle vicende relative all’elezione del 2 Ibid. p. 5. 3 Ibid. pp.3, 4. 4 Ibid. p. 5. 5 Ibid. p. 4.