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Le Relazioni Santa Sede/Thailandia dal secondo conflitto mondiale ad oggi

La presente tesi comprende un arco temporale di cinque secoli di relazioni tra Santa Sede e regno del Siam, a partire dalle prime evangelizzazioni dei cappellani delle navi portoghesi fino agli editti papali sul Siam ('brevi'), ai contatti epistolari, agli incontri tra pontefici e sovrani, dei quali la visita di Giovanni Paolo II in Thailandia del 1984 rappresentò il momento più alto.
Tra le fonti inedite consultate per la ricerca: Archivio Segreto Vaticano (ASV) Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV) Archivi della Congregazione 'De Propaganda Fide' (APF). In Thailandia: Archivio Arcidiocesi di Bangkok, Archivi Nazionali Thailandesi, epistolari delle missioni cattoliche, manoscritti e riviste, atti di Seminari, conferenze e monografie

Viene qui analizzata l'opera dei pontefici Pio IX, Leone XIII, Pio X, Pio XI e i suoi successori - che fanno da sfondo alle relazioni tra Roma e questo regno lontano. Di ostacolo a questo percorso furono i dissidi tra i missionaria portoghesi e quelli di Francia, riflesso delle rispettive potenze marittime, in declino l'una, al proprio apogeo l'altra.
Fu dunque non prima della seconda meta' del secolo XIX che le relazioni tra Vaticano e Siam registrarono - per merito dei sovrani Rama IV e Rama IX - un rinnovato impulso.
La duplice visita di quest'ultimo in Italia (1897-1907) rappresentò la svolta nelle relazioni, religiose e diplomatiche t ra i due regni. Simboli di questo 'nuovo corso' le visite in Vaticano di principi ereditari, e soprattutto la presenza dei Reali siamesi alla cerimonia di canonizzazione di Don Bosco, avvenuta a Roma nel 1934.
Il secondo conflitto mondiale coincide con il periodo dell'intolleranza religiosa nel Siam. Il sillogismo clero di Francia = Indocina colonia francese si impose dopo l'ascesa al potere del Gen. filo-giapponese Phibul Songkran (1939-1944). Varie furono le vittime - beatificate a San Pietro in tempi recenti - entrate nel martirologio cristiano di questo Paese
La visita ufficiale a Roma (1960) di Bumiphol e Sirikit, sovrani di Thailandia, ricevuti da Giovanni XXIII segnò il definitivo ritorno alla normalità di rapporti.
Sotto il pontificato di Paolo VI l'apertura della Nunziatura Apostolica in Thailandia nel 1972 e l'incontro di Montini con il Patriarca buddista Savannarat (1972) fu l'ulteriore passo in avanti.
Con il ricordato viaggio in Thailandia di Karol Woityla (10 maggio 1984), Giovanni Paolo II confermo' il proprio ruolo di 'leader' spirituale e fenomeno mediatico. Folle di buddisti al suo arrivo allo stadio di Bangkok ne furono esempio. Ma i vincoli protocollari non gli impediranno di prendere posizione, con la sola autorità morale di cui egli disponeva, sull'annosa e “vexata quaestio” dei profughi rifugiati in Thailandia, vittime di guerre piccole e grandi, tragiche in uguale misura. Questa la 'cifra' politica e spirituale della visita di Woytila in Thailandia.

Il resto è storia dei nostri giorni. Nel 2005 Joseph Ratzinger, appena nominato papa, celebra a Roma il 'Synodus Episcoporum' con la presenza del Cardinale thailandese Michai, e, un anno dopo, il Congresso Missionario Asiatico di Chieng Mai (2006) con il tema dello sfruttamento femminile, sono un riconoscimento del nuovo ruolo
della Thailandia negli equilibri dell'area del sud-est asiatico. Nel 2011 le calamita' naturali che hanno funestato il Paese riscontrano piena solidarietà e conforto di Benedetto XVI.
È l'ultima sua allocuzione con riferimento alla Thailandia. È il 2013: anno delle sue dimissioni e dell' ascesa al Soglio Pontificio di Jorge Mario Bergoglio, d'ora innanzi Papa Francesco. Il 12 settembre la prima 'donna di stato' di Thailandia, Yingluck Shinawatra, È in visita in Vaticano. È la nuova immagine della Thailandia che si sovrappone alle altre. Biblici, paiono quasi, i tempi del viaggio di Woytila in Thailandia.

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V INTRODUZIONE Si può pensare alla Thailandia come a un „crocevia religioso‟? Se ci si limitasse al mero dato statistico la risposta sarebbe impegnativa e pleonastica al tempo stesso. In un Paese che nei secoli vide la fioritura del buddhismo di scuola theravada ogni altra religione che professata – islam, induismo, cristianesimo – non può che essere relegata a un ruolo di marginalità. Ma il Paese che deve il significato del proprio nome all‟espressione “terra degli uomini liberi“, in quanto fu l‟unico nel sud-est asiatico ad aver preservato la propria indipendenza dagli appetiti coloniali di Francia, Inghilterra e Giappone, ha storicamente avuto – e tuttora conserva – una fondamentale funzione di „snodo‟ politico e religioso. La Santa Sede fu ben consapevole di questa sua duplice valenza, conferita più da storia e geografia che da stime numeriche. Lo fu a partire dal XVII secolo, allorché i primi missionari giunsero nel Siam, quale terra di evangelizzazione alternativa alla Cina che aveva chiuso le proprie porte. Il fatto che la loro predicazione si rivolgesse in primis a minoranze etniche e religiose, – sfuggite alle persecuzioni in altri Paesi e riparate ad Ayuthaya, capitale del regno siamese – fu un buon indicatore del clima di tolleranza che si respirava nel regno,come attesta la prima lettera papale inviata nel 1699 da Clemente IX al re del Siam Narai. Si è ritenuto utile rievocare eventi legati a epoche storiche remote perché la trattazione ha tra le proprie mete prefisse quella di dimostrare come situazioni e problematiche del Siam/Thailandia appaiano sostanzialmente immutate nel corso di secoli. Al di là del suo tema centrale – le relazioni Santa Sede-Thailandia – il presente studio comprende infatti la realtà dei rifugiati delle zone di confine con altri Paesi dell‟area, punctum dolens degli appelli vaticani nei consessi internazionali e degli Angelus domenicali a San Pietro. Certo i nomi sono mutati: gli sfollati annamiti del Tonchino di un tempo hanno ceduto il posto ai „boat people‟ vietnamiti, e le minoranze degli armeni o degli esuli cristiano-giapponesi sono ora quelle degli Akka, Hmong, Karen e Robhinya. Tuttavia la precarietà della loro esistenza permane invariata rispetto a quella di secoli addietro. Nel momento in cui un arco temporale di considerevole ampiezza viene preso in esame, è d‟obbligo „mettere in bilancio‟ le relative, inevitabili luci ed ombre. In questo studio vi è spazio dedicato ad entrambe: gesuiti e francescani alla corte siamese, missionari combattenti per la difesa di Ayuthaya assediata dai birmani, sodalizi intellettuali di vescovi e sovrani, rappresentano quell‟epitome positiva, che alimentò le speranze di conversioni dei sovrani al cristianesimo.

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Piazzardi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Lettere
  Corso: Storia
  Relatore: Annibale Zanbarbieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 144

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Parole chiave

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canonizzazione
missioni
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