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Questioni femminili nella mobilitazione per il divorzio attraverso i giornali

Alla base dello studio di questa tesi vi è l’analisi della condizione femminile nelle questioni per la conquista del divorzio nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. L’elaborato vuole proporre una chiave di lettura di tale fenomeno e di come esso viene raccontato attraverso i giornali di quell’epoca.Si compone di tre capitoli che descrivono il cambiamento e l’evoluzione della società italiana non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche e soprattutto da quello sociale e culturale. Nel dopoguerra l’Italia ha una nuova realtà che propone immagini, idee e modelli di comportamento, ispirati al consumismo: lavatrici, frigoriferi, aspirapolveri e televisori irrompono con velocità nelle case degli italiani. La nuova società capitalistica che si ispira all’ esempio fornito dall’ American way of life. Le donne, in questo contesto, sono le principali protagoniste del consumismo: sono loro che diventano lo strumento essenziale di questa società, che altrimenti non potrebbe esistere.Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta si sviluppa un’autocoscienza che porta le donne a rivendicare i loro diritti e a uscire da quelle che Fiamma Lussana definisce «gabbie dorate». Sono questi gli anni della contestazione che coinvolge non solo studenti e operai ma anche molte giovani che cominciano a rifiutare questa società del benessere e del capitalismo; si sviluppano, così, diverse associazioni e gruppi di rivolta: nascono, dunque, i movimenti femministi degli anni Settanta, chiamati «neofemminismi». Si comincia a parlare di parità dei sessi, di pari opportunità lavorative e a poco a poco arrivano a un nuovo e profondo cambiamento della concezione del ruolo femminile nella società.
Il movimento femminista si ritiene libero da qualunque appartenenza ai partiti; l’unica forma di aggregazione sono i collettivi, gruppi di donne che si riuniscono per discutere e confrontarsi su questioni e tematiche sempre diverse, attuali e quotidiane. Cresce nelle donne una forte esigenza di un impegno sociale e politico che, giorno dopo giorno, le porta a raggiungere degli obiettivi importantissimi come la legge sul divorzio che, finalmente, libere nel diritto di scelta, hanno la possibilità di uscire da situazioni coniugali di violenza e di sopraffazione. Il secondo capitolo di questa tesi affronta la storia della legge sul divorzio dal 1965, anno che vede nascere la proposta di legge da parte del deputato socialista Loris Fortuna, al 1974, anno del referendum in cui il popolo è chiamato a esprimersi per il mantenimento o abrogazione della legge. L’Italia si spacca in due: una questione sociale si trasforma in una questione politica, da una parte socialisti e radicali e dall’altra il mondo cattolico, democristiani e neofascisti. Quest’ultimi sono portatori di un’idea della famiglia sugellata dal vincolo matrimoniale e dunque indissolubile; di contro, un’idea progressista di tutto il mondo laico e soprattutto dei collettivi femministi che si battono per porre fine a un matrimonio gabbia.
Già all’indomani dell’approvazione della legge Fortuna-Baslini, comincia un iter travagliato che sbarra la strada al divorzio: inizia una raccolta firme da parte del CNRD presieduto da Gabrio Lombardi e, dunque, appoggiato dagli antidivorzisti. La campagna per il referendum abrogativo della legge inizia ufficialmente il 12 aprile del 1974: al popolo italiano si chiede di votare per un Sì in favore dell’annullamento del divorzio oppure per NO che lo avrebbe lasciato in vigore. Il 12 maggio diventa una giornata storica per il Paese perché i cittadini di ogni estrazione sociale e di ogni appartenenza politica votano per il NO e dunque per la vittoria dei diritti civili e per una realtà sempre più democratica.
La storia di questa svolta epocale è al centro della narrazione condotta da tre fondamentali organi di stampa di quel periodo: Noi donne, L’Unità, La Stampa. Tutto questo viene analizzato nel terzo e ultimo capitolo.
Le donne guidano in prima linea la lotta al cambiamento e sempre in maggior numero prendono coscienza e consapevolezza dei diritti che fino a quel momento erano stati loro negati.

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3 INTRODUZIONE Alla base dello studio di questa tesi vi è l’analisi della condizione femminile nelle questioni per la conquista del divorzio nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. L’elaborato vuole proporre una chiave di lettura di tale fenomeno e di come esso viene raccontato attraverso i giornali di quell’epoca. Si compone di tre capitoli che descrivono il cambiamento e l’evoluzione della società italiana non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche e soprattutto da quello sociale e culturale. Nel dopoguerra l’Italia ha una nuova realtà che propone immagini, idee e modelli di comportamento, ispirati al consumismo: lavatrici, frigoriferi, aspirapolveri e televisori irrompono con velocità nelle case degli italiani. La nuova società capitalistica che si ispira all’ esempio fornito dall’ American way of life. Le donne, in questo contesto, sono le principali protagoniste del consumismo: sono loro che diventano lo strumento essenziale di questa società, che altrimenti non potrebbe esistere. Le casalinghe, in particolare, sono le principali destinatarie del messaggio consumistico. Dietro la grande attività di mercificazione, c’è una forte campagna di promozione non solo dei beni di consumo ma anche del tipo di donna a cui aspirare, tutta tacchi e sorriso che si occupa di faccende domestiche. Ma credere di trovare la felicità nel solo perimetro domestico è stato un grande sbaglio: l’abbandono sempre più massiccio del lavoro da parte di queste, porta la società a essere maggiormente macchiata del peccato patriarcale che voleva l’uomo sempre più padrone e la donna sempre più subordinata. Quest’ultima, dietro una vita apparentemente agiata e confortevole, nascondeva una condizione di disagio esistenziale, di frustrazione. Sono gli scritti come quelli di Betty Friedan con La mistica della femminilità e di Simon De Beauvoir con Il secondo sesso a raggiungere le lettrici italiane e a imporsi come opere impegnate a dare un impulso alle donne, a destarle da quel sonno che da sempre le rendeva inermi e incapaci di agire. Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta si sviluppa un’autocoscienza che porta le donne a rivendicare i loro diritti e a uscire da quelle che Fiamma Lussana definisce «gabbie dorate». Sono questi gli anni della contestazione che coinvolge non solo studenti e operai ma anche molte giovani che cominciano a rifiutare questa società del benessere e del capitalismo; si

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Informazioni tesi

  Autore: Adriana Montalto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli studi di Roma Tre
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Paolo Mattera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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