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Il Macbeth di Orson Welles

La seguente tesi triennale propone un'analisi del lungometraggio Macbeth, diretto da Orson Welles e tratto dalla tragedia di William Shakespeare. Attraverso un'analisi sullo stile e sulle scelte registiche di Welles si approfondisce il discorso sul potere e sulla sua rappresentazione, contestualizzandolo attraverso la filmografia del regista americano.

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1: Introduzione 1.1 La vita di Orson Welles Orson George Welles nasce a Kenosha, nel Wisconsin, il 6 maggio 1915. É figlio di Richard Welles, imprenditore ed inventore e Beatrice Ives, talentuosa concertista. Portato fin dalla fanciullezza in giro per gli Stati Uniti, si fa notare per il suo grande talento musicale e teatrale. Tra le più famose c'è il Vodoo Macbeth, studiato e citato ancora oggi a distanza di più di 80 anni, come una reinterpretazione del capolavoro Shakespeariano in chiave esotica. Il nome Orson Welles inizia a circolare frequentemente negli ambienti culturali, fino a garantirgli un programma radiofonico, nel quale, nella parte dello storyteller, riesce ad appassionare gli ascoltatori in una pratica (quella del dramma esposto via radio) che ormai raccoglieva sempre meno consensi. Fare bene però non era abbastanza, non lo è mai stato, per Welles. Tutto cambia la vigilia di Halloween del 1938, quando con i suoi collaboratori mette in onda un adattamento della Guerra dei mondi, simulando un reale attacco alieno negli Stati Uniti. Non saremo mai sicuri di quanto la leggenda abbia distorto le reali proporzioni dell'avvenimento, ma a noi restano testimonianze di una serata di caos: ondate di persone si riversarono nelle strade e nelle chiese per pregare. Centralini della polizia in subbuglio per il panico causato dal passaparola tra ascoltatori e non. Insomma, Orson Welles passò dall'essere conosciuto per lo più nell'ambiente culturale ed essere un nome di tendenza dello spettacolo americano ad essere considerato un giovane genio da coccolare e far fiorire al più presto. La RKO si aggiudica il talentuoso Orson, che riesce a strappare un contratto senza precedenti distinguendosi nella storia del cinema: Quarto Potere, film che ha tuttora del linguaggio del cinema moderno: frammentazione della diegesi, utilizzo della profondità di campo e del piano sequenza. Ma vicende giudiziali e profitto non sorridono al giovane Welles e alla sua casa di produzione, che cambia il suo rapporto con il regista. Il punto di rottura è L'orgoglio degli Amberson. Modificato senza preavvisi dalla RKO e flop per critica e pubblico, è l'ultimo lungometraggio per la casa produttrice, che lo licenzia in tronco. Da qui partono le lotte continue con produttori e finanziatori, sempre più scettici verso il Welles regista. Lo straniero, La signora di Shanghai e Macbeth costituiscono il trittico di film conclusivi del primo periodo Hollywoodiano di Welles, che non riscuotendo fortuna, obbligano il regista a viaggiare in Europa in cerca di progetti concreti e fiducia. I successivi Otello e Rapporto confidenziale confermano il talento di Welles, oltre alla sua poliedricità. Il buon successo europeo rilancia Welles verso Hollywood: la Universal lo incarica di dirigere “L'infernale Quinlan” un noir di modeste ambizioni che in cabina di montaggio viene ampiamente modificato. Arrivato ai nostri giorni riformulato secondo le idee originali di Welles, è uno dei suoi capolavori. Il ritorno in Europa vede la regia di altri quattro film Il processo, Falstaff, La storia immortale e F per Falso, film che vengono realizzati grazie a finanziamenti e ai compensi per le frequenti 6

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Musio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Storia del cinema
  Relatore: Simonetta Salvestroni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 32

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cinema
shakespeare
orson welles
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