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Organizzazione e tecnica del processo del credito. Il caso CentroMarca Banca

Analisi del processo del credito alla luce della nuova normativa di Basilea 2. Analisi del processo del credito di un caso specifico della CentroMarca Banca.

Uno degli aspetti rilevanti della recente crisi è evidenziato dagli strumenti volti a valutare i rischi e, più in generale, i sistemi di risk management degli operatori, i quali hanno mostrato un ritardo rispetto al ritmo di sviluppo dell’innovazione finanziaria. Per la complessità dei prodotti di credito strutturati si è determinata una sottostima del rischio: rischio di credito, in primo luogo, ma anche di liquidità. Vi è stata una fiducia eccessiva nella possibilità che i mercati possano trasformare i prestiti bancari, intrinsecamente illiquidi, in strumenti negoziabili anche su orizzonti di breve o di brevissimo periodo. Inoltre, la crisi ha reso più evidente l’esigenza che le prassi di gestione del rischio e l’azione delle autorità mirino a rafforzare i meccanismi di assorbimento degli shock – il capitale e la liquidità – per far fronte anche a scenari che in tempi normali possono apparire implausibili. Una valutazione retrospettiva di questi avvenimenti è condizione necessaria per delineare gli interventi volti a rafforzare i mercati e gli intermediari. È da questa semplice considerazione che scaturiscono le raccomandazioni di natura più strettamente prudenziale fatte dal Comitato di Basilea e dalle autorità nazionali. Le raccomandazioni su questo fronte riguardano la rapida adozione delle nuove regole prudenziali di Basilea II e il rafforzamento della vigilanza sul patrimonio, sulla liquidità e sulle prassi di gestione dei rischi degli intermediari, unitamente a un aumento dei requisiti patrimoniali. Le altre aree in cui vengono raggruppate le raccomandazioni riguardano: il miglioramento della trasparenza sui rischi dei prodotti più complessi e sui criteri di valutazione adottati; il miglioramento della qualità dei servizi offerti dalle agenzie di rating, con particolare riferimento alle informazioni sui criteri adottati per l’attribuzione dei rating, e la soluzione di eventuali conflitti di interesse nell’assegnazione dei giudizi. Si ritiene che la crisi abbia già innescato, a prescindere dagli interventi regolamentari, un cambiamento nei comportamenti degli operatori e delle autorità. Dai primi ci si attende il ripristino di una crescita più equilibrata del proprio business; il miglioramento delle tecniche di gestione dei rischi anche per tener conto di possibili meccanismi di interazione tra loro; l’aumento del patrimonio; una migliore gestione della liquidità. Le autorità, invece, mirano a un equilibrio più soddisfacente tra efficienza e stabilità, pur nel convincimento che sostenere i mercati in questa fase non significhi sostituirsi a essi e che ostacolare tout court l’innovazione finanziaria renda da ultimo il sistema più povero.

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7 INTRODUZIONE Dall’estate del 2007 il sistema finanziario internazionale è sottoposto a forti tensioni. La crisi, che ha seguito uno sviluppo complesso e in parte inatteso, è giunta a colpire i bilanci del sistema bancario. Si stima che le perdite complessive legate al segmento subprime 1 siano comprese tra i 400 e i 500 miliardi di dollari; dall’inizio della crisi le banche hanno registrato perdite per circa 350 miliardi di dollari ripartite pressochØ equamente tra banche statunitensi ed europee. La crisi economica del 2007, originata negli Stati Uniti, ha avuto luogo dai primi mesi del 2008 in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, l’economia piø grande del mondo, sono entrati in una grave crisi creditizia e ipotecaria che si è sviluppata a seguito della forte bolla speculativa immobiliare (mutui subprime) e del valore del dollaro molto basso rispetto all’euro e alle altre valute. Dopo diversi mesi di debolezza il fenomeno è collassato tra il 2007 e il 2008 causando il fallimento di banche ed entità finanziarie e determinando una forte riduzione dei valori borsistici e della capacità di consumo e risparmio della popolazione. A settembre 2008, i problemi si sono aggravati con la bancarotta di diverse società legate al credito ed alla finanza immobiliare, come la banca di investimenti Lehman Brothers, le società di mutui Fannie Mae e Freddie Mac e la società di assicurazioni AIG. Il governo nordamericano è intervenuto iniettando liquidità per centinaia di miliardi di dollari con l’obbiettivo di salvare alcune di queste società, ma a causa delle banche, il ____________________ 1 I subprime sono mutui immobiliari concessi senza troppe garanzie, ma con tassi d’interesse molto alti e pesanti come macigni per tutte quelle famiglie americane non in grado di sostenere un tale onere. Per questo le banche hanno cominciato a “cartolarizzare” ovvero a trasformare i mutui immobiliari in titoli negoziabili portando ad una speculazione azzardata poichØ, a differenza delle banche, le finanziarie non conoscevano per nulla i propri clienti. La psicologia ha fatto il resto; tutti gli investitori, spaventandosi della discesa, hanno cominciato a vendere anche a prezzi ridicoli per paura di non riuscire a pagare e così il prezzo delle abitazioni è continuato a scendere, ma quello che ha fatto fallire diverse banche americane è il fatto che molti proprietari con mutuo, hanno cominciato a smettere di pagare le rate preferendo così lasciare le case alle banche che avevano concesso il mutuo che, in questo modo, si sono trovate proprietarie di case di poco valore senza la restituzione dei soldi concessi.

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Informazioni tesi

  Autore: Monica Dal Bò
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Massimiliano Guido Mantovani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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