Adeguamento liturgico delle chiese pre Vaticano II. Contenuti e metodi.
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1 - L’adeguamento delle chiese alla luce della nuova liturgia L’interpretazione delle nuove norme liturgiche dal punto di vista architettonico ha alternato momenti di grande entusiasmo ad altri di forte ristagno e disinteresse. Se da un lato si è assistito ad un notevole proliferare di nuovi edifici per il culto e se parallelamente si è affinata la sensibilità e il rigore nella prassi della conservazione e del restauro, non altrettanto si può dire per quella modalità di intervento che si colloca in modo interdisciplinare tra la progettazione e il restauro: l’adeguamento. Il nuovo che è stato prodotto in questi anni in Italia comprende esempi di ogni tipo secondo una consuetudine culturale e progettuale che tende a legittimare qualsiasi tipo di intervento giustificandolo come espressione della libertà dell’uomo e della sua volontà di distinguersi e caratterizzarsi come “diverso” rispetto alla moltitudine. E’ questo un atteggiamento tipicamente contemporaneo che assume la denominazione di post – moderno 8 ; il termine, un ossimoro per la precisione, ha il potere evocativo di pensare ad una fase di transizione, ad un qualcosa che dovrebbe essere ma che non è ancora. Così è per l’architettura contemporanea soprattutto nel campo dell’architettura per il culto dove si sono moltiplicati a dismisura i riferimenti formali cosiddetti “innovativi” spesso fini a sé stessi se non erronei nella sostanza, si sono ricercati significati nuovi quando bastava riconsiderare quelli già noti, si è insomma aperto un enorme laboratorio di ricerca a grandezza reale senza considerare che ciò che viene realizzato lascia un segno assai duraturo. Contemporaneamente però l’attenzione di altra parte di studiosi e ricercatori si è rivolta verso il patrimonio architettonico esistente in un lavoro di ricerca tecnico – scientifica oltre che teorica che ha contribuito a formare una coscienza più sensibile degli operatori nei confronti del monumento. Per quanto riguarda invece gli interventi di adeguamento dobbiamo subito registrarne l’esiguità in relazione soprattutto agli interventi di progettazione ex – novo. Inoltre le esperienze di adeguamento sono state condotte da un punto di vista parziale, coinvolgendo nella maggior parte dei casi esclusivamente l’area presbiterale e non la chiesa come edificio nella sua globalità, quand’anche non sono state condotte per porre rimedio alle esigenze più immediate con interventi affatto adeguati e frettolosi (ACRL, 2 - 3) 9 . E’ per queste ragioni che la Conferenza Episcopale Italiana, a più di trent’anni dalla pubblicazione delle Costituzioni Conciliari, ha ritenuto opportuno produrre una nota 7 Conferenza Episcopale Italiana, Il rinnovamento liturgico in Italia, Edizioni Paoline, 1983, Cap.1 8 MELA A., Sociologia delle città, Nuova Italia Scientifica, Roma, 1997, pp. 133-135 9 Conferenza Episcopale Italiana, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, ElleDiCi, Torino, 1996, nn. 2 - 3
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Ferrari |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Paolo Torsello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 92 |
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