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accrescimento prossimali e distali di ciascun segmento 
osseo.(Swenson, Reece, 2002)  
In particolare la cartilagine distale dell’ulna è responsabile dell’85% 
dell’accrescimento mentre quella del radio del 62%. (Olmstead, 1995) 
Per tali ragioni, qualunque causa che determini una chiusura anticipata 
di una o entrambe le fisi distali dell’avambraccio esita in una 
deviazione. (Piermattei, Flo, De Camp, 2006) 
Le deformità angolari e rotazionali che ne risultano portano 
all’alterazione delle linee di appiombo, con conseguente stress 
eccessivo ed anomalo a carico delle articolazioni adiacenti. Queste 
svilupperanno patologie secondarie. 
Una volta valutato l’animale negli aspetti clinici e radiologici, si 
dovrà procedere con la pianificazione di una adeguata correzione 
chirurgica, volta a migliorare l’aspetto estetico dell’arto colpito, ma, 
soprattutto, volto alla cura o, meglio ancora, alla prevenzione delle 
patologie articolari. 
Le tecniche utilizzate dipendono dal tipo di difetti angolari, 
rotazionali ed articolari presenti, dall’età dell’animale al momento del 
trauma e dall’età dell’animale al momento della terapia correttiva. Si 
cercherà di riportare l’avambraccio ad un allineamento mantenendo la 
maggiore lunghezza del segmento scheletrico possibile, onde evitare 
al massimo le disparità con l’arto controlaterale, al fine di scongiurare 
la zoppia ed il dolore causato dalla patologia articolare. 
Scopo di questo lavoro è dunque descrivere gli aspetti 
eziopatogenetici, sintomatici, diagnostici e terapeutici di soggetti 
portatori di deviazioni angolari a carico dell’arto in relazione alla 
bibliografia attualmente presente. 
 
 
 
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Capitolo 2 
 
Cenni anatomici e fisiologici 
 
2.1 – Cenni anatomici 
 
  La regione dell’avambraccio è in rapporto prossimalmente con la 
regione del gomito e distalmente con la regione del carpo, e la base 
scheletrica che la costituisce è data da due ossa lunghe: radio e ulna. 
(Medri, 1999)  
In generale un osso lungo è composto da una diafisi, due epifisi ed 
una regione intermedia chiamata metafisi. La diafisi, corpo dell’osso, 
è esternamente composta da tessuto osseo lamellare compatto che va a 
formare un cilindro, al cui interno è presente la cavità midollare 
contenente il midollo osseo giallo, mentre le epifisi sono costituite da 
tessuto osseo spugnoso rivestito da uno strato di tessuto compatto. 
Nell’animale in accrescimento  una regione di cartilagine è localizzata 
tra epifisi e diafisi: la cartilagine di accrescimento. L’osso è rivestito 
da uno strato di tessuto connettivale denso, il periostio, ad eccezione 
delle superfici articolari rivestite invece da cartilagine. (Swenson, 
Reece, 2002) 
Lo strato più profondo del periostio è cellulare e conserva anche 
nell’adulto capacità osteogeniche che vengono riattivate nei processi 
riparativi delle fratture. (Dyce, Sack, Wensing, 2009) 
La metafisi è invece la zona in cui le trabecole ossee temporanee 
vengono trasformate in trabecole permanenti durante il fenomeno 
dell’accrescimento. (Dellmann, Eurell, 2000) 
Nel cane, il radio e l’ulna sono due ossa completamente distinte tra 
loro e mobili, in contatto solamente mediante le loro estremità, vanno 
a delimitare uno spazio interosseo occupato da una membrana fibrosa. 
Le due ossa sono leggermente incrociate in modo che l’estremità 
prossimale dell’ulna si ponga medialmente al radio, mentre la sua 
estremità distale lateralmente. (Barone, 2006) 
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Nel cane, come nelle altre specie in cui queste due ossa sono 
mobili, l’ulna costituisce il raggio fisso attorno al quale ruota il radio, 
permettendo movimenti di pronazione e supinazione. La pronazione 
porta la faccia palmare della mano in direzione caudale con pollice 
mediale, la supinazione, invece, dirige la faccia palmare della mano 
cranialmente e il pollice lateralmente. (Barone, 2004a) 
La supinazione è data dalla rotazione dell’estremità prossimale del 
radio sulla superficie dell’ulna, mentre la sua estremità distale va a 
muoversi ad arco attorno all’ulna. Nel cane sono permessi 45 gradi 
d’ampiezza nel movimento di supinazione. (Dyce, Sack, Wensing, 
2009) 
 
Il radio è un osso appiattito in senso dorso-palmare che si allarga 
all’estremità distale. Il corpo si presenta convesso dorsalmente e 
medialmente. La superficie dorsale è segnata nella sua porzione 
distale da solchi per i muscoli estensori. La superficie palmare 
presenta lateralmente una linea ruvida ben distinta per l’attacco del 
legamento interosseo. (Getty, 1982) 
L’estremità prossimale del radio presenta due superfici articolari: 
una per l’omero, corrispondente al capitello e al labbro laterale della 
troclea omerale, e una per l’ulna, costituita da una faccetta convessa 
posta sul lato palmare. È presente poi in questa estremità l’incisura 
trocleare, rilievo corrispondente alla gola della troclea omerale. 
(Barone, 2006) 
L’articolazione radio-ulnare prossimale è una diartrosi di tipo 
ruotante, o trocoide. È presente infatti il legamento anulare che va a 
fissarsi a lato della incisura sigmoidea dell’ulna andando a costituire 
un anello all’interno del quale l’estremità prossimale del radio, 
rivestita di cartilagine su tutta la sua circonferenza, può così ruotare. 
(Barone, 2004a) 
L’estremità distale del radio è espansa e la superficie di 
articolazione con il carpo risulta concava permettendo movimenti di 
abduzione, rotazione e adduzione, oltre a quelli di flessione ed 
estensione. (Dyce, Sack, Wensing, 2009)  
Questa estremità presenta poi una superficie articolare per l’ulna, 
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concava anch’essa, posta lateralmente e il processo stiloideo radiale, 
destinato all’inserzione del legamento collaterale radiale, 
medialmente. (Barone, 2006) (Fig.2.1B) 
 
Fig. 2.1 Ulna e radio sinistri di cane.  
In sequenza da sinistra: veduta craniale dell’ulna (A), veduta cranio-laterale e 
craniale di radio e ulna, veduta caudale del radio (B). 1, Olecrano; 2, processo 
anconeo; 3, incisura trocleare; 4, 4’, processi coronoidei laterale e mediale; 5, 
superficie articolare distale del radio; 6, processo stiloideo ulnare; 7, faccetta 
articolare per l’ulna; 8, processo stiloideo radiale; 9, faccetta articolare per l’ulna. 
(Da Dyce, Sack, Wensing, 2009) 
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L’ulna è un osso lungo e curvo il cui corpo, prismatico triangolare 
nei due terzi prossimali, si restringe verso la porzione distale 
divenendo cilindroide. (Getty, 1982) 
L’estremità prossimale dell’ulna è la parte più voluminosa dell’osso 
e porta su di sé il rilievo dell’olecrano che si estende oltre la superficie 
articolare. Alla sua sommità presenta il tubercolo dell’olecrano, o 
punta del gomito, che dà inserzione al muscolo tricipite. Sono presenti 
in prossimità del piccolo allargamento destinato all’articolazione con 
il radio prossimale i processi coronoidei mediale e laterale. (Dyce, 
Sack, Wensing, 2009) 
Il margine craniale dell’olecrano porta il processo anconeo, rilievo a 
becco in rapporto con la fossa olecranica dell’omero. Al di sotto del 
processo anconeo si diparte l’incisura trocleare, quasi completamente 
di pertinenza dell’olecrano, che si continua nella porzione di incisura 
di pertinenza del radio, in prossimità della quale, dal lato ulnare, esiste 
una superficie di articolazione per il radio, larga e concava. (Barone, 
2006) 
L’estremità distale, molto esile, termina con il processo stiloideo 
ulnare che si articola distalmente con l’osso carpale ulnare e presenta 
dorso-medialmente una faccetta articolare convessa per il radio. 
(Getty, 1982) (Fig. 2.1A) 
L’articolazione del gomito nel cane, a differenza dei grossi animali, 
è facilmente accessibile sia lateralmente che medialmente, la punta 
dell’olecrano è facilmente palpabile. (Dyce, Sack, Wensing, 2009) 
L’estremità distale dell’omero è convessa cranialmente, nella 
direzione della flessione del gomito ed ha una troclea obliqua, il cui 
labbro mediale è molto pronunciato. Il capitello è ben distinto e i due 
epicondili, laterale e mediale, sono poco rilevati ma circoscrivono una 
larga fossa olecranica. La fossa radiale è marcata. Queste superfici 
combaciano con le superfici prossimali di radio e ulna 
precedentemente descritte, andando a costituire l’articolazione del 
gomito. (Barone, 2006) 
Il gomito presenta una sinoviale estesa. Esistono due legamenti 
collaterali. Il legamento collaterale laterale origina dall’epicondilo 
laterale dell’omero e si divide in due parti, una craniale che aderisce al 
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legamento anulare ed una caudale che raggiunge l’ulna. Il legamento 
collaterale mediale si divide anch’esso in due parti, la parte craniale 
incrocia il legamento anulare e si porta alla tuberosità bicipitale del 
radio, la parte caudale si porta nello spazio interosseo per terminare 
sull’ulna, sul suo margine mediale. Esiste poi, cranialmente, un 
legamento membranoso che parte dall’omero e si porta sul legamento 
anulare, e che possiede un rinforzo obliquo in direzione disto-mediale 
che si porta al margine mediale del radio dopo aver incrociato il 
legamento anulare. (Barone, 2004a) (Fig. 2.2) 
 
 
Fig. 2.2 Articolazione del gomito sinistro del cane. 
A, veduta laterale; B, veduta mediale. (Da Barone, 2004a)