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PERCHÉ IL TEATRO DI ANNA MAGNANI 
Nell’immaginario collettivo Anna Magnani è l’attrice icona del 
Cinema del neo-realismo italiano eppure la sua forza attoriale affonda 
profondamente nel suo trascorso teatrale mai rinnegato e a cui 
ciclicamente ritorna con passione e dedizione soprattutto quando il 
mondo del cinema non riesce a offrirle soggetti e ruoli adeguati.  
Molto amata e rispettata negli Stati Uniti d’America dove riceve 
l’Oscar come migliore attrice nel 1956 (il primo ad una attrice 
italiana), fu quasi dimenticata in Italia negli anni Sessanta per poi 
essere riscoperta all’inizio degli anni Settanta dalla televisione. 
La sua intensa attività teatrale è stata offuscata dai suoi grandi 
successi cinematografici.  
Ripercorrendone le tracce è possibile capire come la sua formazione 
teatrale abbia fortemente influito sui suoi personaggi cinematografici 
e televisivi ed approfondire la sua modalità di costruzione di 
personaggi autenticamente veri ma mai veristi. 
IL METODO DI LAVORO ADOTTATO 
Prima di iniziare il lavoro di analisi della dimensione attoriale 
teatrale espressa nei due spettacoli affrontati da Anna Magnani negli 
anni sessanta del novecento, era importante e necessario cercare di 
approfondire il vissuto teatrale che ha preceduto il suo grande 
successo cinematografico. 
La ricerca è obbligatoriamente passata attraverso la conoscenza 
della vita dell’attrice, del contesto storico e sociale in cui ha operato. 
Questo mi ha portata ad approfondire alcuni aspetti del cosiddetto 
teatro leggero che ebbe fortuna negli anni trenta del novecento, 
nonché del teatro di rivista da cui, in qualche modo, discende.
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Per questi aspetti sono state fondamentali le biografie scritte da 
Matilde Hochkofler, Patrizia Carraro, Giancarlo Governi e un libro di 
Guido di Palma su Michele Galdieri. 
Sono quindi passata alla ricerca di recensioni, interviste, saggi 
che trattassero specificatamente degli spettacoli teatrali con Anna 
Magnani o che fornissero informazioni, anche indirette, relativamente 
alle sue interpretazioni.  
A questo fine ho consultato gli archivi storici dei quotidiani “La 
Stampa”, “Il corriere della sera”, “L’Unità”, oltre che della rivista “Il 
Dramma” del Fondo Ridenti presso il Centro Studi del Teatro Stabile 
di Torino. Altre fonti importanti per la ricerca sono stati alcuni siti web 
dedicati ad Anna Magnani o che, comunque, riportano saggi e 
riflessioni sull’attrice e alla sua vita artistica. 
Nel corso dell’analisi del materiale è emerso che in alcuni suoi 
film, specie in quelli la cui sceneggiatura discende da un dramma o 
una commedia, si può individuare una importante traccia teatrale.   
A guidarmi in questo caso è stato soprattutto il libro “Anna Magnani 
Vissi d’arte vissi d’amore” di Chiara Ricci. 
Una volta terminata la fase di indagine attraverso i documenti 
scritti, sono passata alla ricerca e visione di video-registrazioni di 
interviste, documentari, spezzoni di riprese teatrali e dei film, in cui 
come accennato, si riscontrano tracce più evidenti della dimensione 
teatrale di Anna Magnani. 
Sono quindi sono passata ad analizzare la dimensione autoriale e 
drammaturgica dell’attrice con il supporto delle recensioni acquisite, 
di alcune interviste fatte in occasione della morte dell’attrice e delle 
scarse foto di scena dei due ultimi spettacoli teatrali: La Lupa e 
Medea. Attraverso una breve analisi delle motivazioni che hanno 
spinto l’attrice a cimentarsi in quei testi, delle scelte registiche e di 
come queste abbiano dato o meno una specifica impronta allo 
spettacolo, ho cercato di evidenziare la capacità drammaturgica di
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costruzione del personaggio e quella del coinvolgimento del pubblico 
da parte di Anna Magnani. 
LA DESCRIZIONE SINTETICA DEI CAPITOLI 
Nel primo capitolo - La biografia artistica - vengono ripercorse le 
tappe artistiche di Anna Magnani, evidenziandone la crescita 
professionale nel corso degli anni. Attraverso le recensioni ed alcuni 
saggi sulla capacità attoriale dell’attrice, sono indagate le sue 
partecipazioni a spettacoli teatrali e di rivista, oltre che in alcuni film 
al fine di ricostruire la sua autorialità nella costruzione del personaggio 
come attrice teatrale. 
 
Nel secondo capitolo – L’autorialità attorica - attraverso l’analisi 
dei due spettacoli teatrali della maturità, La Lupa e Medea, viene 
ricercata e delineata la maturità artistica di Anna Magnani, quale 
autonoma “autrice della drammaturgia del personaggio” tale da 
influenzare l’intero complesso spettacolare.
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GLI ANNI DELLA FORMAZIONE 1929 - 1939 
Anna Magnani frequenta, nel 1924, l’Accademia di Santa Cecilia 
dove studia pianoforte, ma l’incontro con un giovane Paolo Stoppa la 
induce, nel 1926, a frequentare la Reale Scuola di Recitazione 
Eleonora Duse
1
, dove Silvio d’Amico tiene la cattedra di Storia del 
Teatro e Ida Carloni Talli quella di Recitazione. 
Silvio D’Amico dirà di lei  
…..ieri - racconta a casa - è venuta una ragazzina piccola, mora, con gli occhi espressivi. 
Non recita, vive le parti che le vengono affidate: è già un’attrice, la scuola non può insegnarle 
molto di più di quello che ha già dentro di sé
2 
 
Viene presto notata da Dario Niccodemi
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 in occasione dei saggi 
di fine anno degli allievi della Scuola (anno 1927) che le propone di 
lavorare nella sua compagnia (Compagnia Niccodemi-Vergani-
Cimara). 
Il contratto, inizialmente, è per sei mesi con una paga giornaliera di 
25 lire e ovviamente il ruolo è quello di generica. 
E’ l’inizio della sua formazione d’attrice. 
Fino al 1930 girerà i teatri, anche oltre oceano, con la compagnia di 
Niccodemi e pur ricoprendo ruoli minori avrà la possibilità di studiare 
e di rubare con gli occhi l’arte dei suoi maestri, in particolare da Vera 
Vergani
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. Di lei Anna Magnani ebbe a dire 
                                    
1
 Nel 1935 il Regime Fascista la trasformerà nell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica secondo gli 
intendimenti di Silvio D’Amico  
2
 Suso Cecchi d’Amico, intervista a cura di Giancarlo Governi, in G. Governi, Nannarella, il romanzo di 
Anna Magnani, Milano, Bompiani,1981, p. 32. 
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  Dario Niccodemi: commediografo (Livorno 1874 - Roma 1934). Fu per alcuni anni presidente della 
Società italiana degli autori: fondò (1921) e diresse una compagnia drammatica molto apprezzata che 
per prima mise in scena i Sei personaggi di L. Pirandello. Scrisse drammi in francese nel primo decennio 
del ‘900, poi vennero quelli in lingua italiana ottenendo largo successo di pubblico anche all'estero. Il 
suo teatro, a forti contrasti, rappresenta situazioni e problemi della borghesia del tempo. 
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  Vera Vergani (Milano, 5 febbraio 1895 – Procida, 22 settembre 1989) Nipote di Vittorio Podrecca, 
fondatore del «Teatro dei Piccoli», si forma con Ferruccio Benini e poi con Virgilio Talli e a ventisei anni 
è prima attrice della compagnia Niccodemi. Vi rimane dal 1921 al 1930 e in questo periodo viene
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Devo molto a Vera Vergani, la più bella signora del mondo, un esempio di disciplina e 
correttezza. Mi guidò nei primi passi sul palcoscenico, mi faceva coraggio con una 
profezia che doveva mutarsi in una splendente realtà. - Tu diventerai una grande attrice 
- mi diceva.
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Arriverà a coprire il primo ruolo da co-protagonista grazie alla 
defezione dell’attrice giovane della compagnia. Tra le commedie 
portate in scena dalla Compagnia Drammatica italiana (direzione 
artistica Dario Niccodemi e Ruggero Lupi) ritroviamo Triangoli
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 di Dino 
Falconi e Oreste Biancoli con cui inizia l’esperienza nel cosiddetto 
“teatro leggero”  
….. Anna appare nella sua prima rivista, che prefigura il felice incontro che avrà con il 
teatro leggero. Triangoli di Dino Falconi e Oreste Biancoli è una fantasia musicale che 
inaugura in Italia la stagione della rivista senza ballerine. Nel quadro Alla corte del Re 
Sole i personaggi rappresentano i fiori che hanno il sole per re. A lei tocca la parte di 
Gardenia, che canta e danza un balletto parodistico con Nino Besozzi, Tulipano. Il 
costumista aveva inventato per lei un bolerino di raso bianco cosparso di strass e dei 
calzoni di chiffon verde molto bassi sui fianchi che lasciano scoperto l’ombelico
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Negli anni seguenti farà parte delle Compagnie del Teatro Arcimboldi, 
Anna Fontana, Gandusio-Almirante, Baghetti-Liberati con ruoli 
sempre più importanti.  
Come evidenziato nella biografia a cura della Hochkofler 
…nella stagione 1931-1932 entra nella compagnia di Antonio Gandusio, uno dei 
mattatori dell’epoca, che aveva raggiunto larga popolarità come attore brillante. Il 
periodo con Gandusio è fondamentale nella maturazione dell’attrice, che fino allora non 
aveva mai avuto occasioni da protagonista. È alla scuola di un attore versatile e 
comunicativo come lui che perfeziona la sua naturale disposizione per il teatro brillante 
                                    
considerata la più dotata giovane attrice del teatro italiano. Molto bella e amata dal pubblico, si ritirerà 
dalle scene all’inizio del 1930 a soli trentacinque anni. 
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 M. Hochkofler, Anna Magnani. La Biografia, Milano, Bompiani, 2013, p. 21. 
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 Si trattava di un nuovo genere di spettacolo una sorta di "fantasia musicale" molto vicina alla rivista, 
interpretata però da attori di prosa. 
7
 M. Hochkofler Anna Magnani La Biografia, cit.. p. 22.
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o addirittura comico, confermando la sua antica e già sperimentata vocazione per la 
rivista
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la sua “naturale disposizione per il teatro brillante, comico” e la sua 
capacità di modulare la voce e il gusto musicale la rendono perfetta 
per i ruoli delle commedie brillanti e musicali, come possiamo vedere 
dall’elenco degli spettacoli
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 a cui prende parte nei primi anni trenta 
del novecento. 
Nelle recensioni dell’epoca spesso si trovano cenni, più o meno 
dettagliati e specifici su Anna Magnani, sul suo estro e sulla bravura 
nonché nell’apprezzamento da parte del pubblico per le sue 
interpretazioni anche in ruoli minori. Alcuni esempi: 
.. si fece molto applaudire per la spigliata comicità la signorina Magnani. 1930 Corriere 
della sera
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...il pubblico applaudi parecchie volte con molto calore la signorina Magnani. 1931 
Corriere della sera
11
   
….la signorina Magnani che trovò buoni accenti di soffocata commozione…1931 Corriere 
della sera
12
   
….la signorina Magnani, tra quel ridere della commedia, ha saputo tenere una linea di 
sincera e umile commozione. 1931 Corriere della sera
13
    
 Giovine attrice ricca di possibilità, la cui grazia e il cui senso musicale della frase, delle 
pause, dei cenni, le danno il diritto di tentare prove altrettanto belle come quelle di ieri 
sera. 1931 Gazzetta del popolo di Torino
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8
  M. Hochkofler Anna Magnani La Biografia, cit., p.23. 
9
  Teatrografia comparata Filmografia/TV -  Allegato 1 
10
 F.S., Corriere Teatrale, “Il Corriere della sera”, 6 dicembre 1930. 
11
 F.S., Corriere Teatrale, “Il Corriere della sera”, 8 aprile 1931. 
12
 F.S., Corriere Teatrale, “Il Corriere della sera”, 12 aprile 1931. 
13
 F.S., Corriere Teatrale, “Il Corriere della sera”, 17 novembre 1931 
14
 M. Hochkofler, Anna Magnani, Roma, Gremese Editore, 2001, p. 28.
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A riprova del successo nell’ambito del teatro leggero e di rivista, 
con lo spettacolo Tifo! di Antonio Gandusio
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, la rivista specializzata 
“Il Dramma” le dedicherà la pagina di copertina  
… Vestita di un lungo abito bianco con le maniche bordate di pelliccia scura, i capelli a 
caschetto tagliati corti sulla nuca, tiene in alto la mano di Gandusio in tenuta da 
calciatore, il piede destro sul pallone. Sorridente, con il braccio teso, indica l’attore 
all’applauso del pubblico.
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Questi sono gli anni della cosiddetta “gavetta” che consentirono 
ad Anna Magnani di creare un suo stile personale 
…ritrova dentro di sé il romanesco che aveva messo da parte negli anni dell’Accademia 
e della Niccodemi-Cimara-Vergani: si attua così il suo passaggio da attrice brillante ad 
attrice comica vera e propria
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 Sarà quindi scritturata da compagnie sempre più importanti e 
con ruoli di protagonista. Entra a far parte della Compagnia Spettacoli 
Eliseo con i fratelli De Rege, Giorgio e Guido
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 e incontrerà per la 
prima volta Michele Galdieri
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 autore della rivista I milioni andata in 
scena nel 1935, negli anni successivi sarà l’autore di quasi tutte le 
riviste interpretate da Anna Magnani fino agli anni cinquanta del 
novecento.  
In questo periodo le sue interpretazioni cinematografiche sono 
poche e marginali. Le sue qualità d’attrice non erano utili per il cinema 
                                    
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 Antonio Gandusio (Rovigno d'Istria, 29 luglio 1873 – Milano, 23 maggio 1951), fu uno dei più 
interessanti attori comici italiani, quasi una maschera da commedia dell'arte.  
16
 M. Hochkofler, Anna Magnani. La Biografia, cit., p. 22. 
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 Archivio Multimediale degli Attori Italiani - http://www.fupress.com – biografia Anna Magnani 
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 I fratelli De Rege (Giorgio De Rege Casagiove, 19 agosto 1894 -Torino, 25 maggio 1948; Guido De 
Rege Casagiove, 25 gennaio 1891- Milano, 10 febbraio 1945) sono stati un duo comico popolare in 
Italia soprattutto negli anni trenta-quaranta. Nei loro spettacoli costituirono il tipico duo 
“comico/spalla” in cui il comico era uno sciocco, balbuziente e incapace di parlare in modo "normale” 
e la spalla fungeva da “esaltatore” della comicità straniante con effetti spesso assurdi e improntati al 
nonsense, del primo. 
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 Michele Galdieri (Napoli 1902 - ivi 1965), autore di riviste e paroliere italiano, fin dal suo primo successo, 
L'Italia senza sole (1925), che conteneva coraggiosi riferimenti al delitto Matteotti, Galdieri puntò a 
una satira giocata sulle allusioni e sugli ammiccamenti.