Cominus et eminus: la tipografia alla Campana. Annali di Vittorio Baldini (1575-1618) e dei suoi eredi (1618-1621)
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Valentina Sonzini Cominus et eminus: la tipografia alla Campana. Annali di Vittorio Baldini (1575-1618) 4 alla precoce obsolescenza che la dinamica culturale tra Quattro e Cinquecento produce nelle pratiche di scrittura e di lettura e nei loro paradigmi di riferimento 10 . La biblioteca diventa, come anche per quella di Ercole, specchio della società in cui si forma, paradigma di quel fervore culturale che caratterizzerà gli anni del ducato anche la nuova biblioteca di Ercole ne propone un’immagine [del fervere di iniziative culturali di respiro internazionale], parziale e sfuocata come sempre, attraverso un nuovo inventario, redatto – in questo 1495 – da Girolamo Giglioli. Descrive ben 512 libri e fornisce subito, già nella sua intestazione, una notizia importante, che riguarda lo spazio dove questi libri di Ercole sono raccolti: “Inventario fatto per lo sp. Gironimo Ziliolo de li libri che si trovano ne l’oratorio de la excellentia del Signore”. L’arcipelago del libro e della scrittura a Corte è sempre più articolato: in questo oratorio è conservata (e ordinata, grazie al lavoro di Pellegrino Prisciani […]) una Biblioteca molto ampia, in grado di documentare tutte le trasformazioni culturali di fine Quattrocento, una Biblioteca che richiede – proprio per le sue dimensioni – un nuovo ordine descrittivo e classificatorio: non più quello topografico, bensì quello alfabetico per autore o titolo. Un inventario che tende a farsi catalogo 11 . È sempre Ercole che “sull’esempio di altri principi, arriva addirittura, uomo dei tempi nuovi, a concepire, nel 1560, l’idea di aprire in Ferrara “una magnifica stamperia affine di dare per essa alla luce quelle opere inedite che si credessero dover recare giovamento alle lettere” 12 . La sua biblioteca diviene esempio dell’introduzione di questa nuova arte l’inventario, […] questa volta dà un’informazione del tutto inedita: registra l’ingresso in Biblioteca del nuovo libro tipografico. E non in termini marginali: ben 202 dei 512 titoli (cioè il 40% del totale) è registrato con l’indicazione stampato Solo vent’anni dopo l’introduzione della tipografia a Ferrara (precisamente nel 1471: nello stesso anno in cui Ercole diventa Duca), in Biblioteca si registra – in modo inequivocabile – una vera e propria alluvione di libri prodotti con la nuova “ars artificialiter scribendi” 13 . L’attività tipografica a Ferrara parte quasi in sordina. All’epoca d’oro del manoscritto “però non subentra una altrettanta gloriosa tradizione tipografica, come per esempio succede per Venezia con la produzione di Aldo Manuzio, anzi la stampa trova in origine alcune difficoltà ad inserirsi a Ferrara” 14 . 10 A. QUONDAM, Le biblioteche della corte estense, cit., p. 35. 11 A. QUONDAM, Le biblioteche della corte estense, cit., p. 22. 12 Biblioteca estense. Modena, cit., p. 28. 13 A. QUONDAM, Le biblioteche della corte estense, cit., p. 23. 14 D. CAVALLINA, L’editoria ferrarese nei secoli 15. e 16., cit., p. 343.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Sonzini |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Scienze Bibliografiche, Archivistiche, Documentarie e per la Conservazione e il Restauro dei Beni Librari e Archivistici |
Anno: | 2009 |
Docente/Relatore: | Marco Santoro |
Correlatore: | Angela MariaNuovoUgoRozzo |
Istituito da: | Università degli Studi di Udine |
Dipartimento: | Lettere e filosofia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 796 |
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