I problemi dei criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale
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13 del Procuratore in relazione all’esercizio dell’azione penale, ha sostituito la delega con l’assegnazione al fine di indicare la natura del provvedimento con il quale vengono distribuiti gli affari ai sostituti, ha modificato la disciplina dettata per la revoca, eliminando l’obbligo di trasmissione del provvedimento e delle eventuali osservazioni al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Alla disciplina delle assegnazioni degli affari e dei procedimenti è dedicato l’art. 2, d.lgs. 106/2006, che ha ad oggetto specificamente la titolarità dell’azione penale. Il 1°comma dispone che il Procuratore rimane titolare esclusivo dell’azione penale, che la può esercitare personalmente ovvero assegnare il relativo procedimento a uno dei magistrati dell’ufficio, o a più di essi congiuntamente. L’assegnazione a uno o più magistrati addetti all’ufficio, integra un potere di “delega” che potrà riguardare non soltanto la trattazione di uno o più procedimenti, ma anche il compimento di singoli atti di essi. Mentre la delega di cui all’articolo 1, comma 4° del decreto, ha per oggetto l’organizzazione, la gestione e l’amministrazione dell’ufficio, quella di cui trattasi ha ad oggetto l’attività giudiziaria: ergo, le indagini, l’esercizio dell’azione penale, la trattazione dei procedimenti penali ovvero il compimento di singoli atti di questi. Il comma 4° attribuisce al Procuratore della Repubblica il potere di determinare i criteri per l’organizzazione dell’ufficio e per l’assegnazione dei procedimenti ai Procuratori aggiunti e ai sostituti Procuratori addetti all’ufficio, con l’obbligo di precisare per quali tipologie di reato riterrà di adottare meccanismi di natura automatica. Dalla lettura sistematica delle norme enucleate emerge il regime normativo che governa la delicata materia dell’assegnazione dei procedimenti. In base a tale disciplina, il Procuratore procede all’assegnazione grazie a criteri predeterminati, da lui stesso fissati nell’ambito dei poteri di organizzazione dell’ufficio che gli sono attribuiti 10 . Il Consiglio Superiore, con la risoluzione del 12 luglio 2007, ha affermato che i criteri di assegnazione degli affari, al pari degli altri provvedimenti organizzativi, devono essere comunicati all’organo di autogoverno a norma dell’art. 10 Per una trattazione diffusa dei criteri organizzativi dell’ufficio rimessi alla competenza del Procuratore capo, delle procure per la loro adozione e dei poteri di controllo spettanti al CSM si rimanda a G. GILARDI, Le tabelle, Modelli e tecniche dei processi civili, Torino, Utet giuridica, 2015, pp. 216-221.
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriella Venezia |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Foggia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Angela Procaccino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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