Il rischio operativo: l'utilizzo delle reti neurali per la previsione del rischio di frode
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1.2 La regolamentazione: il Comitato di Basilea Nel 1974 è stato istituito dai governatori delle banche centrali dei Paesi del G10 il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (Basel Committee on Banking Supervision) in seguito ad alcuni gravi episodi di crisi del mercato finanziario internazionale. Il Comitato è composto da esponenti delle banche centrali e di eventuali organi di vigilanza del sistema bancario di ogni paese e rappresenta un foro di discussione e cooperazione in materia di vigilanza sull'attività bancaria a livello internazionale. Inizialmente le proposte e raccomandazione del Comitato riguardavano la sola attività bancaria internazionale ed erano volte a garantire che nessun insediamento sfuggisse alla vigilanza di un'autorità, nazionale od estera. Dalla seconda metà degli anni Ottanta, il Comitato ha assunto un ruolo sempre più importante, estendendo i propri compiti, con l'obbiettivo di rendere efficace l'intero sistema di vigilanza sulle banche. Pur non avendo un potere legislativo o autorità sopranazionale, le raccomandazioni e direttive emanate dal Comitato vengono poi recepite dalle singole autorità politiche e di vigilanza. In particolare, il Comitato ha dedicato una grande attenzione ai requisiti minimi patrimoniali, al fine di garantire una solvibilità delle singole istituzioni (e quindi dell'intero sistema) e delle condizioni competitive uniformi. Proprio nel 1988, il Comitato ha definito, in un documento noto come “Accordo sul capitale”, un sistema di requisiti patrimoniali obbligatori; tale direttiva, recepita da oltre 100 paesi (inclusa l'Unione europea), era indirizzata ad istituzioni operanti in ambito internazionale, ma le singole autorità nazionali hanno esteso la normativa anche alle banche operanti in ambito domestico. L'accordo verteva sull'obbligo da parte delle banche di mantenere un rapporto minimo pari all'8% (detto coefficiente patrimoniale), tra il “patrimonio di vigilanza” (definito nello stesso Accordo) e le attività ponderate per il rischio. Con la definizione dell'Accordo, nonostante i numerosi limiti riscontrati in esso, si è riusciti ad invertire la tendenza a ridurre il grado di patrimonializzazione dei diversi sistemi bancari, imponendo alle banche un certo livello di capitalizzazione che ne 12 di 128
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Informazioni tesi
Autore: | Alfredo Ficcadenti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Finanza |
Relatore: | Alessandra Carleo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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