La centralità del potere sovrano nel pensiero di Jean Bodin
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Alla fine del 1568 era in atto la terza guerra civile; dopo otto anni di assidui tentativi di stabilire le condizioni politiche per una pace nazionale stabile e durature, Michel de L’Hospital gettò la spugna, di fronte al presentimento che non vi fosse più la volontà, nelle stanze del governo, per tentare una mediazione e che una politica di violenza si fosse impossessata della scena. Si congedò dal re con un memoriale in cui riponeva le sue speranze in un programma moderato, in cui i sudditi dovevano devozione al re ma nel rispetto reciproco delle rispettive coscienze. A proseguire il suo lavoro ci penserà il partito dei Politiques, che apparirà, come tutte le cose più originali di un’epoca, quando il regno sarà in balia delle armi: nel momento di maggiore tempesta c’è sempre chi mantiene la rotta giusta, anche se inascoltato, per un approdo sicuro. Opera loro fu la stipula di un nuovo editto di St. Germain nel 1572, in cui L’Hospital, che non era stato l’unico, ma il più costante teorico del gruppo fino all’inizio del decennio, credette di ravvisare ancora una volta un successo della sua politica. Ma da quell’8 agosto pochi giorni di pace separarono la nazione dalla grande tragedia del secolo, paragonabile solo al 14 luglio 1789. Grandi concessioni erano fatte agli ugonotti, l’editto si rivelò quanto di più liberale potesse concepirsi al momento: piazzeforti, amnistia ed esercizio pubblico del culto protestante furono liberalizzati in maniera ampia. Caterina si era decisa più stremata dalla crisi delle finanze del regno che per convinzione personale: “...non erano le sua convinzioni religiose che la rendevano ostile alla Riforma, ma le follie e i tradimenti dei capi...” 20 . L’editto fu l’ultimo momento di pace prima della grande divisione che agì nel paese dopo il 24 agosto, a volerlo furono le necessità matrimoniali che la Regina aveva programmato per i suoi figli nell’ambito di un progetto europeo. Proprio il 18 agosto Margherita di Valois andrà sposa di Enrico di Navarra, divenendo la futura regina Margot tanto celebrata e cooptando il Borbone nella scala degli eredi al trono. Non comprendo se Caterina capisse l’importanza di questo gesto, che tanto prodigo di divisioni ma anche di fortune sarà per la storia del regno di Francia alla fine del secolo. Proprio quando la politica matrimoniale favoriva gli ugonotti, i loro capi, tra tutti l’ammiraglio di Coligny, oltrepassarono i limiti della loro forza, tentando di imporre al re la guerra nei Paesi Bassi in rivolta contro Filippo II ed il dominio spagnolo, minacciando Caterina di scatenare la guerra civile in caso di rifiuto. Il resto è cronaca risaputa: ella, preoccupata del prestigio di costui, tentò di far assassinare il capo ugonotto il 22 agosto 1572; il fallimento di quest’attentato e l’ira crescente dei riformati contro il potere indussero Caterina del pericolo che correva la casa regnante e fece in modo di convincere il figlio Carlo IX della necessità di eliminare la pericolosa nobiltà ugonotta. Lo sterminio che avvenne nella notte di S. Bartolomeo, il 24 agosto 1572, fu preparato dai capi del partito cattolico; nella sola Parigi furono massacrati tremila ugonotti, tra cui lo stesso
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Informazioni tesi
Autore: | Max Tonioli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Saffotestoni Binetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 168 |
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