La centralità del potere sovrano nel pensiero di Jean Bodin
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di morire Enrico nominò futuro Enrico IV il principe di Navarra, obbligandolo, almeno moralmente a farsi cattolico. Vissuto sempre sotto il controllo di qualcuno, non riuscendo a svolgere una politica autonoma e di progredire nell’assolutizzazione del paese, troppo lacerato dagli scontri dottrinari, Enrico III morì delegando il suo erede a sanare la divisione del regno con l’abiura pubblica del suo culto. Come dice Pirenne, ad Enrico IV “...non restava che da conquistare il suo regno...” 29 . Egli compì questa impresa dopo una lunga guerra contro Filippo II, imperatore di Spagna, che appoggiava col suo esercito la Comune Insurrezionale di Parigi, durata fino al 1593 e con riappropriazione palmo a palmo del territorio della Francia a partire dalla roccaforte normanda. In quell’anno morì il Cardinale di Borbone e gli stati Generali si riunirono per eleggere il successore. Contro Filippo II che voleva imporre sua figlia Isabella, una donna e perdipiù straniera, il pessimo ricordo di Caterina e la legge fondamentale del regno consentirono ad Enrico di diventare il vero monarca del suo popolo. Era la prima volta dopo l’esplosione della Riforma che il problema della libertà di coscienza non coinvolgeva solo i sudditi ma un re. Abiurando il protestantesimo, con la famose frase “Parigi val bene una messa” egli tornò cattolico e la maggior parte del regno lo riconobbe. I restanti oppositori furono comprati, la sottomissione valse loro 20 milioni di lire: la guerra di religione, iniziata per profonde divergenze ideali finiva per concludersi grazie ad un pagamento, che accontentava tutti, sfiniti dai combattimenti. La guerra interna fu vinta non con le armi, o non solo con quelle, ma con l’evidenza dei fatti: la nazione non avrebbe mai accettato un re protestante. La guerra con Filippo II continuò fino alla pace di Vervins del 1598, che riconfermava le posizioni reciproche di Spagna e Francia ottenute 30 anni prima a Cateau - Cambresis. Lo stesso anno la pacificazione religiosa poneva termine a tre decenni di aspre lotte intestine che avevano sconquassato le fondamenta del paese, portandolo sull’orlo della dissoluzione. L’Editto di Nantes, che sarebbe durato fino alla solenne Revoca del 1695, chiudeva la fase del cambiamento cruento delle istituzioni e del pensiero politico - religioso in terra di Francia ed apriva il secolo nuovo con la sua voglia di ricostruire su nuove basi il regno. Fondamentale fu il periodo di Enrico IV, finalmente re di tutti i suoi sudditi, per questo scopo di renovatio etico - sociale. Egli era stato fino al 1576 un semplice strumento nelle mani di Caterina dè Medici. Avendo giurato fedeltà alla causa degli ugonotti, fu in pericolo quella notte del 24 agosto, ma Carlo IX lo fece salvare. Dovette però abiurare la fede calvinista e fu quasi tenuto prigioniero presso la corte. Fuggì nel febbraio del 1576 e cercò di ricostruire la monarchia di Navarra, ormai sottomessa, come tutte le grandi casate, al potere monarchico. In giugno di quell’anno ritornò al protestantesimo, acquistando sempre maggior prestigio tra i riformati. Infatti condusse brillantemente una guerra di religione e firmò la pace dei Bergerac nel 1577. Dal 1584
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Informazioni tesi
Autore: | Max Tonioli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Saffotestoni Binetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 168 |
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