La centralità del potere sovrano nel pensiero di Jean Bodin
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civile. Paradossalmente, era una dottrina che nella sua raffinatezza moderna e rinascimentale si avvicinava di più al cattolicesimo, in quanto ne rivendicava i temi fondamentali dell’universalismo e dell’individualismo. Ma il cattolicesimo delle origini non esisteva più e le gerarchie romane e gli stessi dottori della Sorbona non volevano interferenze pericolose nella loro opera di cura d’anime e soprattutto nella sfera del loro potere temporale, in Francia come dappertutto. La Riforma agì specialmente nei centri urbani della nazione, dove le idee nuove circolavano e la capacità di critica era più forte che nelle campagne ed in qui centri rurali in cui l’autorità della chiesa era ancora superiore a quella dello stato. Il calvinismo si impose a tutti quelli che dubitavano del cattolicesimo e volevano esprimere personalmente e con più libertà il proprio culto. Quando Francesco I morì, la Francia si trovò coinvolta in una terribile esplosione di intolleranza. Al trono assurse Enrico II, uomo malinconico, tetro ed introverso, al confronto del padre brillante ed instabile, sposato dal 1533 a Caterina dé Medici, ma neppure il suo regno si dimostrò più clemente verso i calvinisti. Convinto che dietro ogni male del suo paese ci fosse la diffusione delle idee riformate, fin dal principio si diede a combattere gli ugonotti, dotando il Parlamento di una Chambre ardente per giudicare l’eresia. Ma egli non aveva la scorza del padre e le proteste del clero contro l’accaparramento dei processi di eresia da parte del potere civile lo convinsero della necessità di spogliare il parlamento, nel 1549, del diritto di giudicare gli eretici. Queste disposizioni fecero parte del grandioso editto di Chateaubriand, emesso nel 1551 per coordinare tutte le misure di lotta per la difesa della fede. Una fede che ormai si era sdoppiata e che Enrico non seppe riunire. Una vera e propria politica di sterminio dei calvinisti non fermò la definitiva compiutezza del processo integrativo della dottrina ginevrina nel paese. Nonostante l’opposizione del parlamento defraudato di tendenza gallicana, egli volle asservire all’autorità della chiesa tutte la cause di eresia, fino a pensare di introdurre l’Inquisizione, con tutto il suo bagaglio di oscurantismo repressivo e di austera severità, atto poi non avveratosi. La legislazione divenne sempre più crudele, ogni eretico convinto era passibile della pena di morte, un’uniformazione venne imposta in modo draconiano alla giurisdizione penale, ma tutto ciò convinse ancora di più i calvinisti ad arroccarsi: essi crebbero di numero e di prestigio, con la scalata che la Riforma aveva intrapreso fino ai più alti gradi della scala sociale, coinvolgendo quella nobiltà la cui adesione esasperò un re in difficoltà sul piano della politica estera. Con l’editto di Ecouen del 2 giugno 1559, il suo giuramento di sterminio totale dei calvinisti divenne pratica: la pace di Cateau - Cambresis di quell’anno con la Spagna liberò il fronte di nuovo compatto dei sovrani cattolici contro l’eresia e da quel momento egli indirizzò tutte le sue energie al compito che si era prefissato, eliminare i protestanti dal territorio del suo regno.. “...Il conflitto ideologico si
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Informazioni tesi
Autore: | Max Tonioli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Saffotestoni Binetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 168 |
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