La Menzogna: gli indicatori verbali e non verbali costituenti l’atto menzognero.
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5 INTRODUZIONE La voglia di approfondire e conoscere maggiormente il tema della menzogna, seppur riconoscendo un’impossibilità a trattarlo nella sua interezza poiché molto vasto, nasce da una mia curiosità nel voler comprendere quali siano i meccanismi che la menzogna innesca nel soggetto e quanto, rispetto a ciò che quest’ultimo riferisce, emerga a livello verbale e corporale, facilitandone lo svelamento. L’argomento su cui cercherò di focalizzare la mia attenzione è relativo agli indicatori costituenti l’atto menzognero, cioè quegli indici verbali e non verbali che si tende a tenere in considerazione nel momento in cui ci si approccia ad un soggetto che è ritenuto un presunto mentitore. Cercherò di analizzare questo tema, divenuto di attenzione pubblica e mediatica negli ultimi anni, cercando di dare risalto al concetto di menzogna nel pensiero comune, al peso che questa occupa nella quotidianità, con un’attenzione rivolta alle stereotipie ed ai preconcetti legati all’atto menzognero. L’analisi di questo argomento inizierà evidenziando come la comparsa della menzogna ed il suo mantenimento siano relativi al generarsi di un atto comunicativo: senza comunicazione e scambio tra gli interlocutori, la menzogna fatica ad emergere; cercherò quindi di descrivere alcune tra le più importanti teorie della comunicazione e la loro implicazione nella riuscita dell’atto del mentire. Inoltre, mi focalizzerò sull’importanza delle parole e della semantica, costituenti di un qualsiasi atto comunicativo e sul peso che queste assumono: verrà attenzionato il modo in cui il presunto mentitore si esprime, le ripetizioni messe in atto e la coerenza linguistica, i tempi di risposta e la loro lunghezza ed il tono di voce assunto, tramite confronti tra condizioni di verità, in cui l’attivazione cognitiva è ridotta, con condizioni in cui l’emergere della menzogna innesca elevate forme di arousal a livello cognitivo ed emotivo nel soggetto. Come risaputo, il binomio comunicazione verbale e non verbale appare dare forma alla condotta menzognera, rendendola viva e talvolta difficile da riconoscere: lo studio sugli indicatori verbali e sugli strumenti che permettono un’analisi della validità delle dichiarazioni emesse dal soggetto, sarà affiancato da un’analisi di quanto emerge a livello non verbale, includendo tra gli indici: la gestualità, il volto e le sue microespressioni, il sorriso, la voce e le emozioni che l’atto menzognero porta con sé e che ne favoriscono la comprensione. Il mentitore tenderà quindi come credenza ad abbassare lo sguardo, a mostrarsi nervoso, a mettere in atto comportamenti d’irrequietezza o invece, al contrario, si mostrerà calmo e controllato, sostenendo senza problemi lo sguardo dell’interlocutore? La menzogna sarà inoltre tipica di un particolare soggetto o così intrinseca alla vita di tutti i giorni da metterla in atto senza rendersene nemmeno conto? Infine ci sarà una disamina sulle capacità di smascherazione dei soggetti e sulla percezione di accuratezza che ritengono di possedere nell’approcciarsi alla menzogna e saranno descritte alcune delle tecniche più note, come ad esempio quella del poligrafo, le quali fanno leva sulla reattività mostrata dal soggetto a livello fisiologico, emotivo, cognitivo e cerebrale.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Peraino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Daniela Pajardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 42 |
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