Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
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applicazioni e implicazioni (ad esempio, la gestione attuale e futura 
dei fondi comunitari) in ambito comunitario: dalla legislazione 
comunitaria sull’accesso, fino all’attuale iniziativa europea per la 
trasparenza del Commissario Kallas. 
 
Non c’è trasparenza senza accesso alle informazioni e ai documenti, la 
seconda parte è quindi dedicata all’analisi e comparazione delle 
legislazioni nazionali sull’accesso nei 25 Stati membri. E’ infatti 
opinione comune che i rapporti tra gli Stati e i cittadini possano 
avvenire solo in un contesto in cui la trasparenza delle istituzioni sia 
salvaguardata. 
 
La terza parte individua ed esamina altri due strumenti indicativi del 
grado di trasparenza e apertura degli Stati: l’indice della libertà di 
stampa dell’organizzazione “Reporters sans frontières” e il progetto 
anglo-danese farmsubsidy, che persegue l’obiettivo di raccogliere i 
dati sui pagamenti e i beneficiari della politica agricola europea e di 
renderli disponibili e accessibili ai cittadini attraverso il sito Internet. 
 
La ricerca e l’analisi dei tre indici ha permesso di creare un indicatore 
statistico che, applicato ad ogni paese, misura il grado di apertura e 
trasparenza. Il risultato dell’esperimento è la mappa della trasparenza 
europea, una mappa dell’Europa caratterizzata da diversi 
raggruppamenti di Stati. 
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Parte prima 
 
La trasparenza nell’Unione europea 
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6
1 
Panorama dell’opinione pubblica europea 
 
 
L’importanza dell’opinione pubblica nei discorsi politici è evoluta nel 
tempo. Nel corso del Novecento si fece strada la concezione secondo 
la quale in una società moderna ciò che davvero contava non erano le 
opinioni espresse dalla stampa, quanto le opinioni latenti, perché si 
pensava che erano proprio gli stati d’animo inespressi della 
popolazione a provocare i comportamenti politici più influenti.  
Da questa concezione nasce, negli anni ’30, l’industria del “sondaggio 
di opinione” che permette di interpretare l’opinione pubblica 
attraverso opinioni rilevate di un campione statistico, e non solo 
attraverso il confronto fra le opinioni liberamente espresse di una 
minoranza di intellettuali e giornalisti. 
 
Rispetto a trenta anni fa, esiste oggi un bisogno reale di conoscere 
l’opinione dei cittadini e di dialogare. Durante l’ultima edizione del 
COMPA
1
, l’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano 
ha posto l'accento sulla crisi di leadership e istituzionale dell’Unione 
europea, che corrisponde ad una crisi di consenso manifestata in molti 
paesi con gradazioni diverse, dal disincanto alla diffidenza e al rifiuto. 
Il Direttore Generale Cavournis (Direzione Comunicazione della 
Commissione europea) ha posto l’accento sull’importanza delle 
informazioni dei sondaggi dell’Eurobarometro, quindi l’importanza 
dell’ascolto dei cittadini per costruire un’opinione pubblica europea, 
                                                 
1
 Convegno “Costruire l’opinione pubblica europea: un problema aperto”, COMPA, Bologna, 
novembre 2005. 
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in una fase in cui soprattutto le giovani generazioni non condividono 
l’entusiasmo dei padri fondatori sul progetto europeo. 
 
Nel contesto dell’analisi, per individuare quali sono le istituzioni in 
cui i cittadini hanno più fiducia, è interessante il rapporto della società 
di Pubbliche Relazioni Edelman, “The Annual Trust Barometer”, che 
traccia le attitudini di opinion leaders nel mondo nei confronti di 
affari, governi, ONG e media
2
. 
Edelman definisce opinion leaders le persone tra i 35 e 64 anni, di 
formazione universitaria, con redditi annuali uguali o superiori a 
75.000 dollari USA, particolarmente interessati e coinvolti nei media, 
nell’economia e nella politica.  
Il settimo sondaggio, presentato a gennaio 2006 al Parlamento 
europeo alla presenza di rappresentanti di aziende, affari pubblici, 
politici e media, è stato realizzato nel mese di novembre 2005 
attraverso interviste telefoniche dirette ad un campione di circa 2.000 
opinion leaders negli Stati Uniti (400), Cina (200), Regno Unito, 
Francia, Germania, Spagna e Italia (150 per ogni paese), Canada, 
Brasile, Giappone e Corea del Sud (150 per ogni paese). 
Ad eccezione della Cina, in Europa, America e Asia, le ONG sono le 
istituzioni in cui i cittadini hanno più fiducia, molto più delle aziende, 
dei governi e dei media. 
Alla fiducia nelle istituzioni e nelle autorità, quali capi di Stato o capi 
di aziende, è stata sostituita la fiducia nella rete di contatti personali 
attraverso il web, colleghi, amici e familiari. Secondo il sondaggio, la 
famiglia, gli amici e i colleghi hanno fatto un salto di credibilità in 
                                                 
2
 Tabella 1, grafici 1 e 2, pagg. 45 e 46 in allegati. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
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Europa e negli Stati Uniti tra il 2003 e il 2005. La fiducia in una 
“persona come te” è aumentata dal 22% al 56% negli Stati Uniti, dal 
33% al 53% in Europa nel periodo considerato. Dal punto di vista dei 
media, Internet passa al terzo posto nelle fonti di informazione, dopo 
la TV e la stampa (19% negli Stati Uniti, 13% in Europa). 
La fiducia nelle aziende, governi e media è più bassa in Europa che in 
ogni altro paese. In Europa, la fiducia nei governi è all’ultimo posto in 
Germania (27%) e in Spagna (33%), al terzo posto in Italia (39%) e 
Regno Unito (33%), al secondo posto in Francia (32%). La fiducia nei 
media è, ad eccezione della Spagna e della Germania, all’ultimo 
posto. 
La lezione da trarre dal sondaggio è che spesso le istituzioni pensano 
di avere problemi di media invece che problemi di fiducia.  
 
L’Unione europea vive un momento di verifica. Nel corso del 2005, i 
cittadini francesi e olandesi hanno votato contro la ratifica della 
Costituzione europea, l’affluenza alle urne in occasione delle elezioni 
europee continua a calare e l’Unione sta ancora combattendo per 
sconfiggere la visione secondo cui essa sarebbe una burocrazia 
distante, costruita da un’élite politica.  
La Commissione europea ha sentito il bisogno di ripensare la propria 
strategia di comunicazione, di rilanciare il dialogo con i cittadini e la 
società civile, per dar vita ad un ampio dibattito sulle tematiche 
europee in tutti gli Stati membri. Il Piano D (democrazia, dialogo, 
dibattito), varato nell'ottobre scorso dalla vicepresidente Margot 
Wallström, intende gettare le basi per un dibattito approfondito sul 
futuro dell’Europa. La chiarezza e la trasparenza del messaggio che le 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
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istituzioni europee devono trasmettere ai cittadini, svolge in questo 
senso un ruolo essenziale. 
 
L’impegno dell’Unione europea per rendere maggiormente accessibile 
e aperta l’azione comunitaria, trova origine nelle sollecitazioni che nel 
tempo l’opinione pubblica ha indirizzato a governi e istituzioni.  
Per comprendere l’importanza della trasparenza e delle iniziative 
assunte a livello europeo per avvicinare le istituzioni ai cittadini, è 
interessante indagare l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei 
confronti dell’UE. 
 
L’Eurobarometro, che ha compiuto recentemente 30 anni, è uno degli 
strumenti
3
 utilizzati dalla Commissione europea per ascoltare i 
cittadini; la forza di questo strumento sta nel fatto di sondare 25 paesi 
e a volte di più, in tutta Europa. I risultati del primo sondaggio sono 
stati pubblicati nella primavera del 1974, successivamente 
all’allargamento della CEE a Danimarca, Irlanda e Regno Unito. 
L’uso che le istituzioni europee ne fanno  è il linea con la scelta della 
trasparenza: tutti i sondaggi realizzati sono pubblicati e accessibili, 
indipendentemente dai risultati. 
 
I principali indicatori di Eurobarometro che riflettono l’attitudine 
generale dei cittadini nei confronti dell’Unione europea sono: il 
consenso all’appartenenza del proprio paese all’UE, l’immagine 
                                                 
3
 Tra gli altri strumenti di cui dispone la Commissione europea per conoscere e dialogare con i 
cittadini si segnalano: Europe Direct, (servizio di risposte ai cittadini per telefono e e-mail), EMM 
(European Media Monitoring) e Interactive Policy Making della DG Mercato Interno (mira a 
stimolare i cittadini per ottenere il parere su molteplici argomenti), infine i visitatori (50.000 
all’anno). L’Eurobarometro è probabilmente lo strumento più scientifico e anche storico, ma tutti 
gli strumenti insieme permettono di raccogliere una massa critica di informazioni utili. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
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dell’UE, la fiducia nelle istituzioni. L’analisi di tali indicatori 
permette di tracciare un panorama dell’opinione pubblica europea.  
 
Consenso per l’adesione all’UE
4
 
Il più famoso indicatore di consenso per l’UE dell’Eurobarometro, 
introdotto nel 1973, registra se la popolazione di un certo Stato 
membro considera positivo o negativo che il proprio paese faccia parte 
dell’UE. 
Negli anni in cui la Comunità era formata da nove paesi, dal 1973 al 
1980, il gradimento oscillava tra il 63% dell’autunno 1975 e il valore 
minimo del 53% riscontrato nella primavera del 1976, nella primavera 
del 1978 e nell’autunno del 1980. Anche se in quegli anni un sostegno 
all’appartenenza alla Comunità era espresso da più della metà 
dell’opinione pubblica, quest’ultima era abbastanza instabile, poiché 
le percentuali salivano e scendevano senza che si fossero verificati 
avvenimenti significativi. 
Il decennio successivo, nel corso del quale la Comunità si è allargata 
alla Grecia, alla Spagna e al Portogallo
5
, è segnato da un’opinione 
pubblica meno incerta, con percentuali di crescita dal 50% del 1981 al 
65% del 1987. Nella primavera del 1988 però queste cifre scendevano 
al 58%, con un calo considerevole che, peraltro, fu solo temporaneo e 
probabilmente dovuto alla preoccupazione causata dalla 
contemporanea riforma del sistema finanziario della Comunità e della 
politica agricola comune, decisa nel febbraio 1988: nell’autunno del 
1988, l’indice di gradimento era tornato al 66%, e fino alla fine degli 
                                                 
4
 Grafico 3, pag. 46, in allegati. 
5
 La Grecia è entrata nel 1981, la Spagna e il Portogallo nel 1986. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
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anni Ottanta, due cittadini su tre si sono rivelati sostenitori 
all’appartenenza del proprio paese alla Comunità. 
Nella primavera del 1991 il consenso all’adesione ha raggiunto il 
massimo storico del 72%. In quel periodo, il benessere economico 
degli europei era alto e la disoccupazione bassa. Inoltre, i cittadini 
stavano aspettando gli imminenti vantaggi del mercato unico europeo. 
In Germania, la notevole impennata dell’indice di gradimento può 
essere parzialmente spiegata con l’euforia risvegliata dalla 
riunificazione del paese. Il generale ottimismo creato dalla 
riunificazione si è rivelato effimero, il che non è rimasto senza effetti 
sulla percezione della Comunità. Nella Germania orientale, il 
consenso è sceso dall’87% dell’autunno del 1990 al 55% dell’autunno 
del 1992; nello stesso periodo si è avuto un calo in Germania 
occidentale dal 69% al 57%. 
I primi anni Novanta rappresentano il periodo in cui il sostegno del 
pubblico per l’Unione europea è sceso ai livelli più bassi. La guerra 
del Golfo, la crisi economica e il conseguente alto tasso di 
disoccupazione, il dibattito sul Trattato di Maastricht, la guerra in 
Jugoslavia, l’arrivo di tre paesi relativamente euroscettici e la crisi 
della mucca pazza sono alcune delle ragioni che aiutano a spiegare il 
motivo per cui il consenso è sceso dal 72% del 1991 al 46% della 
primavera 1997. La seconda parte degli anni Novanta ha visto i livelli 
di popolarità dell’UE salire in modo lento ma irreversibile. Nella 
primavera del 1998, il gradimento dell’Unione è salito oltre il 50% per 
la prima volta dal 1995 e la tendenza positiva iniziata nell’autunno del 
1997 è continuata, con il 54% degli intervistati convinto che 
l’appartenenza del proprio paese all’UE fosse un fattore positivo. Con 
le dimissioni della Commissione nel marzo del 1999, il livello è sceso 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
12
temporaneamente al 49%, per poi risalire al 51% nell’autunno del 
1999. 
Dall’analisi dei dati dell’ultimo Eurobarometro
6
, si osserva che dopo 
il sostanziale aumento osservato nell’autunno 2004 in seguito 
all’adesione dei 10 nuovi Stati membri, l’opinione secondo la quale 
l’appartenenza del proprio paese all’Unione europea è una cosa 
positiva nel secondo semestre 2005, rispetto alla primavera, è in calo 
(dal 54 al 50%). L’opposizione all’appartenenza all’UE resta debole 
(16%). I pareri negativi superano il 20% della popolazione censita nei 
paesi tradizionalmente più scettici sulla costruzione europea, la Svezia 
(32%), il Regno Unito (28%), l’Austria (25%) e la Finlandia (22%). 
Nei paesi della zona euro si riscontra in generale un largo consenso 
(54%), il tasso di sostegno più elevato si osserva in sei paesi (Irlanda 
73%, Paesi Bassi 70 %, Spagna 66%, Belgio 59%, Portogallo 58%) 
con in testa il Lussemburgo (82%). 
Nei nuovi Stati membri, l’opinione pubblica resta incerta e le risposte 
“neutre” sono particolarmente numerose; questo vale soprattutto per la 
Lettonia (47%), la Slovenia (46%), la Repubblica Ceca (44%), 
l’Estonia, la Slovacchia e l’Ungheria (42%). 
 
L’analisi dell’evoluzione dei dati nei due periodi di rilevazione
7
 
(primavera e autunno 2005), fa emergere: 
                                                 
6
 L’Eurobarometro 64, pubblicato a dicembre 2005, è stato realizzato tra il 10 ottobre e il 5 
novembre nei 25 Stati membri, nei due paesi in via di adesione (Bulgaria e Romania), nei due 
paesi candidati (Croazia e Turchia), per un totale di 29.430 persone intervistate. Il periodo di 
rilevazione è caratterizzato da una difficile situazione economica e occupazionale in diversi Stati 
membri, dai problemi incontrati nel processo di ratifica della Costituzione europea in Francia e nei 
Paesi Bassi e dalla mancanza di un accordo sulle nuove prospettive finanziarie. 
7
 Tabella 2, pag. 47, in allegati. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
13
    piccole variazioni a Cipro, Danimarca, Grecia, Irlanda, 
Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Regno Unito e 
Ungheria. 
    Reazioni neutre in Spagna. 
    In Belgio, il sostegno all’appartenenza all’UE registra una 
sensibile caduta. La stessa tendenza si registra, con gradi diversi 
negli altri Stati membri.  
 
Immagine dell’Unione europea
8
  
Rispetto ai dati dell’autunno 2004, l’immagine dell’Unione europea 
appare meno positiva (44%, -6 punti). Nonostante il numero di 
cittadini per i quali l’Unione evoca un’immagine positiva resti 
superiore ai cittadini per i quali l’UE evoca un’immagine negativa, lo 
scarto tra i due campi si restringe; aumentano le persone che hanno 
dell’UE un’immagine negativa (20%, +5 punti). 
 
L’analisi dell’evoluzione dei dati
 
rispetto al precedente 
Eurobarometro, paese per paese, è la seguente: 
    tendenza positiva in Danimarca, con una progressione di 5 punti 
percentuali di cittadini che hanno un’immagine positiva 
dell’Unione europea. Un aumento meno marcato delle opinioni 
positive si osserva anche nei Paesi Bassi. 
    L’opinione pubblica positiva ha registrato un leggero aumento 
in Irlanda, Lituania e Regno Unito. 
    Uno spostamento dal bilancio positivo in direzione di opinioni 
più neutre si rileva Svezia. 
                                                 
8
 Tabella 2 e grafico 4, pagg. 47 e 48, in allegati. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
14
    Negli altri paesi, l’andamento è negativo. In altre parole, la 
diminuzione dei sentimenti positivi è bilanciata dall’aumento 
delle opinioni negative. 
 
Fiducia nelle istituzioni europee
9
  
La fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee è diminuita 
sensibilmente rispetto al 2004, registrando uno dei livelli più bassi dal 
2001. La diminuzione riguarda soprattutto la Commissione e il 
Parlamento (-6 punti). La percentuale di cittadini che hanno fiducia 
nella Commissione europea stagna al 46%, mentre la percentuale di 
persone che non hanno fiducia ha raggiunto il punto massimo del 
33%, registrato solo nella primavera 1999. Lo scarto tra opinioni 
positive e negative è diminuito e si attesta su 13 punti (invece dei 25 
dell’autunno 2004). 
La perdita di fiducia riguarda anche il Parlamento: il 51% dei cittadini 
ha fiducia nel Parlamento, ma la percentuale di cittadini che tende a 
non fidarsi aumenta di 3 punti, raggiungendo il culmine inedito del 
34%, mai raggiunto nella storia dei sondaggi Eurobarometro. 
 
In generale, i cittadini europei hanno ancora fiducia nelle due istituzioni 
e le curve di fiducia restano approssimativamente parallele.  
 
L’analisi dei dati relativi al Consiglio rivela una diminuzione del livello 
di fiducia: 4 cittadini su 10 esprimono fiducia verso il Consiglio 
europeo, mentre 3 su 10 sembrano avere un’opinione più negativa. 
E’ interessante notare che il tasso di risposte “non so” aumenta 
sensibilmente (29%). 
                                                 
9
 Grafici 5 e 6, tabella 3, pagg. 48, 49, 50, in allegati. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
15
La comparazione con lo studio della primavera 2005 non mette in luce 
alcuna tendenza particolare per quanto riguarda il Parlamento e la 
Commissione. La fiducia è nettamente migliorata in sei paesi 
(Germania, Grecia, Irlanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna), 
mentre un movimento inverso caratterizza otto paesi (Belgio, Cipro, 
Estonia, Finlandia, Italia, Regno Unito, Slovenia, Ungheria). 
L’emergere di una visione più critica tra paesi tradizionalmente 
“entusiasti”, rilevata nel precedente rapporto, non è più riscontrabile. 
Nel caso del Consiglio, si osserva un declino del livello di fiducia in 
quindici paesi, deterioramento particolarmente marcato nel Regno 
Unito e in Ungheria. Il Regno Unito resta l’unico paese in cui una 
maggioranza di cittadini ha la tendenza a non avere fiducia nelle tre 
istituzioni. 
 
In sintesi, i risultati dell’Eurobarometro rivelano un indebolimento dei 
principali indicatori di sostegno all’Unione europea.  
Il sostegno all’appartenenza all’UE si aggira intorno al 50%, 4 punti 
percentuali meno, l’UE evoca un’immagine positiva agli occhi del 
44% dei cittadini, 3 punti percentuali meno.  
A questi risultati si aggiunge un leggero abbassamento della fiducia 
nei confronti della Commissione e del Parlamento. I livelli di fiducia 
sono di fatto stabili rispetto al sondaggio precedente, ma gli ultimi 
risultati mostrano un leggero aumento della percentuale di cittadini 
che dichiarano di non avere fiducia nelle due istituzioni.  
 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
16
Il pubblico appare ricettivo nei confronti dell’intenzione dell’UE di 
interagire maggiormente con i cittadini
10
. Solo un quarto si sente 
coinvolto nelle questioni europee (26%), con percentuali superiori 
alla media in otto paesi (Belgio, Danimarca, Germania, Italia, 
Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria); mentre il 47% 
desidera un maggior coinvolgimento, riscontrabile in particolare in 
dieci Stati membri (Cipro, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, 
Lettonia, Malta, Paesi Bassi e Svezia).  
 
I cittadini europei si aspettano una maggiore trasparenza e ritengono 
che se gli Stati membri adottassero il trattato che stabilisce una 
Costituzione per l’Europa, il funzionamento dell’Unione europea 
sarebbe più trasparente
11
. 
 
La trasparenza può contribuire a dissipare le incertezze e a ridurre la 
distanza che separa i cittadini dall’amministrazione, facilita l’esercizio 
di “vigilanza del cittadino”, imponendo disciplina e rigore a chi, ad 
esempio, distribuisce e riceve i fondi comunitari. 
                                                 
10
 Tabella 4, pag. 51, in allegati. 
11
 Tabella 5, pag. 52 in allegati. 
 Mappa della trasparenza europea, tesi di master di Pierina Petruzzi 
17
2 
Il principio della trasparenza e l’accesso ai documenti 
 
 
Il tema della trasparenza istituzionale, vale a dire la predisposizione di 
misure intese ad accrescere la possibilità per il pubblico di accedere 
alle informazioni,  comincia ad avere risonanza in ambito comunitario 
agli inizi degli anni ’80. Il Trattato CE conteneva già delle norme, 
come ad esempio l’obbligo di pubblicare e motivare gli atti giuridici, 
ma il primo richiamo esplicito alla trasparenza si ha con il Trattato di 
Maastricht, firmato nel 1992, che in un allegato contiene la prima 
dichiarazione a livello europeo sul diritto di accesso 
all’informazione
12
. 
Nel corso dei Consigli europei successivi alla firma del Trattato, era 
sottolineata la necessità di una maggiore trasparenza nei lavori delle 
istituzioni per avvicinarle ai cittadini.  
Non c’è trasparenza senza diritto di accesso ai documenti. Il 
riconoscimento del diritto di accesso rappresenta uno degli strumenti 
attraverso i quali la Comunità ha, in questi anni, cercato di creare un 
rapporto di maggiore trasparenza con i cittadini, e si allinea in 
sostanza alla legislazione dei propri Stati membri, in particolare quelli 
scandinavi, che già da diversi anni garantiscono tale diritto. Pertanto, 
Consiglio e Commissione il 6 dicembre 1993 adottavano un Codice di 
condotta destinato a permettere l’accesso del pubblico ai documenti. 
Nel 1997 con la firma del Trattato di Amsterdam, il diritto di accesso 
ha trovato una diretta collocazione nel testo del Trattato CE, con 
                                                 
12
 Dichiarazione n. 17: “…la trasparenza del processo decisionale rinforza il carattere democratico 
delle istituzioni e la fiducia del pubblico verso l’amministrazione”.