Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866
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8 del mercato cinese, che aveva paura di perdere dopo l’abolizione del monopolio della East India Company, ed era più che mai decisa ad esportare in estremo oriente il concetto del free trading. Anche nell’eventualità di una guerra contro la Cina, gli inglesi potevano vantare un’indiscussa superiorità militare, armi più potenti, soldati ben addestrati e reduci dalle Guerre Napoleoniche, nonché una serie di basi marittime e commerciali nel continente indiano. Nonostante l’evidente svantaggio cinese, Lin poteva però contare su un punto debole: la vulnerabilità dei mercanti a Canton. Proprio qui, il 24 marzo del 1839, in risposta al rifiuto dei mercanti europei di consegnare alle autorità cinesi i propri carichi di oppio, Lin fece circondare le factories dall’esercito imperiale Qing, minacciando direttamente l’incolumità di 350 mercanti europei e americani. La risposta del Sovrintendente al commercio britannico, il capitano Charles Elliot (1801 – 1875), fu la promessa di rimborsare tutti i maggiori trafficanti di oppio delle quantità rese indietro al Commissario Imperiale. Le principali ditte straniere, che non vendevano una cassa d’oppio da cinque mesi e spaventate dalla minaccia delle milizie cinesi, accettarono di buon grado questa soluzione, che consegnò un’importante vittoria a Lin, allontanò momentaneamente la minaccia di uno scontro armato, ma indispettì profondamente la Regina Vittoria. Intorno al 25 giugno dello stesso anno Lin, che era riuscito a distruggere 21.000 casse di droga, mantenne la sua promessa e ritirò le truppe, mentre gli Occidentali salparono alla volta di Macao. La temporanea vittoria delle autorità cinesi non allontanava comunque la minaccia della ripresa dei traffici illegali, perciò Lin volle tutelarsi presentando a Elliot un documento “di buona condotta” in cui egli garantiva la rinuncia Occidentale al commercio di oppio, pena la persecuzione da parte delle leggi cinesi. Spaventati dall’idea di dover sottostare a un sistema legale così severo e diverso da quello occidentale, e sentendosi al sicuro a Macao, gli Europei rifiutarono di siglare l’accordo e alla minaccia cinese di una nuova chiusura al commercio straniero, reagirono boicottando il porto di Canton. A questa nuova onta, Lin reagì conducendo personalmente le truppe a Macao e chiedendo al governatore portoghese don Adriao Accascio da Silveira Pinto, di espellere gli inglesi, che si stanziarono quindi in prossimità di Hong Kong. La successiva mossa cinese consistette nel impedire agli equipaggi inglesi di sbarcare per rifornirsi di cibo ed acqua, cosa che provocò la prima reazione armata britannica che diede il via alla
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Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Falato |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Studi Orientali |
Corso: | Lingue e letteratura afroasiatiche |
Relatore: | Federico Masini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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