Violenza negli stadi in Italia e in Inghilterra: radici, cause, atteggiamento dei mass media e rimedi in prospettiva comparata
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XII 1.2 ALLE RADICI DEL FOOTBALL HOOLIGANISM Nella loro opera The Roots of Football Hooliganism Dunning, Murphy e Williams 2 offrono un’analisi unica e fondamentale per capire il comportamento del pubblico alle partite di calcio a partire da quando tra il 1880 e il 1890 il gioco del calcio si professionalizza. Infatti il calcio nasce in Inghilterra non tanto come gioco (esso era forse conosciuto prima in altre nazioni), quanto come sport; si parla in questo periodo di “sportivizzazione” del calcio (nasce la Football Association) in quanto esso d’ora in poi non verrà solo praticato per puro divertimento dei giocatori, ma per divertimento del pubblico che affluisce sempre più numeroso attorno ai campi da gioco. Con l’affluenza sempre maggiore di spettatori iniziano anche i primi disordini. Giocatori della squadra avversaria e arbitri sono presi di mira dai sostenitori delle squadre locali e non si contano le invasioni di campo, i tentativi di picchiare i giocatori, i danni alle strutture e ai campi di gioco, le minacce e gli insulti all’arbitro. Il tutto è di solito limitato alla durata della partita, ma non mancano episodi di violenza che sfociano poi in proteste più generali, che richiedono l’intervento delle forze dell’ordine per sedare vere e proprie battaglie urbane (esempi sono riscontrabili leggendo resoconti di giornali dell’epoca su incidenti a Glasgow e a Londra). È soprattutto la gioventù della working class che mette in atto queste proteste e violenze, contribuendo con ciò all’immagine del calcio come uno sport per la classe operaia stessa e perciò disprezzato dalle classi superiori. Nei primi del Novecento il Times parlava addirittura di “Football madness” (Pazzia del calcio) creando così un moral panic (panico morale) attorno all’argomento della violenza dei giovani operai; panico morale che ritroveremo anche nell’Inghilterra del secondo dopoguerra fino ai giorni nostri, ogni volta che la stampa (soprattutto la stampa popolare) parlerà dei vari teddy boys, mods, skinhead e hooligans. Naturalmente questi giovani sbandati di inizio secolo, i Victorian boys (ragazzi dell’età Vittoriana), sono fieri che il gioco del calcio appartenga a loro, sono fieri di essere considerati pericolosi e riproducono i comportamenti e il linguaggio usati nelle strade anche alle partite di calcio. Così il poliziotto diventa copper e poi cop, la birra che si beve nei pubs (altro motivo per il biasimo da parte delle classi più alte nei confronti degli operai loro frequentatori) diventa reeb e la pratica dello holding the street (“tenere la strada”) si trasforma alla partita in quella dello holding the end (“tenere la curva”). Come le bande giovanili non vogliono che nessun estraneo attraversi la loro strada, così non vogliono che nessun altro occupi lo spazio intorno al campo di gioco. 2 Dunning Eric, Murphy Patrick, Williams John, The Roots of Football Hooliganism, London, Routledge, 1988
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Informazioni tesi
Autore: | Ludovico Muzzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1997-98 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | John Anderson |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 151 |
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